ARTE ANTICA MODERNA CONTEMPORANEA


MURALISMO MEXICANO

Nel 1920 si chiude il primo periodo, il più importante, della rivoluzione messicana, che costituisce il primo tentativo democratico, dopo le dittature di Porfirio Díaz e di Victoriano Huerta.

David Alfaro Siqueiros Caino negli Stati Uniti (Collezione privata, Messico)
Dipinto nel 1945 rappresenta una scena d'un linciaggio d'un negro negli USA

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Il generale Álvaro Obregón, presidente eletto, nominò lo scrittore José Vasconcelos ministro dell'educazione pubblica, che ideò un ampio programma di rinnovamento e promozione culturale in tutto il Messico, particolarmente per le popolazioni rurali e per il proletariato urbano, considerando che l'indice d'analfabetismo era del 90%.

J. C. Orozco (1883-1949)
Il sacerdote Hidalgo che iniziò i primi movimenti d'indipendenza, dettaglio
(Palazzo del Governo, Guadalajara)

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Nel 1922 Davíd Alfaro Siqueiros, che ritornava in patria, dopo un periodo trascorso in Europa, fondò il 'Sindacato dei Pittori, Scultori e Grafici Rivoluzionari del Messico', il cui manifesto segnò l'inizio dell'arte parietale messicana, denominata 'Muralismo Mexicano'.

Nel 1923 si pubblicò "El Machete" (il Macete), publicazione político-artistica.

J. C. Orozco (1883-1949)
Gli dei bianchi (collezione privata, Città del Messico)
Il tragico scontro degli spagnoli con gli indios precolombiani in Messico

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Dal 1924 al 1929, con le presidenze di Plutarco Elías Calles, Emilio Portes Gil e Pascual Ortiz Rubio, il 'muralismo' decadde per mancanza d'appoggio economico ufficiale.

Nel 1934 risorse grazie al presidente Lázaro Cárdenas, giungendo al suo apogeo nel 1940, grazie a un gruppo numeroso di pittori che si dedicarono al 'muralismo', ma la tematica cominciò a ripetersi con troppa frequenza.

J. C. Orozco (1883-1949)
La battaglia (collezione privata Città del Messico)
Scene della rivoluzione messicana del 1910-20

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Lo stesso Diego Rivera cominciò a ripetere temi trattati in precedenza. E la corrente 'muralista' cominciò a perdere a poco a poco la sua spontaneità, diventando sempre più accademica.

Dal 1950 al 1955 furono gli ultimi anni del movimento, comunque nel 1972 Davíd Alfaro Siqueiros dipinse il 'Polyforum' a Città del Messico, che fu l'ultimo grande complesso di pitture parietali: 53 scultori e pittori messicani, francesi, italiani, israeliti, giapponesi, argentini, guatemaltechi e nordamericani lo aiutarono nella realizzazione, nel suo studio di Cuernavaca, di una gigantesca pittura parietale di 4.000 m2 per un edificio che si stava terminando di costruire.

J. C. Orozco (1883-1949)
Masse tradite (affresco di Città del Messico)
Le masse, tradite dai capi multimilionari dei sindacati e dai falsi profeti della rivoluzione, oppressori e torturatori del popolo, si ribellano.

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Il progetto si realizzò a Città del Messico con la costruzione, cominciata nel 1964 e terminata nel 1972 d'un edificio ottagonale destinato ad attività culturali, il cui nome doveva essere 'Auditorio Siqueiros' e che attualmente si chiama 'Poliforum Siqueiros'

Diego Rivera (1886-1957)
Explotación de peones (Auditorio scolastico, Città del Messico)
1) il vecchio ordine (orge e corruzione, funzionari venali e... collaboratrici. Sul fondo arrivano i rivoluzionari. 2) il nuovo ordine. una contadina insegna a leggere ai bambini, sotto la protezione e l'aiuto dei rivoluzionari. 3) sfruttamento dei lavoratori.

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INFLUENZE ESERCITATE

Varie correnti affini in America Latina sentirono la sua influenza, particolarmente in Brasile (Portinari) e negli Stati Uniti dalle correnti del realismo espressionista al Realismo sociale, in particolare durante il 'New Deal' di Roosevelt, e persino sull'Espressionismo astratto di Pollock.

