POESIE IN LIBERTA'


LUCIANO SOMMA

Sono nato a Napoli il 18 Marzo 1940 dove vivo e lavoro svolgendo l'attività di rappresentante di componentistica per auto per Campania e Molise per conto di ditte del Nord.

Ho iniziato a scrivere versi a 13 anni ed articoli su periodi e riviste specializzate fin dagli anni 60.

Ho partecipato a moltissimi concorsi vincendone parecchi. Tra i premi: due volte medaglia d'argento del Presidente della Repubblica e laurea HC in lettere e filosofia.

Inserito in centinaia di antologie, anche scolastiche, ho al mio attivo diverse pubblicazioni sia in lingua che in Napoletano.

Sono iscritto alla SIAE dal 1967 come paroliere: oltre 500 canzoni edite od incise.

Presente in moltissimi siti web:

L'ALBA DI DOMANI - Poesie - Ed. NOIALTRI (Messina) Libro di 30 poesie, tutte tradotte in Inglese, abbinato ad un CD con le poesie recitate dall'attore ANTONIO MENCARINI, con appropriati sottofondi musicali. Il libro € 5 + CD € 15
www.italiamerica.org/l'alba_di_domani.htm 

OMAGGIO A NAPOLI - 11 Poesie napoletane scelte recitate dall'attore ANTONIO MENCARINI con sottofondi musicali € 10

C'è ancora un sud (pdf-zip)

Luciano Somma

SI RESTA QUI

Si resta qui
a guardare gli uragani
una ruota girare all'incontrario
i treni fermi oziare sui binari
seduti su una comoda poltrona
si resta qui
tra oggetti inanimati indifferenti
disassociati ormai dal divenire
d'un altro giorno che sarà diverso
solo per chi lo vive in prima linea
si resta qui
nel guscio d'una squallida conchiglia
fieri d'un egoismo ch'è sovrano
che regna dentro al corpo e nella mente
che forse non ha più nulla di umano
si resta qui
a contare il trascorrere dell'ora
volta sicuramente all'imbrunire
in lenta attesa d'una lunga notte
si resta qui e restando è un po' morire.

DATEMI

Datemi l'aria vergine
dove non c'è rintocco di campana
che suona ad ogni attimo
rabbiosamente musica di morte
voglio il respiro
della dimenticata primavera
con la sua aurora e il canto d'usignolo
coi prati che profumano di viole
il mio non è un pensiero ergastolano
se cerca di volare ancora libero
stagliato in alto verso un cielo limpido
nella speranza dell'umano credere
datemi la certezza nelle lacrime
d'un bimbo slavo mutilato ed orfano.

BASTERA' QUESTO AMORE

Ma basta veramente
un cielo chiaro
e il sole oppure un fiore
o il mare
a dare a questa vita
nostra vita
tra mille pianti
gocce di sereno
e basterà l'amore
questo amore
a dare un senso nuovo
del domani
per approdare
uniti all'altra riva
avvolta dal mistero
oggi non è così
se la tempesta
dei sentimenti
inchioda le promesse
mettendo in croce
l'ultima speranza
per qualche brivido di luce
che resta.

I POETI

I poeti attendono
lo sbocciare d'un fiore
spezzando
le catene di tante convenzioni
pur di vedere
la libertà in un volo di gabbiani.
I poeti pagano
conti salati
a banche senza fondi
urlando tutta la rabbia
scritta in fogli sparsi.
I poeti soffrono
ma le loro ferite - come melograni -
restano aperte
davanti a una crudele indifferenza.
I poeti sognano
spaziando in universi
di amori irrealizzabili
isolandosi nel loro mondo
popolato da nani e da giganti
in molti li considerano pazzi
se li vedono piangere
accarezzando una conchiglia morta
e non è giusto

CARO PAPA'

Ti vidi per la prima volta,
da bambino,
bere con le mani aperte
alla sorgente della vita,
avevi il volto dell'alba
chi eri?
un albero di speranza
dai frutti maturi.
I riflessi del fiume
sembravano diamanti arabescati
e l'acqua
aveva il gusto della gioia.
Il contadino
aveva il volto buono di mio padre
mani callose, dure,
ma che s'intenerivano
quando carezzavano la mia guancia.
L'irrazionale pensiero d'un bambino
assorto al gioco
aveva un suo "credo".
Ora il ricordo
non può colmare il vuoto
e la lontananza
ha il più amaro dei sapori
caro Papà.

