ARTE ANTICA MODERNA CONTEMPORANEA


Arte bizantina

Giustiniano I e la sua corte (mosaico) – Chiesa di S. Vitale – Ravenna

Teodora e la sua corte (mosaico) – Chiesa di S. Vitale – Ravenna

Dario Lodi

La tecnica del mosaico, ben conosciuta nell’antichità, fu ampiamente adottata dai Bizantini, la cultura dei quali era di carattere fortemente religioso. Il mosaico si prestava alla perfezione al messaggio della fede per via della sua consistenza materiale e della fissità su cui tale consistenza indulgeva. L’indulgenza era sentita come obbligatoria per via del preziosismo che la materia emanava.

Il fenomeno bizantino possiede in realtà un carattere orientato a trasmettere la potenza della religione più che la sua efficacia morale. La trasmissione avviene tramite la rappresentazione di personaggi solenni, messi in posa, sacralizzati, tutti rivolti con lo sguardo fisso e indagatore verso il popolo. L’accentuata isocefalia (tutte le teste alla stessa altezza; anche questa pratica era ben nota nell’antichità) impedisce all’osservatore distrazioni.

La solennità che promana dalle figure vuole essere una sorta di monito contro coloro che non seguono le norme dettate dalla corte. Queste norme sono concepite per il bene della gente, secondo le consuetudini dell’impero romano.

Bisanzio si sente in dovere di enfatizzare la missione del suo sistema – che è un sistema teocratico – specialmente ai tempi di Giustiniano (VI sec. d.C.) e cioè dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente. La teocrazia bizantina è tuttavia rappresentata dalla sola persona dell’imperatore che, a questo punto, assume la figura di re-papa.

La Chiesa bizantina è in subordine all’imperatore ed ha il compito di far rispettare le direttive imperiali. L’imperatore è visto come il capo anche della Chiesa, come il suo membro maggiore.

Bisanzio si sentì unita a Roma (si sentì seconda Roma) sino all’avvento di Carlo Magno, ritenendo le invasioni barbariche episodi provvisori di occupazione.

L’intera responsabilità imperiale è sviluppata occasionalmente dai generali bizantini con la rioccupazione di territori del grande impero occupato dai Barbari. Il regno di Giustiniano I fu il più efficace grazie al generale Belisario. Il freno alle iniziative bizantine fu dato soprattutto dalla pressione esercitata dai Parti (Persiani) sui territori dell’impero orientale e dall’arrivo improvviso della peste a Bisanzio.

Giustiniano I (482-565) è noto per il “Corpus Iuris Civilis” (535, riordinamento di normative) tutt’oggi alla base del diritto civile più diffuso al mondo. Fu anche un amante dell’arte e della cultura. A Bisanzio fece costruire “Hagia Sophia” e si servì di storici e letterari di notevole spessore (Procopio di Cesarea, Agazia, Paolo Silenziario).

Fu l’ultimo imperatore bizantino di estrazione latina. Nella reggenza lo aiutò Teodora, la moglie, nota ex prostituta. La peste mise fine al suo splendore. Sia Giustiniano sia Teodora furono fatti santi dalle Chiese orientali (celebrazione 14 novembre).

Il mosaico di San Vitale a Ravenna è fra i più splendidi realizzati dai Bizantini. La cura delle vesti, la posa ieratica, lo sguardo magnetico di Giustiniano lo rendono straordinariamente vivo. Non da meno è il mosaico di fronte, dedicato a Teodora con il suo seguito.

I personaggi non sembrano di questo mondo, ma essere scesi dal cielo ad ammaestrare le genti, richiedendo, allo stesso tempo alle stesse, venerazione. Le parate, colte nel loro momento culminante e fissate per sempre, sono esibizioni di potere e di saggezza.

L’arte bizantina ha come scopo principale quello di esaltare la romanità, di cui i personaggi raffigurati sono la dimostrazione vivente della sua importanza. La coerenza del mosaico è nella trasmissione della validità dell’impero romano, un sistema scelto addirittura dalla divinità cristiana per amministrare il mondo.

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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Arte
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Aggiornamento: 09/02/2019