ARTE ANTICA MODERNA CONTEMPORANEA


“Bread and Roses”, l’altra faccia del miracolo americano

Ken Loach ci ha dato in questi anni una galleria di ritratti i cui protagonisti sono la varia umanità sfruttata dal capitalismo, dagli edili inglesi di Riff Raff sino ai “janitors”, gli addetti alle pulizie dei grattacieli di Los Angeles, di questo film. Quest’ultima opera appare tanto più meritevole in quanto il miracolo americano ci viene propagandato come il paradiso terrestre che solo un branco di sindacalisti conservatori ci impedisce di raggiungere. Crescita, occupazione, prosperità, dall’altra parte dell’oceano hanno davvero tutte le fortune. Ken Loach ci mostra l’altra faccia di questo “paradiso”, quella che nei discorsi degli “esperti” non compare mai: le condizioni di vita dei lavoratori americani.

Certo, basterebbe scorrere le statistiche sociali degli Stati Uniti per capire che qualcosa non va in questo miracolo, che nel paese più ricco del mondo è più facile ammalarsi di tubercolosi che in Cina, che dai 40 ai 50 milioni di persone non usufruiscono di alcuna tutela sanitaria e sociale, che i salari, come ci racconta benissimo il film, non aumentano da anni, mentre le condizioni di lavoro peggiorano in continuazione e gli attivisti sindacali sono perseguitati come in una dittatura sudamericana. Ma come ci spiega l’ideologia dominante si tratta di insignificanti effetti collaterali di una sacra e inarrestabile religione, la religione del denaro, del mercato e della proprietà privata.

Ultimamente, a dire il vero, il sogno americano ha iniziato a incrinarsi. Le borse che lasciano a terra milioni di investitori pieni di debiti, la farsa delle elezioni presidenziali. Ken Loach ci mostra la gente per cui questo sogno è sempre stato un incubo, i lavoratori immigrati, che a un brutale sfruttamento sul posto di lavoro aggiungono la persecuzione da parte dell’apparato statale e di tutti quei bravi signori che prosperano sulle miserie dei clandestini.

In Bread and Roses un gruppo di lavoratori, di “janitors” appunto, sfruttati e ricattati fino all’inverosimile, decide di rispondere alle brutalità del padrone iscrivendosi al sindacato e cominciando a lottare. La cosa non è facile, molti hanno paura, molti sono sfiduciati. Rosa, una delle protagoniste, dice a un certo punto quello che milioni di lavoratori americani sono costretti a pensare in questi anni: “loro sono più forti e lo saranno sempre”.. Lavoratori costretti dalla fame e dalla sfiducia a fare i crumiri o le spie si trovano facilmente, ma la forza della classe operaia, quando entra nell’arena della lotta, è invincibile.

Il film descrive bene uno degli ostacoli principali alla ripresa delle lotte operaie, mostrandoci le due facce del sindacato americano, quella combattiva del giovane sindacalista, che rischia la vita per convincere nuovi lavoratori a iscriversi al sindacato e a lottare, e quella dei vecchi funzionari, che assomigliano più a dirigenti d’azienda che agli ufficiali dell’esercito proletario.

La strada che porta al vero miracolo per gli abitanti degli Stati Uniti, all’eliminazione del potere del grande capitale dal suolo americano, passa per questa battaglia all’interno dei sindacati. Alcune avvisaglie si sono viste in questi anni, una nuova leva, il “vento di Seattle”, si sta riappropriando delle proprie organizzazioni. Spetta a questi giovani, impauriti dallo strapotere dell’imperialismo a stelle e strisce, riscoprire le migliori tradizioni del proletariato americano e fare vedere ai propri fratelli nel resto del mondo che anche nel cuore del capitalismo mondiale, non appena i lavoratori cominciano a combattere, la forza dei padroni si tramuta in paura, le paure proletarie in vittorie. Niente meglio di questo film ci ricorda che anche nel 2000 e anche in America i proletari non hanno da perdere che le loro catene, hanno un mondo da vincere.

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it.wikipedia.org/wiki/Bread_and_Roses


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Arte
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Aggiornamento: 09/02/2019