Diabolik proudhoniano, maoista, moderato…

LINGUAGGIO E COMUNICAZIONE


Diabolik proudhoniano, maoista, moderato…

1. Il contesto

Diabolik nasce come fumetto del terrore all'inizio degli anni sessanta. La trovata degli autori è di fornire il protagonista di maschere in grado di fargli assumere le sembianze di chiunque. La cosa che terrorizza di Diabolik è proprio questa sua possibilità di sostituirsi a chiunque. L'ambientazione originaria è in Francia. Non a caso Diabolik lavora per lo più a "Clerville" e si parla anche di città realmente esistenti. Pian piano però la nazione concreta sfuma e negli ultimi decenni si può dire che la nazione in cui Diabolik vive è una media dei paesi europei occidentali. Anche quando Diabolik va in trasferta non si utilizzano mai posti reali, ma solo ambientazione reali (es. le isole dei tropici, l'oriente, ecc.). I nomi dei vari personaggi sono per lo più italiani; i cognomi invece sono vari, tuttavia la grafia è sempre italiana (es. Radié). Le auto sono quasi sempre modelli reali o simili a quelli reali. Diabolik usa dal primo numero la stessa Jaguar nera.

La cosa interessante è che la realtà sociale si rispecchia quasi sincronicamente in quella del fumetto. Così in ogni periodo la moda, le auto, le case, la parlata e tutto il resto sono presi dal contesto. Rimangono solo alcune tradizioni come la Jaguar, il crocchino di Eva, ecc.

2. Diabolik e la società

All'inizio Diabolik è un criminale assolutamente insensato. Spietato fino all'assurdo, uccide di continuo spesso senza ragione. Sulla sua strada quasi sempre figli debosciati di nobili e nobili declassati da rapinare e uccidere. Da subito trova Eva e dal terzo numero è strettamente monogamo. All'inizio la crudeltà efferata porta Diabolik a non potersi confrontare in modo realistico con la società. È uno squilibrato che ruba e non si interessa a nulla che non riguardi il denaro e i gioielli. Ma con l'inizio delle lotte operaie Diabolik è in qualche modo costretto a fare i conti con la nuova realtà. La violenza viene ad assumere un ruolo sempre minore e Diabolik inizia a tornare normale. I suoi nuovi "clienti" non sono più nobili, ormai un anacronismo[1], ma capitalisti e criminali mafiosi. Il nuovo ambiente politico spinge Diabolik non solo a diventare un uomo normale, simpatico, umano, ma lo spinge fino alle soglie del maoismo. C'è infatti un famoso Diabolik "manifesto" (“Il marchio dell’infamia”) in cui Diabolik esalta la Cina della rivoluzione culturale. Anche il femminismo come vedremo, entra di prepotenza nel fumetto, con Eva che si emancipa in modo aggressivo e conflittuale. Negli anni ottanta Diabolik è un impiegato del crimine, miliardario ma tutto sommato progressista. Inizia a fare del bene senza ragione e uccide solo per difesa. All'inizio Diabolik era uno spostato, ma proprio per questo era un elemento di rottura. Gettava scompiglio nelle stanze dorate delle ville che rapinava. Negli anni settanta Diabolik si è allineato all'ambiente dominante, comunista. Negli anni successivi è rimasto un conformista, magari un po' più a sinistra. Per questo anche se ora Diabolik ha un carattere realistico, è meno graffiante, perché il suo operato non fa per niente male alla società. Ruba soldi ai mafiosi, elimina criminali si diverte a superare ostacoli insormontabili, ma non spaventa nessuno. La vecchiaia di Diabolik è tranquilla, piatta, rotta da colpi spettacolari e poco più.

3. Diabolik e l'apparato repressivo dello stato

A contrastare Diabolik c'è da subito l'ispettore Ginko. Ginko è all'inizio un personaggio simile a un commissario francese, sulla cinquantina. Il suo amico Gustavo, giovane playboy, dovrebbe fargli da spalla. Poi Ginko ringiovanisce e Gustavo scompare. Attualmente Ginko è pressoché coetaneo di Diabolik, 35-40-45 anni (da ormai due decenni…). Ginko è sempre stato un personaggio contraddittorio del fumetto. Infatti in una storia di solito c'è l'eroe che vince contro vari nemici e poi ci sono i nemici che, anche se forti, devono cedere alla grandezza dell'eroe. Qui però Ginko è in gamba almeno quanto Diabolik. Occorre perciò conciliare la perenne sconfitta di Ginko con la realtà del suo genio.

