D'AGENTE O DI CAUSA EFFICIENTE?

CONTRO LA GRAMMATICA ITALIANA


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D'AGENTE O DI CAUSA EFFICIENTE?

Che bisogno c'era di distinguere il complemento d'agente da quello di causa efficiente? In entrambi i casi il verbo reggente è di forma passiva e vuole la preposizione "da", semplice e articolata (a volte la locuzione "da parte di").

Era davvero così importante precisare la differenza secondo cui il complemento d'agente si riferisce a persone, animali o cose personificate, mentre l'altro riguarda soltanto gli oggetti? Non salta forse subito agli occhi che quanto vale per la grammatica, nella fattispecie, non può assolutamente valere per la prosa, dove l'uso metaforico degli oggetti è sempre possibile se non addirittura auspicabile, come p.es. nella poesia? Persino Marx, con l'aridissimo linguaggio dell'economia politica, s'era accorto che nel modo di produzione capitalistico vi è reificazione di rapporti umani e personificazione di rapporti materiali.

La grammatica pretende d'insegnarci a scrivere e poi si mette a disquisire se stiamo usando un oggetto in senso letterale o simbolico. Se i grammatici avessero detto che qualunque cosa o persona, in modo proprio o figurato, in grado di compiere un'azione espressa in una frase passiva, può essere indicata in un complemento di causa efficiente, sarebbe forse cambiato qualcosa? Avremmo forse avuto meno informazioni? Avremmo avuto più difficoltà nello scrivere le nostre frasi?

Semmai sarebbe stato meglio discutere di altre cose. P.es. se io dico: "la depressione degli studenti, da parte della grammatica del Sensini, è cosa nota", dov'è il verbo passivo? E si riesce forse a trovarlo in quest'altra frase: "la scoperta della grammatica pedante da parte del Sensini è stata un flagello per gli studenti stranieri"? Qui non si hanno forse dei nomi derivati da verbi transitivi? Eppure questi esempi calzerebbero a pennello nel paragrafo dedicato al complemento d'agente e di causa efficiente.

"Ci fu comunque una protesta da parte degli studenti stranieri", i quali si lamentavano che in questo caso il complemento esprimeva più la provenienza dell'azione che non l'agente, essendo il nome "protesta" derivato da un verbo intransitivo. Gli studenti infatti amano essere protagonisti e non sopportano che dei verbi intransitivi li smaterializzino come persone.

La grammatica fa inoltre distinzione tra "causa" e "causa efficiente". Se io dico: "dalla stanchezza la Zordan dormiva in piedi", chi potrebbe dire che qui non vi è alcuna "efficienza" nella stanchezza? Eppure i grammatici lo fanno!

Perché fare confusione usando la parola "causa" in due complementi diversi? Non si ha forse una bella pretesa "filosofica" quando si vuole imporre a degli alunni di scuola media di capire esattamente la differenza tra una causa "efficiente" e una no? Neppure gli storici sanno quando una causa è davvero "efficiente", forse i fisici o i chimici, ma solo quando un'azione produce una reazione uguale e contraria, che non è certo un'informazione particolarmente densa di contenuto.

"Alla vista della grammatica del Sensini, lo studente impallidì". Come si può negare a questo manuale l'efficienza di quel pallore? Eppure i grammatici lo fanno. "Aveva gli occhi rossi dal pianto": anche qui c'è la preposizione (articolata) "dal", ed è difficile credere che il pianto non provochi il rossore e le lacrime, eppure, secondo i grammatici, non c'è alcuna "efficienza", ma solo "causa". La quadruplice radice del principio di ragion sufficiente - tanto valeva dirci di far studiare ai nostri studenti questa tesi di laurea di Schopenhauer prima di sottoporli alla grammatica del Sensini, così almeno, col manuale in mano, avrebbero capito il senso dell'espressione: “Nulla è senza una ragione del proprio essere”.

In fondo son solo dei sofismi, in cui al massimo possono dilettarsi i grammatici, quando si sostiene che volgendo una frase dal passivo all'attivo si ha la prova provata della presenza di un complemento d'agente o di causa efficiente. Se io dico che "gli studenti gemevano dal dolore di dover studiare la grammatica del Sensini", sto esprimendo una frase che andrebbe messa nei complementi di causa e che non potrebbe essere rovesciata, facendo passare il dolore come soggetto. Eppure se io dico che "il dolore faceva gemere gli studenti", è difficile, avendo sottomano quel manuale, ch'essi possano contestarmi.


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Linguaggi
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Aggiornamento: 27/08/2015