PELLE

ferre
Gianfranco Ferre

ITC "R. Serra" di Cesena
(Classe 2 C Igea)

In G. Ferre il visual è una donna completamente nuda, che cerca di coprirsi con una chioma lunghissima (spropositata) di capelli e soprattutto con una vistosa borsa di pelle a tracolla. L'abbinamento dell'oggetto in pelle alla pelle umana è molto evidente. Del tutto innaturale è l'atteggiamento della donna, che vuole e non vuole mettersi in mostra. Lo sfondo della foto non esiste, a dimostrazione dell'irrealtà della scena. E' ridicolo pensare che una donna-consumatrice possa sentirsi indotta a comprare questo tipo di borsa grazie alla donna nuda che la porta.

blasia
Blasia

In F. Blasia assurdità e volgarità sono più accentuate.

In una foto (entrambe si guardano dall'alto in basso) una donna (non si capisce bene se a casa propria o al ristorante) con una mano tiene una forchetta di spaghetti, mentre con l'altra si lecca (o ciuccia) un proprio dito (presumibilmente sporco di sugo).

blasia
Blasia

Nell'altra due ragazzi usano la lingua: lui per leccare un leccalecca, lei per leccarsi il proprio braccio, che porta la scritta "Evolution". Lui appare ridicolo, lei volgare. La parola "Evolution" ci ha fatto pensare e discutere: alla fine ci siamo detti che se avessero scritto "Involution" sarebbe stato più coerente col visual. Infatti non abbiamo visto alcun "progresso" nel passaggio dal leccarsi dita, braccia e leccalecca all'acquistare un prodotto frutto di scienza e tecnologia. E' forse un segno di progresso pensare che un oggetto in pelle sia tanto più desiderabile quanto più ricordi o si avvicini alla pelle umana? Dove arriveremo di questo passo: alla poltrona in pelle umana del megadirettore dei film di Fantozzi?


Risponde Gavino Sanna
presidente BgsDmb&B