POESIE IN LIBERTA'


PATRIZIA CICCIA

Patrizia Ciccia, nata quarantun anni fa a Monasterace Marina, in Calabria. Dall’età di diciannove anni, vive e lavora a Bologna, dopo essersi laureata in veterinaria. Ma il mare è riuscita a portarlo con sé. Il ritmo dell’eterno infrangersi delle onde è spesso presente nei suoi versi. Scrive poesie, raccolte in tre libricini, che è possibile trovare qui.

Nei primi anni mi sono avvicinata alla poesia di Emily Dickinson, poi c'è stata la grande scoperta di Karin Boye. Ho letto Cvetaeva, Achmatova, Neruda e altri, ma i miei punti di riferimento nella poesia sono la Dickinson e la Boye.

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cristalli di ricordi

si infrangono

contro il muro del desiderio

nessun rumore

appartiene ad essi

solo un lento tintinnio

il ritmo di un sogno

frammenti di luna

riparati da nubi notturne

dissolvono al mattino

ogni singolo timore

si ripete il rituale del giorno

quando all’alba

soggiunge lo sguardo

di un nuovo amore

ma questo solo

per chi crede

nella luce del sogno

allora pulsano le arterie

a portare il saluto

della vita rinnovata

è lì che nasce germoglio di sorriso

tra crepe avvizzite di delusioni passate.

* * *

lo sa il merlo

che oltre la barricata

c’è un gatto che freme, trema, dondola?

vibra il pelo contropelo

te ne curi, merlo?

il gatto diventa pantera

affila le unghie

sgrana gli occhi

fissa lo sguardo

immobili i muscoli

che nessuna mosca voli!

ridi, merlo?

deposte le armi,

pantera è di nuovo gatto

indifferente si acciambella al sole…

* * *

lievemente

prende forma la sera

lentamente

senza fretta

si organizzano i sogni

senza ordine

né priorità

come fiori a primavera

e così attendo

il rientro delle ore

giungono danzando

come fate e folletti

senza ragione apparente

nella magia

del ripetersi nuovo

a ritmo del respiro profondo

il cielo tenue infuocato

ecco la sera

che il tutto accoglie

* * *

ci sono nuvole che sembrano virgole in cielo

ci sono emozioni sentite che sembrano amori

pungono forte nel petto

e calde scendono in gola

la lingua è un nodo pesante e inutile

le parole restano pensieri

ci sono amori che sembrano veri

respiri soffocati

aliti nel vento

ci sono amori… ci sono…

che come verdi foglie si staccano presto dai rami

verdi… quando accade si ingoia dolore

allora, lo sguardo è ferito, segue in volo

l’acerba sentenza

inerme lo sguardo… e il vento decide

per la foglia e per l’amore

nuvole, virgole del cielo!

* * *

cosa arresta la corsa del ramo verso il cielo?

perché, nel suo anelare a toccare il punto più alto,

è implicito il curvarsi alla vita?

chi suggerisce all’onda di allontanarsi sicura dal mare,

desiderosa di toccare la sponda lontana

e infine ritrarsi, per sconfitta o vittoria?

perché, lottare cercando la felicità nel respiro che d’aria riempie i polmoni,

se, come sabbia che fugge tra le dita la lasciamo scorrere?

Anacronistica clessidra di contraddizione,

è forse questo il segreto? il ritmico espirare dell’inspirato, trasformandolo, nel frattempo, in sangue?

è questo il segreto? la convivenza della contraddizione?

sono nuvola

banderuola del vento

aquilone senza filo

mi aggroviglio

sorvolo

trasporto essenza

fluttuo sospesa

la ragione dell’essere

è nella mia essenza

vago distratta

assorbo mi gonfio

vengo soffiata

spostata

di posto cambiata

non resto mai ferma

e torno mai

nello stesso punto del cielo

nuvola dalla forma informe

mi dissolvo se occorre

gioco col sole

nascondo la luna

senza pensieri

mi sollevo, mi libro, essenza distratta

* * *

.............................

paziente

intreccio la trama

dell'attesa.

disegno

reti a maglie strette

ne conto i nodi

a scandirne

il tempo

polverose clessidre

immobili.

giorni imbrigliati

preda ignara

costretta

tra le mie strette maglie

nell'attesa di un incontro

* * *

non parlo d'amore

non ne conosco i tratti

sento il desiderio

che spinge

e in spasmi si contrae

non scrivo dell'amore

non sono dotta in materia

di me si nutre passione

non gioco con l'amore

ignoro le sue regole

vivo nell'anarchia

dettata dal cuore

non fuggo

affronto

come vela spiegata

dall'impeto del vento

decisa,

si lascia trasportare

vivo del mio sentire

respirando emozioni

che per errore

chiamo amore

scrivo

tu

non leggermi

potresti credere

che tra le righe

abbia scritto

amore.

* * *

CENESTESI

avverto silenzi

chiamano dentro

nel vuoto che si sente

tra lo stomaco e il cuore

a volte sfioro

inconsapevoli espressioni

di incanto

con maestria

resetto ricordi

di sensazioni riflesse

attingo da vorticosi

anioni di estasi

ingoio confusa

parole dal vento

perdo immagini

in buchi neri

in fondo all’anima

ascolto musica

e note colorate

ritemprano

il mio cielo


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Letteratura
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Aggiornamento: 27/11/2012