LA TRAGEDIA DELLE BACCANTI: IL TEATRO GRECO: LE MASCHERE

LA TRAGEDIA DELLE BACCANTI
OVVERO LA COSCIENZA INQUIETA DI EURIPIDE

Quando un uomo è abile nel parlare, su qualunque argomento può sostenere una lotta di parole

Euripide


IL TEATRO GRECO: LE MASCHERE
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All'inizio gli attori non usavano maschere ma trucchi a base di biacca. Fu Tespi, il creatore della tragedia, a introdurre l'uso della maschera di lino, a volte di sughero o di legno. Non se ne è conservata nessuna, tranne qualche copia di marmo o di terracotta.

Fu indotto a questa soluzione per motivi di forza maggiore: nel teatro una distanza di almeno 18 metri separava gli attori dal pubblico, che sedeva nella prima fila, al di là dell'orchestra, e circa 90 metri li dividevano dalle ultime file. Era quasi impossibile percepire i mutamenti del volto, così essenziali nelle rappresentazioni teatrali.

In effetti, ciò che più importava al pubblico greco, che non disponeva della guida di un programma, era di individuare subito il personaggio (un attore poteva cambiare maschera nel corso della stessa rappresentazione). Conoscendo approssimativamente la trama, il pubblico era in grado di individuare immediatamente dalla maschera il personaggio in scena.

La maschera finì col coprire tutta la testa, per cui non si usavano parrucche separate. La faccia veniva dipinta di bianco-grigio per rappresentare le donne, e con colori più scuri per rappresentare gli uomini. Mostrava lineamenti naturali ben marcati. Polluce enumera ventotto maschere di repertorio per i personaggi della tragedia.

Anche il coro portava maschere.


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Letteratura
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Aggiornamento: 25/04/2015