COME E' NATA LA COMUNICAZIONE?

LINGUAGGIO E COMUNICAZIONE


COME E' NATA LA COMUNICAZIONE?

Sin dai tempi più primitivi il modo di comunicare è stato gestuale e verbale. Se è esistito un modo di comunicare solo gestuale, noi non lo conosciamo, né siamo in grado di descrivere il passaggio dalla comunicazione gestuale a quella orale. P.es. il mento dell'uomo di Neanderthal non era adatto ad articolare le parole come facciamo noi, eppure nessuno potrebbe sostenere che non parlava.

Il linguaggio dei gesti può apparire più primitivo di quello della parola perché con esso non si possono esprimere concetti astratti molto sofisticati, ma questo non significa che per secoli e secoli gli esseri umani si siano espressi solo a gesti. Peraltro se l'uso della parola fosse stato consequenziale a quello del gesto, noi oggi parleremmo soltanto. Invece sappiamo bene che un gesto, a volte, è molto più eloquente di mille parole.

Inoltre è tutto da dimostrare che il grandissimo uso di concetti astratti che oggi facciamo con le parole, sia di per sé indice di un progresso dell'umanità. La parola ha tolto immediatezza al gesto, rendendo più fragili (perché più contorti) i rapporti umani. Tanto è vero che per recuperare semplicità e spontaneità i giovani si dedicano tantissimo alla musica. Probabilmente la stessa sopravvalutazione della parola, rispetto al gesto, è stata una conseguenza della perdita di naturalezza nella vita umana.

Nell'antichità più remota i primi modi di comunicare che conosciamo sono stati i seguenti: tracciare segni sul terreno, fare nodi particolari mediante cortecce ridotte a spago (sistema di scrittura quipu), disegnare graffiti sulle pareti delle caverne, usare il tam-tam o altri mezzi naturali (trombe di conchiglia, corni di animali, segnali di fumo...) o artificiali (zufoli, tamburi, gong...).

Il suono veniva udito e ritrasmesso da un punto all'altro della zona. Molti di questi modi di comunicare esistono ancora oggi; altri sono stati trasformati solo nelle forme (vedi p.es i graffiti).

Lo scopo era semplicemente quello di dare informazioni e notizie sui vari avvenimenti della giornata, ma anche quello di poter lavorare insieme o di trasmettere le conoscenze apprese, o addirittura quello d'impadronirsi più facilmente dell'oggetto rappresentato (nel mito ebraico della creazione si riscontra questo allorché Adamo decide di dare un nome a tutti gli animali). Col tempo, a questi scopi, si aggiungerà quello di poter ingannare la tribù nemica o un individuo della stessa tribù.

Ciò che ha sempre stupìto l'uomo bianco, quando veniva a contatto con le tribù primitive che cercava di colonizzare, non era solo la velocità della loro informazione, ma anche il fatto che si riuscivano a trasmettere concetti abbastanza complessi in rapporto alla semplicità dei mezzi usati.

Nell'isola Luzon delle Filippine, p.es., si scoprì che con una certa variazione nei gridi umani, una tribù di negritos poteva trasmettere messaggi di questo tipo: "Dove sei?", "Che succede?", "Di che cosa hai bisogno?", "Vieni qua"; "Stati attento", "Sei stato bravo", ecc.

Là dove esistevano tribù ostili la comunicazione poteva essere affidata solo ai viandanti o ai messaggeri (l'informazione parlata). Nelle Gallie, ai tempi di Cesare, un decreto vietava al viandante di raccontare quanto aveva visto e sentito nei Paesi da lui attraversati, se prima non veniva interpellato dal magistrato.

Quando la notizia aveva il carattere di urgenza, il messaggero doveva correre, e se il percorso era molto lungo doveva usare il cavallo. Il servizio postale nasce appunto con l'uso del cavallo: il primo servizio regolare su un percorso fisso fu quello del 1691, tra Londra e Dover. Le stazioni di posta col cambio dei cavalli diventano un vero centro di smistamento delle notizie. I primi quotidiani inglesi nascono grazie a queste stazioni.

Un altro modo di trasmettere le notizie, prima che sorgano i moderni mezzi tecnologici, è stato quello dei piccioni viaggiatori, di cui si era scoperto il grande senso di orientamento. Brevi messaggi arrotolati in un bussolotto venivano legati alla zampetta del piccione, che viaggiava a una velocità di 80 km/h. Nel 1835 Charles Havas, per la sua agenzia di informazioni, riusciva a coprire in 6-7 ore i 380 km che separano Parigi da Londra.

COMUNICAZIONE E INCOMUNICAZIONE

Viviamo in un'epoca di grande comunicazione, eppure questo non fa progredire l'umanità come ci si dovrebbe aspettare. Più che altro la comunicazione serve per imbonire le masse, per addormentare le coscienze, per diffondere le ideologie liberiste dei potentati economici, non certo per ascoltare le esigenze degli oppressi. E' una comunicazione unidirezionale, dal più forte al più debole.

Se noi diciamo che il debole "risponde" quando dà risposte conformi alle nostre aspettative, noi dobbiamo anche chiederci se questo nostro atteggiamento non sia "comunicazione" ma "propaganda", cioè diffusione monocorde di un unico credo: che in occidente è quello liberista, che poi tanto "liberista" non è, poiché ogni forma di liberismo oggi viene contraddetta dalla logica del monopolio (concentrazione della produzione e centralizzazione dei capitali).

E' giusto aspettarsi una risposta conforme alle proprie aspettative, ma se questa risposta tarda a venire, quale deve essere l'atteggiamento? La democrazia, quella vera, si verifica non quando vien detto di "sì" ma quando vien detto di "no". Il tasso di democrazia di un qualunque soggetto o ente si può verificare nella misura in cui è capace di rispettare il "no". Se l'aspettativa è giusta, la risposta non tarderà a venire. Ma se tarda a venire bisogna chiedersi dove si è sbagliato.

Il nostro parlare (di noi occidentali) è un ripetersi di parole vuote, che per il Terzo Mondo non hanno alcun significato costruttivo. Gli stessi significati che noi occidentali diamo alle questioni fondamentali del diritto, che da sole dovrebbero, secondo noi, garantire la democrazia, appaiono, agli occhi dei popoli oppressi, come cosa del tutto formale e in aperta contraddizione con la vita reale.

L'occidente è un mistificatore della realtà in virtù di paludate parole, di ricercate espressioni di principio sul rispetto dei diritti umani, civili e politici. L'occidente fa esattamente il contrario di ciò che dice.


Le immagini sono state prese dal sito Foto Mulazzani

Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Linguaggi
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Aggiornamento: 11/12/2018