CHIESA E CONVENTO DI S. AGOSTINO

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Veduta della chiesa di S. Agostino.

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Facciata e corpo della chiesa.

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La facciata rimasta incompiuta.

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Cristoforo Serra (Cesena 1600-1689), Immacolata Concezione, S. Giacomo e S. Erasmo (1670).

 

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Girolamo Genga (1476-1551), Annunciazione.

I padri eremitani detti di S.Agostino erano presenti a Cesena fin dal sec. XIII (l'ordine dei Giamboniti, fondato da Fra Giovanni Bono e raccolti nell'eremo a Butriolo, presso Cesena, si associarono agli Agostiniani) e si spostarono nel luogo ove oggi sorge la chiesa e l'ex convento di S. Agostino non prima del 1256.

Il tempio quattrocentesco, costruito a più riprese, di dignitose proporzioni,  fu progressivamente ornato di opere di cui restano alcune memorie: la grande pala dipinta per l'altare maggiore da Girolamo Genga (1476-1551), La disputa sull'Immacolata Concezione (1516-1518), è oggi alla Pinacoteca di Brera a Milano. 

Nel 1741 si prese la determinazione di ricostruire convento e chiesa: quest'ultima fu demolita nel 1747 e terminata solo nel 1777, riedificata su progetto di Luigi Vanvitelli (col quale collaborò l’architetto bolognese Giuseppe Antonio Landi); la facciata è rimasta però incompiuta  (doveva essere ornata di marmi); il campanile fu invece costruito su disegno dell'architetto P. Carlo Borboni.

Ha pianta basilicale, volte romane sorreggono la copertura, ornata di rosoni che si ripetono nel presbiterio; la navata ha tre cappelle per parte, delle stesse dimensioni, che si aprono con archi a tutto sesto. La luminosità del soffitto è dovuta ai sei finestroni inscritti alle arcate di ogni campata. Al punto d'incrocio della zona presbiteriale col transetto, sorge la cupola a quattro vele senza tamburo e senza costoloni, su cui si erge la lanterna centrale.

Ai lavori della chiesa seguirono contemporaneamente, su progetto degli architetti Borboni e Nicola Fagioli, quelli relativi al nuovo convento. Quest'ultimo, soppresso durante la dominazione napoleonica, da allora fu utilizzato impropriamente e, caduto in grave degrado, attende un'imminente ristrutturazione conservativa.

 

Numerose sono le opere d'arte conservate all'interno del tempio. Si possono infatti ammirare:

i decori cui attesero  gli stuccatori Maurizio Giabani e Francesco Callegari; gli intagli lignei per il coro, i confessionali, il pulpito e le porte della chiesa a cui lavorarono Giovanni e Fabio Urbini, e l'organo del 1771 (costruito da  D. Antonio Barbini da Milano);  

alcune tele di pregevole valore, quali  l’Immacolata Concezione, S. Giacomo e S. Erasmo (1670) di  Cristoforo Serra, nel primo altare a sinistra;

una Strage degli Innocenti (1627) di Giovan Battista Razzani, nel secondo altare pure a sinistra;

la pala dell'altare maggiore, opera di Don Stefano Antonio Montanari, I Santi Agostino, Giovanni Evangelista, Severo vescovo (1844), sostituisce quella del Genga, oggi a Milano, di cui però si conserva  una Annunciazione nella lunetta sopra la pala.

Si ricordano infine le pale di Giuseppe Milani (1716-1798) collocate nelle prime due cappelle di destra: I Santi  Sebastiano, Cristoforo e Rocco;  Le Sante martiri, i tre Santi agostiniani e la Fede, terminate nel 1771.