ARTE ANTICA MODERNA CONTEMPORANEA |
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Dall'elogio alla gloria: Il segreto nello sguardo. Memorie di Rosalba Carriera prima pittrice d'Europa, 2012, Colla Editore
Ricalcando il topos dell’artista simile al divino creatore, il corrispondente si esalta in un’iperbole d’adulazione, infervorato nella metafora fino a sfiorare la blasfemia, con parole che tuttavia ci introducono, in media res, alla fama e alla considerazione raggiunta dalla pittrice veneziana Rosalba Carriera (1673-1757) all’età di trent’anni. La sua personale interpretazione della miniatura su osso e avorio, creata come decorazione per le tabacchiere o come oggetto autonomo con ritrattino da offrire come petit cadeau, aveva ridato vigore a una tecnica ritenuta piuttosto statica. Intessendo i suoi fondelli con puntini grossi, filamenti aggrovigliati e zone risparmiate, realizzava opere che incontravano il gusto più moderno, che rispecchiavano una sensibilità più pittorica e meno formale, e che inserivano questa produzione minore in un filone di sperimentazione già avviata dai miniaturisti francesi. L’ampliamento della produzione di Rosalba Carriera con il ritratto a pastello su carta, proprio agli inizi del secolo, risente quasi certamente della amicizia familiare con Anton Maria Zanetti il Vecchio (1680 - 1767), uno dei più acclamati connoisseur di disegni del tempo, e senza dubbio arbitro del gusto e del collezionismo internazionale. Nonostante il successo riscosso dai ritratti a pastello, la richiesta di miniature non accennava a diminuire. Dalle parole della stessa Rosalba, al di là dell’artificiosa modestia che ne traspare, apprendiamo l’insicurezza con cui vive le sue nuove prove d’artista: Il continuo impegno nella miniatura, che mi lascia haver pocca pratica (nei pastelli), mi dovrebbe far degna di compatimento (Lettera di Rosalba Carriera a Hans Bötticher in Schwein, Venezia 1 dicembre 1706). Al contrario, la fitta corrispondenza dei committenti ci tramanda prodighi e lusinghieri paragoni. Nelle loro parole è sempre adulatorio il confronto tra i più grandi nomi della pittura e la produzione dell’artista veneziana, che ricordiamo essersi votata al genere del ritratto, oltre che per personale propensione, anche per evitare il conflitto, economico e di merito, con i più titolati colleghi pittori di storia. Per riprendere la lettera del 1703, Nicoli continua riferendo un gustoso aneddoto: Mentre il signor Giuseppe Maria Crespi, detto lo Spagnolo, pittore insigne bolognese, ammirava giorni fa la vostra bell’opera, lodandone singolarmente la fedeltà del disegno e la diligenza del colorito, vi fu uno, non so chi, che disse: che fortuna d’un pittore che havesse una sì virtuosa emola dell’arte per consorte; a cui egli ripigliò che bisognava, per ben accoppiarla, far risuscitare il signor Guido Reni. Il successo della pittrice che con i suoi delicati pastelli incontrava il gusto intimista e leggiadro del tempo era in costante e perdurante ascesa, tuttavia è con una miniatura su avorio, La fanciulla con la colomba, che Rosalba Carriera nel 1705 viene ammessa all’Accademia di San Luca a Roma. Questo prestigioso titolo e ambito onore sono frutto dell’interessamento di Christian Cole, segretario Lord Manchester, ambasciatore inglese prima a Venezia, poi trasferito alla corte papale. La corrispondenza tra la pittrice e Cole ci conduce giorno dopo giorno nell’affaire della nomina, dipanando tentennamenti e reticenze, sottendendo insicurezze e contrattempi. E nuovamente vien ripreso il paragone con il celebre bolognese, da parte del Principe dell’Accademia, il vecchio pittore classicista Cavalier Carlo Maratta (1625/1713) proprio in corrispondenza del conferimento. … li ho mostrato suo lavoro, che fu admirato egualmente da tutti noi. Il Sig.r Cavalier la teneva [la miniatura] più di meza hora in mano et diceva che V.S.Ill.ma Signora haveva chiesto un soggetto difficile, bianco sopra bianco, che avete fatto da maestra grande, che Guido Rheni no poteva fare più.(Cristiano Cole a Rosalba Carriera, Roma, 19 settembre 1705). Prima del viaggio di Rosalba Carriera a Parigi del 1720-21, che sancirà il suo trionfo con l’ammissione all’unanimità all’Académie royale de peinture et de sculpture, Pierre Crozat (1661–1740), raffinato collezionista e amico della pittrice, la blandisce con un altro paragone, che ne esalta sensibilità e virtuosismo: Parmi tous nos peintre, je ne connois que M. Vateau capable de pouvoir faire quelque ouvrage à pouvoir vous estre présenté – Tra tutti i nostri pittori, io conosco solo Monsieur Watteau che possa fare qualche opera che vi possa esser presentata. (Pierre Crozat a Rosalba Carriera, Parigi 22 dicembre 1716). Qualche anno più tardi e tuttavia sempre allineata sulle note della lode è l’intestazione scherzosa seppur eloquente di una lettera del marzo 1728 di Charles Antoine Coypel (1694/1752) figlio del celebre pittore Antoine Coypel (1661/1722), che indirizza una missiva à Antoine Corege dit aujourd’hui Rosa Alba – Ad Antonio Correggio detto oggi Rosalba. Ed infine, a suggello di una vita in cui arte e affermazione si sono intrecciate in un perfetto minuetto, le parole di Giovanni Ludovico Bianconi, medico della casa reale di Sassonia, ci descrivono il Gabinetto della Rosalba, voluto e così nominato dal re Augusto III, il suo più caparbio collezionista. È una grande e luminosissima camera tappezzata di verde, che guarda sopra una larga e bella piazza. La lunga facciata che è dirimpetto alle finestre è riporta dalla cima a fondo dei più bei pastelli che sieno mai usciti dalle mani di questa valorosa pittrice, e forse saranno più di 100. In mezzo a loro, come nella sua reggia, si vede primeggiare il ritratto di questa immortal veneziana fatto da se stessa. (G.L. Bianconi, Elogio storico del cavaliere Anton Raffaele Mengs con un catalogo delle opere da esso fatte, Milano 1780) Non più paragoni, non più elogi. Il Gabinetto di Rosalba sancisce il momento della gloria. Guido Reni, Antoine Watteau, Antonio Correggio, Anton Raphael Mengs, sono stati tutti grandi pittori accomunati dalla grazia di tocco e dalla leggerezza del colore, nomi oggi altisonanti che furono rispolverati a paragone delle opere di Rosalba Carriera, una pittrice di talento che oggi invece sconta un oblio – per quanto riguarda il grande pubblico - davvero immeritato.
Fonti:
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