Diego Rivera (1886-1957)
Cultura nazista (Nuova York, International Ladies Garment Workers Union)
Barbarie nazista. In primo piano Einstein e una donna con un cartello al collo:
I have given myself to a Jew

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RISULTATI

Il 'Muralismo' volle creare un arte pura, precisa, profondamente umana e chiara nel suo obiettivo, ma, essendo impermeabile alle ideologie, considerava che la sua tematica fosse solo un mezzo e non un fine, quindi la creazione artistica non poteva prevedersi né essere limitata o condizionata.

Diego Rivera (1886-1957)
Alamada (giardino pubblico, dettaglio, Hotel del Prado, Cittá del Messico), dove appare Diego che prende per mano la morte, dietro di lui sua moglie Frida, e a destra il grafico José Guadalupe Posada. Nell'altro dettaglio ci sono personaggi della storia messicana: Benito Juárez, l'imperatore Massimiliano d'Asburgo e il popolo povero in basso.

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Se per il meticcio Diego Rivera il mondo precolombiano era stata un'età dell'oro, perduta e rimpianta, e la conquista spagnola una distruzione sistematica e spietata di quel paradiso, che sembrava esser successa 'ieri', e senza aver lasciato alcunché di positivo; viceversa per l'indio zapoteca Orozco la conquista era cosa passata e, in prospettiva storica, si voleva ritrovare e sottolineare oggettivamente tutto ciò che di positivo e negativo era rimasto di entrambe le culture.

Diego Rivera (1886-1957)
L'Uomo nel crocevia dei cammini (dettaglio, Palacio de las bellas artes, Città del Messico) Questo gran affresco lo fece per il centro Rockefeller a Nuova York, ma siccome c'era anche il ritratto di Lenin (che Rivera non volle togliere) venne pagato e poi distrutto. Rivera, tornato in patria, ne fece una copia a memoria, che si trova attualmente nel Palazzo delle Belle Arti di Città del Messico. Rappresenta l'operaio, padrone della tecnica, domina l'universo contro le ingiustizie del vecchio mondo con le sue contraddizioni, lotte di classe,superstizioni, ed apre il cammino verso la cultura per mezzo della coscienza.

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Tutti e due, ognuno a modo suo, avevano fede in una società futura migliore, dove imperasse meno 'crudeltà, stupidità e barbarie'.

Certamente Orozco incorre in molte contraddizioni con le sue idee sulla storia socio-politica, in particolare in quella contemporanea, però esse non furono altro che il riflesso del pensiero che evolveva e cambiava orientamento, in accordo con gli avvenimenti, le situazioni e i diversi punti di vista della critica, dato ch'egli viveva in un mondo la cui problemática mondiale, e in particolare messicana, risultava abbastanza complessa.

David Alfaro Siqueiros (1896-1974)
Cuauhtémoc contro il mito 1944 (Tlateloco, sede dell'Unione case
L'antico eroe azteca distrugge il mito dell'invulnerabilità dei cavalieri spagnoli di Cortés, uccidendone uno con la lancia. Lo spagnolo brandisce un pugnale la cui impugnatura è una croce. Al centro, in secondo piano, è rappresentato il pusillanime re Moctezuma

Consapevole di tale situazione lasciò scritto: "Vivevamo in un mondo pieno zeppo di contraddizioni, e difficilmente colui che lo interpreta nella sua opera può dimenticarlo".


CLEMENTE OROZCO, L'UOMO IN FIAMME (EL HOMBRE EN LLAMAS)

La pittura misura 11 metri di lunghezza e si trova nel centro d'una cupola a 27 metri d'altezza.

L'Asilo Cabañas, nella città di Guadalajara, Jalisco, dove si trova), oggi si chiama Istituto Culturale Cabañas.

DESCRIZIONE: L'Uomo in Fiamme si trova nel centro del salone, che Orozco dipinse con altri 53 affreschi sulle pareti e sul soffitto.

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Gli affreschi rappresentano il mondo precolombiano, con i suoi riti primitivi e crudeli sacrificando esseri umani, in una società che sembra vivere e agire d'accordo a leggi inflessibili, scevra da ogni compassione.

Completamente opposta è la conquista spagnola, rappresentata in modo più oggettivo di quella di Diego Rivera, e di altri 'muralisti', mostrandone i lati positivi e negativi: lotte, distruzioni, eccidi, tanto degli spagnoli come degli indios, ma essa rappresenta anche l'arrivo della scienza, in opposizione alla superstizione, e della carità cristiana in opposizione alla crudeltà della religione autoctona.

