Gioia Lomasti nasce nel luglio
1973 a Ravenna, dove attualmente vive e lavora come impiegata in ambito
culturale. Sin da bambina riversa nella scrittura la sua più grande
passione, attraverso la composizione di opere in poesia-prosa che
riscuotono numerosi riconoscimenti da parte della critica, grazie alla
partecipazione a concorsi di poesia ed eventi culturali della Regione
Emilia Romagna.
Con "Passaggio" si avvia la sua prima raccolta edita (Giugno 2008), una
sorta di diario dal chiaro sapore emozionale nel quale poeticamente si
racconta.
Nel Giugno 2009 crea la collana "Poesia e Vita", Autori Vari edita da
Rupe Mutevole, curandone personalmente struttura e stile. Sono stati
così realizzati in pochi mesi dieci volumi con cinquemila stampe
distribuite in tutta Italia, grazie all'adesione di numerosi autori e la
partecipazione collettiva a raccolte fondi per il sostegno di progetti
benefici; inoltre supporta la promozione degli scrittori, molti dei
quali, essendo emergenti e di grande espressività poetico-narrativa,
necessitano di un giusto sostegno per conseguire una maggiore
visibilità.
A dicembre 2009 la sua passione la porta a curare per
Radio Sonora, una
radio web della bassa Romagna gestita in ambito comunale, l'appuntamento
in "Poesia e Vita" tramite un laboratorio creativo con la realizzazione
di puntate settimanali a favore di tutti gli artisti che vorranno
partecipare (scrittori e cantautori) ricreando uno spazio a loro
dedicato.
Tra gli ultimi suoi progetti, va sottolineata la pubblicazione "Dolce al
soffio di De André", un gioco di complicata delicatezza, una dolce-amara
prosa dall'incalzante melodia e dalla raffinata maestria nell'uso della
versificazione che, intrisa di autobiografismo al viaggio musicale "In
Direzione Ostinata e Contraria", vuole essere un sentito e accorato
omaggio al più grande "Cantautorpoeta" italiano, Fabrizio De André.
A marzo 2010 esce il suo terzo libro in cui collabora come coautrice
alla stesura di una biografia per un Disk jokey dedicata al mondo della
musica e della discoteca, dagli anni 70 ad oggi dal titolo "Mixando la
mia vita tra le note e i colori". Crede nel valore dell'amicizia.
Questa nuova opera della poetessa Gioia Lomasti, prende il
nome di "Dolce al soffio di De André", non per un caso fortuito o per
un gioco di parole fine a se stesso. Si tratta invece di una scelta meditata e
consapevole, legata al ricordo e al desiderio di rendere un giusto tributo al
grande Fabrizio: un viaggio "ostinato e contrario" lungo l'orizzonte
melodico della poesia per esplorare non solo le profondità di un eccezionale
cantautore, ma anche per penetrare più a fondo nell'animo umano mettendone a
nudo le contraddizioni e gli scoramenti.
Rapir fazzoletti intinti nell’oro
celarne a scempiaggine
d’un marchio al decoro
del tesser riflesso
in sabbia smeriglia
a specchio si coccola
e adorna la figlia
da mani di smalti
si smaschera l’uomo
che sfalda a fatica
e spegner del buono
imponendo e infrangendo
l’astuto ritegno
di esser paga a se stessi
in oncia di legno
spiccando silenzi che riporne al corteo
a cenci lasciati
di vanto al suo neo
in battenti si chiude di vita che muore
con la sola beltà del sentirsi signore
Smisurata preghiera
Perseveranza s’inflisse
lungo le chiome d’arcobaleni
che nel calarne d’avverso
sporcò il pilastro d’un ciel sereno
veder promuover la caparbia
d’una sapienza che in voi irrigate
di sotterrarne la nostra guardia
porre mattoni sulle borgate
legar del piccolo gnomo
posto a implorare cospetti all’osso
al sopperirne del dono
del contrastarne di voi sommosse
giunger le mani a preghiera
che d’ostinata ne abbraccia e sdegna
contraria a strugger d’un fiore
restar risposta al nome insegna
che tripudiarne la vita intera
al solo canto fu sorto
percorrer grido dalla voliera
dell’intonarne d’ascolto
Via del Campo
Mendicante dei sogni
dagl’occhi d’avorio
incantata ne resta il sospiro
del tuo canto di spezie in piatti di foglia
io m’inchino d’innanzi
alla sorte
d’un viso
braccia fosti alla terra e gambe ritorte
nel tuo freddo portasti a sognare
coronando il calore dei doni miei morti
nel tuo cuore al mio solo sperare
al prostrarne ne osservo l’immagine pia
nei tuoi pegni racconti alla vita
lievemente rimembra e a spugna s’avvia
di rugiade ne empi a salita
al dolor volta appresso la carta scordata
che riluce in moneta sospesa
di quell’ode restarne del freddo annodata
litania
resa d’anima
attesa
Il suonatore Jones
Solcasti la brina
di pezza imbrattata
e in te sognatore
porgesti sfaldata
che d’ossa imbrunirne
al fletter di fango
d’un mesto ricordo
lenisti invocando
rugiada dell’esser
che d’animo prese
dell’angelo in terra
imprimer comprese
a suono compianto
calor d’un momento
regalo d’incanto
carpirne d’unguento