ARTE ANTICA MODERNA CONTEMPORANEA


L'ARTE SIRIANA

Lo sviluppo delle arti plastiche in Siria assunse un carattere moderno intorno agli anni '50, cioè nel periodo in cui la lotta per l'indipendenza nazionale fu più acuta.

La Siria ottenne la sua effettiva indipendenza nell'aprile 1946, dopo l'evacuazione delle truppe straniere di Francia e Inghilterra.

A partire da quel momento iniziò la democratizzazione della vita pubblica, che contribuì allo sviluppo della coscienza nazionale e della creazione artistica.

L'arte siriana si distingue per i suoi legami con le tradizioni nazionali, per il prevalere delle tendenze realiste e l'interesse per la vita della gente semplice, comune, per lo spirito democratico delle opere pittoriche, grafiche e scultoree più significative.

Fra queste la pittura occupa un posto rilevante. Le sue fonti non sono solo i fenomeni interni che abbiamo citato, sono anche le arti plastiche europee. In effetti la pittura contemporanea della Siria fu fondata da maestri che avevano studiato sia in Francia che in Italia. Questo perché prima dell'indipendenza la Siria non aveva scuole artistiche pubbliche. Ovviamente tali pittori non potevano evitare le influenze del modernismo e dell'accademismo, ma nel complesso l'esperienza europea fu positiva.

I pittori siriani non hanno mai imitato ciecamente l'esempio europeo: essi hanno saputo armonizzare i principi estetici tradizionali con un'esecuzione dei tutto originale.

Nel 1960 venne inaugurata una facoltà presso l'università della capitale Damasco, in seguito denominata Accademia delle belle arti. I suoi studenti frequentano corsi di pittura, scultura, architettura, arte decorativa e grafica.

La Costituzione repubblicana, approvata nel marzo 1973 attraverso un referendum nazionale, definisce così l'obiettivo del sistema d'istruzione e cultura: “educazione della generazione nazionale araba, che possiede una mentalità scientifica, legata alla sua storia e alla sua terra, fiera della sua eredità nazionale, spinta dal desiderio di lottare per la realizzazione degli obiettivi della nazione araba”.

Questo programma ha determinato l'atmosfera in cui si sono formate le nuove generazioni di intellettuali. Nel 1971 la Lega degli artisti siriani (fondata nel 1956) fu trasformata in Unione degli artisti della Siria.

Nel dicembre di quello stesso anno si tenne a Damasco, su iniziativa dei maestri siriani, la prima conferenza degli artisti dei paesi arabi, la quale costituì l'Unione degli artisti arabi, rappresentativa di circa una decina di paesi dell'oriente arabo. L'attività dei maestri siriani oggi fruisce d'un'immensa reputazione presso gli intellettuali di questo paese.

Una particolare caratteristica dell'arte moderna siriana consiste nell'aver rifiutato qualunque forma d'isolamento nei confronti delle masse popolari. Gallerie, mostre, pinacoteche di Damasco, di Homs e di altre città attirano continuamente numerosi visitatori appartenenti a tutti gli strati sociali. Le visite sono spesso guidate e si concludono con seminari sulle opere degli artisti. Opere peraltro che già molti paesi del mondo ben conoscono e apprezzano; opere che riflettono la tipicità d'un paese al centro di culture e civiltà asiatiche, africane ed europee fra loro molto diverse.

La Siria colpisce per la varietà dei suoi monumenti architettonici, per la combinazione alquanto originale di stili e modelli. Vi si possono trovare archi, colonnati e anfiteatri molto antichi a fianco di basiliche bizantine, castelli eretti da crociati e moschee medievali, caravanserragli e madrasi vicini a vecchie chiese cristiane.

La corrente realista domina nell'arte siriana. Il pittore e scultore Mahmud Jalal (1911-1976) è uno dei fondatori dell'arte contemporanea di questo paese e aderì al nuovo movimento artistico dopo la proclamazione dell'indipendenza nazionale. Avendo ricevuto una formazione professionale a Roma, Jalal da principio era incline all'accademismo, ma in seguito il tema nazionale espresso in maniera realistica s'impose nella sua opera. Si devono a lui le immagini vivide e pittoresche dei contadini siriani.

Una sua scultura degli anni 60, l'Icaro arabo, e il monumento di Damasco dedicato a un rivoluzionario arabo (1970), prodotto in collaborazione con A. Ketramiz e W. Rahmi, mettono in risalto la fierezza e la fiducia dell'uomo nelle proprie risorse.

Viceversa gli “eroi” di Luan Kayali (1934-1978) sono le semplici persone ch'egli aveva incontrato nelle strade urbane e nei villaggi del litorale. Numerose tele riproducono la vita dei pescatori; altre, forse le più famose, ritraggono dal vivo, con un marcato realismo, un venditore di biglietti di lotteria, un musicista ambulante, un lustrascarpe, un giovanotto che legge il giornale...

Il senso di queste rappresentazioni sta, a giudizio del pittore, nella realtà della contraddizione che si forma dal confronto con i desideri, i sogni soggettivi e la vita quotidiana, non facile da essere vissuta.

Meno profonda ma ugualmente suggestiva è l'opera di Mahmud Kashlan, nato nel 1929, la cui tecnica ricorda da vicino quella usata per le miniature medievali. Il quadro Le donne arabe conferma l'attaccamento dell'artista al tradizionale stile decorativo orientale.

L'arte grafica contemporanea della Siria è invece orientata verso l'attualità e manifesta notevoli sentimenti patriottici, accentuati dalla situazione molto tesa che da tempo si vive in medioriente. Dopo il conflitto arabo-israeliano del giugno 1967, il tema della “resistenza” occupa un posto centrale nell'arte siriana. Lo si nota soprattutto nelle opere di Burhan QorqotIi, nato nel 1933, un disegnatore che si sente personalmente coinvolto nelle preoccupazioni e nella lotta del suo popolo: si vedano i Volti dei poveri e Difendiamo la Siria.

Secondo il critico Salah ad-Din Muhammad “il realismo in quanto forma espressiva del pensiero creativo offre vasti orizzonti allo sviluppo della personalità dell'artista e allo stesso tempo presuppone la libertà di ricerca e di scelta dei mezzi espressivi. Questo è l'orientamento umanistico migliore, l'unico in grado di riflettere profondamente lo spirito del nostro tempo”.


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Arte
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Aggiornamento: 09/02/2019