Così ogni tanto Ginko prende altri criminali, anche se il suo interesse principale è Diabolik. Da qualche anno la sua donna è abbastanza in ombra, seguendo il declino della sua classe (Altea è infatti una aristocratica). Poiché i Diabolik sono nati in ambiente francese si parte con la ghigliottina, strumento che ritroviamo tuttora. Ci si potrebbe chiedere come mai la pena di morte non abbia seguito l'ambiente generale del fumetto, scomparendo negli anni settanta o dopo. E' abbastanza chiaro: se Diabolik rischiasse solo l'ergastolo il fumetto non avrebbe più senso. Infatti sarebbe finito il rischio, si tratterebbe per Diabolik di fare colpi con la seccatura, di tanto in tanto, di scappare dalle prigioni in cui starebbe scontando l'ergastolo. Per il resto lo stato in cui vive Diabolik si dimostra abbastanza progressista.

La polizia poi è un caso a parte. Sin da subito ha una tendenza spiccatamente garantista. Ginko poi è garantista sino al paradosso. È il poliziotto irreprensibile che spara pochissimo e difende i diritti di tutti a ogni costo, compresi naturalmente quelli di Diabolik. Punisce severamente i poliziotti dal grilletto facile e invariabilmente chi spara con facilità finisce male e compie disastri. Nelle svariate volte in cui Diabolik è stato preso il sistema carcerario è sembrato piuttosto decente. Il sistema giudiziario sembra una via di mezzo tra il sistema anglosassone e quello latino: si vede la corte ma anche il giudice come figura centrale.

4. Diabolik e il furto

Diabolik ruba esclusivamente per piacere. Già dal primo numero è ricco e non lega mai la propria attività all'autofinanziamento. Anche quando diventa povero per alcune circostanze, con la propria conoscenza delle formule chimiche delle maschere, torna presto al proprio normale tenore di vita. Sembrano esserci solo due parametri nella scelta del colpo da fare: il valore assoluto e la bellezza-rarità dell'oggetto (una teoria del valore tanto oggettivista che soggettivista!).

5. Una parentesi di realismo

La ricerca è impostata su come la realtà sociale si riflette nel fumetto. Tuttavia mi permetto un excursus sul realismo delle trovate del fumetto. Sarà un elenco dei punti che mi appaiono più deboli.

Le maschere sono un trucco puerile, non solo infatti non permettono la traspirazione, ma non possono comunque coprire la conformazione cranica di chi le indossa. Al contatto fisico sono riconoscibili né si comprende come possano simulare il buco della bocca o del naso. Inoltre il fisico di una persona non è solo la "corporatura" come dicono sempre Diabolik ed Eva. Se si può ingannare un estraneo, non è certo possibile ingannare il marito o il figlio. Tanto per fare un esempio le mani sono qualcosa di assolutamente personale, proprio come il viso, ma Diabolik non ha certo "maschere" per le mani. Le trovate delle fughe sono spesso inutili, dispendiose economicamente e cervellotiche. Diabolik iniziò a usare un laser portatile circa vent'anni fa. Praticamente era più avanti della Nasa.

Gli acidi di Diabolik poi sono ignoti al resto dei chimici di questo pianeta. La tuta è un altro non senso e fra l'altro è scomodissima. Eva spesso si mette la maschera sopra il crocchino eppure non si vede. L'imitazione della voce di un uomo è possibile nei suoi tratti generali, nella sua inflessione, ma non certo in tutte le sue componenti. Infatti la pronuncia non è per un uomo singolo, una pedestre applicazione dell'accento della sua zona: spesso ha avuto parenti, amici di altre zone e da loro ha imparato alcune parole, ecc. Insomma nessuno può imitare la voce di un altro uomo senza farsi scoprire da amici o addirittura dal coniuge del sostituito. Inoltre quando ci si sostituisce a un uomo le abitudini da studiare non finiscono mai. Ci vorrebbe uno studio di almeno 2-3 mesi solo per ingannare gli amici. Il coniuge poi non sarebbe ingannato in nessun modo. Come simulare infatti i rapporti normali tra coniugi (e non solo sessuali)?

