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Pieve di Pisignano

Pieve di San Mauro in Valle

Il sistema delle pievi della centuriazione cesenate


Carta delle pievi nella diocesi di Cesena
Carta delle pievi nella diocesi di Cesena

Il termine pieve deriva dal latino plebs, ovvero "popolo".
Le pievi sorsero nell'età tardo antica come centri religiosi, ma in epoca cristiana si stabilizzarono nel tessuto socio-economico del territorio.
Le prime pievi assunsero importanza dal VII al IX secolo come centri battesimali, ma si svilupparono soprattutto tra il X ed il XIII secolo. Esse erano fondamentali nella struttura territoriale medievale, in quanto fungevano anche da centri di controllo amministrativo sui loro ambiti territoriali, detti pivieri. Esse si sostituirono alle vecchie strutture economiche romane, i vici ed i pagi, in quanto le autorità ecclesiali (cesenati e ravennati) disponevano di enormi possedimenti che amministravano anche grazie ad ulteriori centri di controllo (come il castello arcivescovile di Roversano).
Nella zona di Cesena sono presenti quattordici pievi:

  • le pievi di S.Agata, Ruffio, Bulgaria, S. Martino in Rubicone verso est
  • le pievi di Ronta, Pievesestina, Pisignano, S. Pietro verso nord
  • le pievi di S. Mauro, S. Tommaso, Montereale, Montaguzzo S, Pietro in Solferino e S. Vittore in collina.
Dal punto di vista architettonico le pievi erano simili ai centri religiosi ravennati, come dimostrano l'abside rivolto ad est, la ricorrente copertura a capriate, le finestrelle romaniche diaframmate, ecc.
Il capillare sistema economico delle pievi decadde in epoca comunale quando esse furono sostituite dalle parrocchie.


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