STUDI LAICI SUL NUOVO TESTAMENTO


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GESU' E GESU'

I - II

di Daniel T. Unterbrink – AlterEgo Editore

Scrivere libri su Gesù è divenuta ormai quasi una costante, un po' sulla scia del successo mondiale de Il codice da Vinci ma certamente anche in seguito a un rinnovato vigore della ricerca storiografica sulla figura che sta alla base della religione cristiana. Ma se il romanzo di Dan Brown si colloca chiaramente nel filone narrativo e - pur riprendendo alcuni spunti a cavallo tra storia e leggenda - non pretende di essere più di un romanzo, il filone della ricerca sulla figura storica di Gesù è invece solidamente ancorato sullo studio delle fonti dell'epoca e sulla rilettura del Nuovo Testamento.

È proprio da un rigoroso e certosino confronto tra le cronache storiche dell'ebreo Giuseppe Flavio (I secolo d.C.) da una parte e gli Atti degli Apostoli e i Vangeli dall'altra che il ricercatore americano Daniel T. Unterbrink propone al grande pubblico l'ipotesi secondo la quale Gesù di Nazareth altri non sarebbe la rielaborazione in chiave spirituale di un personaggio storico in carne e ossa, quel Giuda il Galileo che fu tra i principali oppositori del dominio romano sulla Giudea e che pagò il proprio ardire finendo sulla croce. Secondo la tesi dell'autore, le successive voci sulla resurrezione, diffuse ad arte dai suoi seguaci, portarono alla mitizzazione e alla trasformazione di quel Giuda il Galileo in “figlio di Dio”, personaggio inventato per ricoprire il ruolo di salvatore e redentore modificando l'originario movimento, denominato “Quarta Filosofia”, in quello che sarebbe poi divenuto il Cristianesimo.

Il libro di Unterbrink si colloca in un filone meno nuovo di quanto si pensi. Ci stiamo riferendo a quella branca di ricerca che potremmo definire “revisionismo storico” e che, a differenza di quanto propugnato dai sostenitori della cosiddetta “ipotesi mitica”, non vede in Gesù una figura banalmente “inventata” sulla scorta delle antiche figure di dèi redentori (Mithra in primis), bensì una figura storica reale, protagonista del movimento giudaico di resistenza antiromana protagonista del I secolo d.C., trasformata successivamente in dio grazie all'opera di “san” Paolo di Tarso e della sua chiesa gentile, allo scopo di “ripulire” quel movimento dalle sue connotazioni politiche, riscrivendo la storia per rendere il tutto più accettabile agli occhi dell'impero romano e dar vita (più o meno inconsapevolmente) a un nuovo culto, basato comunque sulle religioni misteriche del tempo.

Quest'ipotesi è già stata proposta con forza da Samuel George Frederick Brandon (1907-1971), studioso inglese di religione comparativa e docente presso l'Università di Manchester, secondo cui Gesù era stato una figura rivoluzionaria legata addirittura al movimento armato degli Zeloti. Tale teoria fu da lui avanzata nel 1967 nel libro Jesus and the Zealots: A Study of the Political Factor in Primitive Christianity (pubblicato in Italia da Rizzoli nel 1983).

Su posizioni analoghe a quelle di Brandon si colloca lo studioso ebreo inglese Hyam Maccoby (1924-2004), docente presso il Centro di Studi Ebraici di Leeds (Inghilterra), secondo il quale le tradizioni evangeliche, che attribuiscono ai Giudei la colpa della morte di Gesù, e soprattutto la leggenda di Giuda Iscariota (che a suo parere è un ulteriore prodotto della chiesa gentile paolina) hanno costituito le radici dell'antisemitismo cristiano. Riguardo al Gesù storico, Maccoby ritiene che il ritratto di Gesù fornito dai Vangeli canonici e la storia della chiesa primitiva fornita dagli Atti siano fortemente distorte e piene di tradizioni mitiche successive, affermando al tempo stesso che da quei testi fosse comunque possibile ricostruire un resoconto accurato della vita di Gesù.

Maccoby sostiene che il vero Gesù non fu un ribelle contrario la legge giudaica, ma piuttosto un pretendente al ruolo di messia giudaico, la cui vita e il cui insegnamento rientravano pienamente nel contesto del Giudaismo del I secolo. Convinto che Gesù fosse stato giustiziato come ribelle contro l'occupazione romana della Giudea e non in quanto leader di una vera ribellione armata, Maccoby ritiene che, piuttosto, Gesù e i suoi seguaci, ispirati dalla Bibbia ebraica o dai profeti dell'Antico Testamento, fossero in attesa di un intervento divino soprannaturale che avrebbe messo fine al dominio romano, restaurando il regno davidico con Gesù in veste di monarca unto divinamente e inaugurando l'era messianica di pace e prosperità per il mondo intero.

Nonostante il fallimento dell'iniziativa e la crocifissione di Gesù, molti dei suoi discepoli non persero le speranza, credendo che Gesù sarebbe presto risorto miracolosamente per mano di Dio, e continuarono a vivere nell'attesa del suo secondo avvento. Il loro gruppo continuò a esistere a Gerusalemme, quale setta giudaica rigorosamente ortodossa sotto la leadership di Giacomo il Giusto. Secondo Maccoby, la fondazione del Cristianesimo quale religione separata dal Giudaismo è interamente opera di Paolo di Tarso, fortemente influenzato dalle religioni del tempo, ricche di salvatori che muoiono e rinascono.