6. Il ruolo di Eva

Eva compare nel terzo numero come ricca vedova senza scrupoli. Per anni rimarrà solo una bella donna che consola quasi solo sessualmente l'eroe. È formosa, avvenente, ma senza nessuna iniziativa. Diabolik la tratta da idiota; è perfino superstiziosa, si occupa solo di scemenze. Il suo cervello si attiva solo per amore quando Diabolik è in pericolo o in prigione. Pian piano però le lotte sociali aiutano il personaggio Eva nella sua emancipazione. Tutto d'un tratto in pochi numeri il rapporto Eva-Diabolik si fa conflittuale e Diabolik deve riconoscere a Eva il ruolo di parigrado. Eva rinfaccia a Diabolik il suo tentativo di lasciarla un'eterna bambina e Diabolik è interdetto. Da allora il loro contributo ai colpi è circa paritetico. Il fisico di Eva segue l'ideale femminile di ogni periodo: nasce formosa e mangiauomini. Negli anni settanta è magra e interessante. Oggi è una modella.

Appendice storico-estetica-morale-gnoseologico-organica [2/95]

La nostra è un'analisi principalmente sociale e politica. Per il resto c'è poco da notare. In realtà Diabolik è molto povero di vita sociale perché i protagonisti devono per forza vivere isolati. Ecco perché le loro scelte politiche spiccano bene, non sono il risultato della loro vita sociale (amici, lavoro famiglia ecc.) ma solo una scelta individuale. Quindi tutto deve essere desunto dalla conoscenza del lettore stesso. Da qui la buffezza di tutti i sottintesi di una realtà di trent'anni fa. La storia è imperniata sui quattro protagonisti i quali hanno ognuno rapporti molto intensi con gli altri tre. Fuori dal quadrilatero c'è il vuoto totale. Sì, ci sono figure di contorno (Gustavo, la "squadra" di Ginko, i parenti di Altea, personaggi che riappaiono ogni tanto ecc.) ma non contano quasi nulla e soprattutto contano sempre meno. Ogni storia è chiusa in sé perché non c'è nessun legame da rispettare, nessun rimando da storie precedenti se non i rapporti tra i quattro.

Molto apertamente Diabolik e Ginko sono concepiti come forze uguali e opposte, si ammirano e si odiano (attirano-respingono) ma non possono eliminarsi perché scomparirebbe anche l'altro. Le poche volte che uno dei due ragiona sulla vita senza l'altro non sa che dire. Così entrambi lottano perché l'altro resti al centro della scena (Diabolik ridicolizza gli altri commissari). Quando proprio si deve lottare allora Diabolik dice a Ginko che tanto la lotta continua, lasciando intendere che loro due sono solo una specificazione concreta dell'eterna lotta delle forze fondamentali. Altea doveva arrivare, non poteva restare una situazione in cui erano due contro uno. Ha ristabilito la simmetria.

La lotta tra le due coppie è però soltanto causata da questa formazione economica perché niente li divide. Non solo hanno le stesse idee su tutto, ma sono molto simili, soltanto che Diabolik ha scelto di stare dall'altra parte. All'inizio Diabolik uccideva chiunque gli capitava a tiro ma pian piano si uniforma alla sua metà, Ginko, che spara molto poco. Poiché i quattro sono talmente isolati ed è molto difficile introdurre un nuovo personaggio, le storie devono sempre e solo basarsi sulla interazione tra loro. Si vedono casi in cui il modo con cui Diabolik e Ginko si incontrano è ridicolo, casuale fino all'inverosimile, però ci deve essere e infatti Eva e Diabolik lo teorizzano dicendo che Ginko è sempre sulla loro strada. Data la completa simmetria dell'insieme, non è pensabile (se non come caso veramente raro) una storia senza una metà. Altrimenti verrebbe meno anche l'altra. Che farebbe Diabolik senza Ginko? E viceversa?

