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Adesso possiamo anche riallacciare il discorso al punto in cui eravamo partiti.

Perché non è banale infatti individuare le cause prime delle nostre azioni, ma anche i rimedi agli errori che possono essere commessi, spesso nella nostra ignoranza o in un insegnamento sbagliato.

Saremmo arrivati ai problemi attuali - sia politici, che economici ma anche ambientali e di relazioni internazionali - se avessimo veramente conosciuto il nostro passato, se ci fosse stata data lettura dei passi tramandataci da secoli?

Inutile ribadire che non si ha coscienza senza corretta informazione ed è molto probabile che sia proprio quest'ultima che potrebbe condurci a soluzioni migliori ai problemi quotidiani.

Purtroppo in questi ultimi tempi non si può solo parlare di ignoranza ma addirittura di un uso sfacciato delle menzogne per giustificare decisioni importanti per la nostra società.

E troppi sono stati gli anni in cui la conoscenza della nostra storia è stata offuscata se non distorta da insegnamenti dottrinali aridi di verità.

Nella relazione con gli altri non possiamo prescindere dalla sincerità: possiamo discutere il modo in cui essa viene comunicata, ma non sminuire il suo valore fino a stravolgerne l'essenza e tramutarla in menzogna.

Il risultato in questo caso sarebbe ben più grave della mancanza di coscienza, sarebbe un offuscamento difficilmente sanabile dei suoi stessi fondamenti.

L'ignoranza, soprattutto se alimentata dalla menzogna, non genera solo mostri, genera morte.

Non basta quindi preoccuparsi della coscienza storica dei cittadini, dobbiamo porci forse una domanda ancora più a monte: è utile ingannare il popolo?

Una simile questione fu posta, nel 1777, da Federico di Prussia alla migliore intelligenza europea del tempo: le risposte più brillanti vennero elaborate da due matematici (Frédéric de Castillon e Condorcet), ma ahimé furono del tutto antitetiche, come a dire che in realtà non era possibile una soluzione univoca al problema.

E’ davvero così? Concludiamo con le parole ferme e rassicuranti con cui Isaac Newton introduceva un suo studio sull'Apocalisse:

Perciò quando sei convinto, non vergognarti della verità, ma professala apertamente e sforzati di convincere gli altri, così che anche tu possa ereditare alla resurrezione la promessa fatta in Daniele 12:3, che «coloro i quali inducono molti alla giustizia risplenderanno come stelle in eterno».


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L'autore di questo ipertesto è Mac - Deiricchi
Per problemi o domande su questo ipertesto contattare Galarico - Homolaicus
Ultimo aggiornamento: 07-dic-2005.