Il successo della visione paolina fu dovuto alla guerra giudaica del 66-70 d.C., che mise fine in maniera violenta al movimento riconducibile a Gesù e consentì alla chiesa gentile fondata da Paolo di emergere vincitrice. Maccoby vede negli Atti degli Apostoli un tardo tentativo, da parte della chiesa paolina, di presentare le relazioni tra Paolo e i discepoli di Gerusalemme come armoniose, presentando in tal modo la chiesa paolina come legittimata dalla catena della successione apostoli risalente agli originari discepoli di Gesù. Lo studioso, inoltre, attribuisce la responsabilità della morte di Gesù alle autorità romane e ai loro collaboratori giudei provenienti dalle fila del partito dei Sadducei, che controllavano il Tempio e i suoi fondi.

Il filone che potremmo definire del “Gesù patriota” è tornato in auge negli ultimi anni proprio nel nostro paese, innanzitutto grazie alle ricerche di David Donnini, che, soprattutto nel suo libro Nuove Ipotesi su Gesù (edito da MacroEdizioni) ripercorre con minuziosa attenzione le burrascose vicende della Giudea del I secolo d.C., quando Giuda il Galileo e i suoi figli si resero protagonisti di una lotta senza quartiere contro l'oppressione romana, finendo praticamente tutti giustiziati.

Lo studioso italiano ha colto una serie di parallelismi tra la famiglia di Giuda (di cui parla Giuseppe Flavio) e il gruppo degli apostoli-seguaci di Gesù, giungendo alla conclusione che la storia di Gesù così come ci viene presentata dai Vangeli non sia altro che il risultato dell'opera di censura messa in atto dai “pii revisori” cristiani nei secoli successivi e che, quindi, Gesù e i suoi discepoli altri non fossero che il figlio primogenito di Giuda il Galileo e il gruppo dei suoi fratelli-seguaci.

In particolare, Simon Pietro e Giacomo altri non sarebbero che Simone e Giacomo, figli di Giuda il Galileo, giustiziati da Roma qualche tempo dopo “Gesù”, come ci riferisce lo stesso Giuseppe Flavio. Secondo questa chiave di lettura, molti altri episodi evangelici possono essere letti in maniera del tutto diversa, che ha ben poco di spirituale (la “unzione” di Gesù da parte di Maria Maddalena, il possesso di spade da parte degli apostoli, l'arresto di Gesù effettuato da un'intera legione romana, l'accusa di aver istigato il popolo a non pagare le tasse e di essersi proclamato “re dei Giudei” etc.).

Di recente, lo studioso viterbese Luigi Cascioli ha ripreso le tesi di Donnini, giungendo però a formulare nel suo libro-denuncia La favola di Cristo, che il figlio primogenito di Giuda il Galileo si chiamasse Giovanni e che la sua assenza dalle opere di Giuseppe Flavio sarebbe chiaramente il risultato della censura cristiana, potendosi risalire alla sua realtà storica da una serie di parallelismi tra lo stesso Giuseppe e i Vangeli (anche non canonici).

Al momento, tuttavia, l'ipotesi dell'esistenza di un figlio primogenito di Giuda il Galileo, di nome Giovanni, rimane priva di un concreto supporto documentario, fatte salve possibili e non verificate intuizioni che lo studioso Giancarlo Tranfo lascia intendere nella presentazione dell'imminente libro La croce di spine, riportata nella home page del suo sito (www.yeshua.it)

Quanto al libro di Unterbrink, esso risulta interamente basato sul confronto tra il Nuovo Testamento e le opere di Giuseppe Flavio. In esso, l'autore coglie una serie di importanti e sorprendenti analogie tra il Gesù dei Vangeli e il Giuda Galileo di cui parla lo storico ebreo, giungendo alla conclusione che si tratterebbe della stessa persona e delle stesse vicende, poi spogliate di ogni connotazione politica e trasformate nel Gesù biblico e nella sua “missione” terrena” dagli esponenti del nascente movimento cristiano, fortemente interessato a presentarsi agli occhi di Roma come movimento religioso non rivoluzionario, cancellando le sue vere origini di movimento messianico sovversivo risalente a Giuda il Galileo e ai suoi figli.

Le analogie, i riferimenti costantemente riportati dall'autore, le stesse “omissioni illogiche” di fatti e avvenimenti, riescono a chiarire efficacemente la tesi proposta da Unterbrink, che getta così una nuova luce sugli avvenimenti di 2000 anni fa, non limitandosi al punto di vista etico e filosofico che caratterizza la Bibbia, ma rispetto ai fatti veri e storicamente verificabili di quei tempi, entrando così in forte competizione con la Bibbbia stessa, che da millenni è ritenuta non solo “Libro Sacro”, ma anche libro storico tout-court.

È questa la chiave in cui va letto Gesù e Gesù. Proprio per questo, entrare in aperta concorrenza con il Libro Sacro e con una visione stratificata e culturalmente accettata – magari anche in maniera acritica - è necessaria una grande apertura mentale. Lo ricorda lo stesso Unterbrink, laddove dice che si tratta solo di un'ipotesi, che, a prescindere dalla sua accettazione da parte del lettore, non potrà che giovare alla ricerca storica su Gesù e sul Cristianesimo.
Il volume è corredato da illustrazioni, tavole cronologiche e da sette ampie appendici di approfondimento.

Il volume è corredato da illustrazioni, tavole cronologiche e da sette ampie appendici di approfondimento.

Il prezzo è di Euro 16,90. Gli ordini possono essere fatti pervenire ad AlterEgo Editore e, a breve, sul sito www.alteregoeditore.org.

AlterEgo Editore

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Enrico Galavotti - Homolaicus - Nuovo Testamento
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