Come genere si può dire che nei primi anni Diabolik era molto caratterizzato eroticamente. Le donne erano sempre formose, provocanti e in abiti discinti. Poi la lotta della donna è penetrata anche qui e Eva ha fatto da battistrada alla liberazione sessuale ("Un amore nuovo").

Sulla questione del tempo: è variabile nel senso che ci sono cose che passano rapidamente ma in genere ogni anno di colpi deve valere non più di una settimana. Diabolik non ha fatto migliaia di colpi ogni volta che compare un nuovo episodio, è come se avesse fatti tutti quelli che servono a essere famoso più quelli "speciali" che servono alla sua caratterizzazione. Ci sono fumetti in cui passano decenni ("Due rose per Eva") e se si dovesse tenerne conto Diabolik avrebbe ormai 70-80 anni. Solo l'ambiente cambia: auto, vestiti ecc.

La classe sociale: Altea e Eva sono due nobili, anche se una ha scelto di stare con un poliziotto e non frequenta se non di rado i nobili e Eva ha comunque un passato burrascoso. Diabolik è ricco ma non fa che usare i soldi per investire in nuovi colpi. E poi il capitale può esistere solo come molteplicità di capitali e Diabolik è isolato, non può essere un capitalista perché è solo. Però è anche il massimo del borghese: solo contro tutti. L'esecrazione del fumetto contro sfruttatori, ricchi ecc. è comunque costante. Così costante da essere persino meno progressista di come potrebbe sembrare. Ossia in Diabolik ogni figura sociale concreta è veramente solo una concreta parte della classe. E ciò in modo assolutamente meccanico, quasi maniacale e porta al pessimismo. Tutti i nobili sono rovinati dal gioco, tutti i poliziotti corrotti finiscono male, tutti i figli dei ricchi sono debosciati, tutte le mogli dei ricchi (e vecchi) li tradiscono. Insomma le eccezioni sono così rare che le classi sociali sembrano quasi delle caste genetiche. Ciò può aiutare chi è stupido a capire alcuni concetti ma induce i più al cinismo.

Cos'è la tuta di Diabolik? Un feticcio. Molto spesso è addirittura controproducente quindi non è usata per le sue funzioni e comunque il dato funzionale è assai smorzato; Diabolik, specie i primi anni, deve essere vestito così. È un retaggio del satanismo sotto la cui stella Diabolik è nato? Non solo, rappresenta anche il totale isolamento di Diabolik dal mondo (anche da Eva che non a caso non metterà mai la tuta completa), la sua distinzione da altri criminali, da tutto. È il muro tra sé e il mondo. L'avidità di Diabolik è andata molto scemando nel tempo. All'inizio vendeva i bottini all'estero, adesso fa i colpi per divertimento e non ci pensa neanche ad andare dai ricettatori.

Il mondo di Diabolik è fatto a città, il che è ovvio perché gli autori hanno deciso quasi subito di staccarsi dal mondo reale e d'altronde non si volevano imbarcare nel ridicolo tentativo di dare una mappa nuova del mondo (tipo Howard con Conan). Allora si va avanti a città e di quale paese sia ogni città è ovvio (Cina, Brasile, Italia, Africa ecc.).

Nel quadro fatto sopra di classi sociali "ricorrenti", Diabolik che ruolo ha? Ha il compito di sanzionare la rispondenza di individuo a classe negando lui stesso questa relazione. Diabolik punisce i ricchi derubandoli, punisce l'avarizia, la depravazione, in genere punisce i vizi dei padroni (Diabolik non può rubare i capitali investiti). Ma non li punisce negando che debbano esserci, piuttosto li perpetua proprio sanzionandoli. Punisce il ricco e costringe tutti i ricchi a continuare così.

[maggio 1996]


[1] Comunque tuttora un certo ruolo per i nobili c'è, ma sono quasi tutti decaduti e risposati con borghesi.

Csepel - Xepel


Le immagini sono state prese dal sito Foto Mulazzani

Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Linguaggi
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Aggiornamento: 11/12/2018