Nella cupola dell'asilo, Orozco giunge alla conclusione: l'uomo. Un uomo nudo che cammina avvolto dalle fiamme, visto di scorcio, dai piedi in su, su un fondo che arde, intorno a lui ci sono altri tre nudi sdraiati, i cui corpi appaiono quasi completamente o solamente parti di essi.

In prospettiva e sfumato dal chiaroscuro che accentua poderosamente i volumi, uno degli uomini mostra il viso, e le sue braccia e gambe, che seguendo la rotondità della cupola quasi si toccano con quelle di un altro uomo il cui viso è visto di profilo, mentre un terzo uomo giace sotto il primo, di cui si distinguono appena una parte della nuca, le mani e parte del corpo disteso che toccano quelle del secondo uomo.

ELEMENTI FORMALI: i quattro uomini sono dipinti in toni grigi-metallici, con pennellate bianche che incidono e marcano gli elementi del viso ed altre parti dei corpi.

Si notano anche pennellate azzurre ed altre, quasi impercettibili, di un rosa pallido. In cambio nell'uomo in fiamme predomina il rosso acceso, il rosa e sfumature di azzurro che contrastano violentemente con i rosa, con i quali a volte si mescolano. Il disegno è sintetico, preciso e di linee dure, marcato e violento.

L'uomo in fiamme che sembra catapultato nel vuoto, partendo dal circolo dove si trovano gli altri tre esseri, si lancia nello spazio convertendosi in fuoco.

Il bianco puro e il bianco mischiato col grigio, il rosso e l'azzurro, proporzionano effetti di luce che risaltano il disegno e, allo stesso tempo, producono un maggior effetto dinamico.

GIUDIZIO CRITICO: sembra che Orozco abbia voluto rappresentare i quattro elementi che - secondo Empedocle -formano tutte le cose: la terra, simbolizzata dall'uomo semivisibile; l'acqua, dall'uomo dallo sguardo penetrante; l'aria, che è Eolo, dio del vento, il cui viso, visto di profilo, mostra appena uno sguardo che si perde lontano, e il fuoco che è lo stesso uomo in fiamme. Quattro elementi eterni ed immutabili, agitati dall'amore e dall'odio, il cui incontro, lotte, separazioni e combinazioni danno vita a tutto ciò che esiste nell'universo. La lotta eterna tra l'amore e l'odio crea la storia del mondo. Un giorno l'amore vincerà definitivamente e allora tutto ritornerà a formare l'unità iniziale, armoniosa ed eterna, che si era perduta un tempo a causa dell'apparire dell'odio.

Alcuni critici interpretano il murale come una glorificazione dei quattro elementi, mentre altri vedono in ognuna delle figure una simbologia dell'uomo stesso: l'uomo teologico, che simbolizza la terra, che si sveglia nel mondo e converte in dei gli elementi naturali che non comprende; l'uomo metafisico, che simbolizza il vento, il quale comincia ad aver coscienza, riflettendosi sulla realtà del mondo; l'uomo scientifico, che simbolizza l'acqua, il quale analizza i fenomeni, gli oggetti, le cose, penetrando con la ragione nelle loro essenze. Finalmente l'uomo di fuoco dovrebbe essere il simbolo di Prometeo, che ribellandosi agli dei consegnò agli uomini la scintilla del fuoco, che rappresenta, allo stesso tempo, la ragione e la libertà.

Così l'uomo, già libero, crea le arti nella sua costante lotta di superazione; l'uomo fatto fuoco di passioni, di aspirazioni e di conquiste, ma soprattutto padrone della sua vita, del suo destino e delle sue decisioni.

David Alfaro Siqueiros (1896-1974)

La nostra immagine (Istituto nazionale delle belle arti, Città del Messico)
L'uomo d'oggi, confuso e insicuro sulla sua futura vita

L'eco del pianto
(Museo d'arte moderno, New York)
La tragedia della guerra civile spagnola alla quale aveva preso parte come colonnello delle brigate internazionali. Al suo ritorno in patria organizzò e partecipò nel tentativo frustrato di assassinare Trotsky

Il diavolo in chiesa
(Istituto nazionale delle belle arti, Città del Messico)
In primo piano il popolo messicano, sopra, sul loggione la borghesia e le gerarchie ecclesiastiche, in alto il diavolo, simbolo della superstizione e della intimidazione ideologica

SitiWeb

Muralisti messicani

Testi

CLEMENTE OROZCO
Diego Rivera
David Alfaro Siqueiros

Nacher


Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Arte
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Aggiornamento: 09/02/2019