ASPETTIAMO CHE VENGA LA FINE DEL GIORNO

Prima di fare programmi
aspettiamo che venga
la fine del giorno
ora voliamo liberi come sparvieri
tra gli agrumeti
o sul profumo inebriante
di zàgare
sulla bocca del Vesuvio
o tra le nevi di Marilleva
con questo capriccio d'amore
col mare amico
sotto un cielo stupendo.
Aspettiamo che venga
la fine del giorno
sui nostri corpi d'amanti
sulle nostre bocche
ancora avide e assetate
sulle nostre braccia
ancora giovani
adesso
alzati ancora sui talloni
per sembrare più alta
e gridami ancora SEI MIO
con tutta la voglia
con la febbre dei sensi
alle stelle
in questo pazzo momento.
Domani
un battito di ciglia
e sarà tutto un rimpianto
prima però
aspettiamo che venga
la fine del giorno.

BRONX

E' una nota stonata
il palpito d'un poeta
in questo Bronx
non può sintonizzarsi
nell'etere
dove i suoni
hanno ritmi di rabbia
tra uragani criminali
su tangenziali di camorra
la voce del mare e lontana
anni luce
come distante, fin troppo,
il volo d'un gabbiano
non parlate mai d'amore
in questo Bronx
tra orge di sensi in delirio
sareste derisi
qui Cristo è il Giuda del momento
Dio è un padre snaturato
la Madonna un quadro oleografico
come punto di riferimento
da invocare nel momento del bisogno
in questa giungla
dove l'urlo di Tarzan
diventa legge
l'uomo
è solo un nome da dimenticare.

NEI CAMPI

L'urlo del vento
violenta
la pace dei campi
l'umiltà contadina
è derisa
da beffe di pioggia
su pannocchie spezzate
negli artigli del tempo
soltanto
speranze ingabbiate
la ruota del mulino
si è fermata
in un gioco di luci
che illumina
lo stupore del silenzio.

SIGNORE SCANSACI

Il ventre della terra
ha fuochi accesi
che bruciano le ali d'un gabbiano
nell'indifferenza quotidiana
dei silenzi
nasce il desiderio
di cambiare il mondo
coi sognanti programmi
d'infinito.
Signore scansaci
dai falsi miti
dai colossi d'argilla
dai presagi barattati
dagli alberi
di mele marce
dai Giuda e dai Pilato
dall'odio delle razze.
Signore scansaci
da chi ci chiama fratello
nella sala d'attesa del patibolo
per consegnarci al boia senza uno scrupolo,
è meglio che restiamo figli unici
nutrendo nel profondo delle anime
l'immenso seme dell'umano credere.
Signore scansaci
da quest'incendio
di parole al vento.

UN'ALBA DIVERSA

Ci tuffiamo
nell'acqua chiara
del millennio
nell'attesa
di nuove mietiture
rompendo i muri
dei silenzi
dell'indifferenza
dell'apatia
navigando
nel verde mare
senza alghe inquinate
senza tempeste
col cielo limpido
specchio d'una realtà
senza confini
dove il colore della pelle
non sarà un optional
ma una certezza
di fratellanza
d'amore
di parità
nel 2000
disegneremo
il volto
godibile
d'una nuova alba
diversa.

PASQUA

Nella valle dei sogni perduti
ci sono tre croci
da una di queste
sanguina il nostro Cristo
crocifisso
coi chiodi dell'odio
attorno alla fronte
pungono
le spine del disprezzo.
Ma da sempre
dopo la tempesta spunta il sole
domani
suoneranno le campane della pace
sulla terra ancora
verrà la Pasqua
e tornerà a risorgere
Gesù.

SAN VALENTINO

Tuffati nei miei sogni
là dove
vi è fragranza del pane ancora caldo
il profumo del latte
appena munto
un cielo terso
un volo d'aquiloni
un mare calmo
tra giochi di lampare
tuffati nei miei sogni
nelle onde d'un bene
appena nato
che lievita ogni istante
carezze d'alba
in notti senza memoria
di passeri impazziti
tuffati nel mio calice d'immenso
troverai un'ostia vergine
sull'altare del mio amore
sarà la nostra comunione
vivere.

La mia ricchezza (doc-zip)

Pianeta dei silenzi (doc-zip)


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Letteratura
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Aggiornamento: 27/11/2012