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“Araldo della Salute”
rivista del riccionese Glauco Balena
precorritrice delle medicine alternative
Fosco Rocchetta
A fianco della scienza e della medicina
convenzionale, da sempre esiste un complesso eterogeneo di pratiche
diagnostiche e terapeutiche non inserite ufficialmente nella medicina
scientifica moderna. Ovvero un universo composto da testi sapienziali, dottrine,
nonché applicazioni, contrapposte alla ricerca “accademica”, che si esplica ed
opera nel medesimo ambito scientifico. Ci si riferisce a quel mondo per il
quale la natura e le sue leggi sono, primariamente, il propulsore della vita
sia animale che vegetale.
E’ risaputo che il naturismo, lo yoga, il vegetarianismo,
solo per citarne alcune, rappresentano pratiche e cure da sempre avversate dalla
scienza “scolastica”. Oggi sono accettate terapie che sino agli anni ‘60 del
Novecento erano ritenute cialtroneria o poco più: basti pensare all’elioterapia
e all’idroterapia, spesso derise nell’’800 allorché venivano praticate
dall’abate Kneipp, uno dei maggiori naturopati d’Europa.
Tuttavia va
riconosciuto alla Riviera di Romagna, prima con l’esperienza degli ospizi
marini, e poi delle colonie, d’essere stata largamente partecipe di quella
tendenza che sosteneva i notevoli benefici delle cure marine, associate ad una
corretta esposizione ai raggi solari.
Il pensiero va subito alle migliaia di
bambini scrofolosi che dall’ultimo trentennio dell’’800 ai primi decenni dello
scorso secolo, furono ospitati in tali strutture. La stessa considerazione può
farsi per diverse pratiche che erano giudicate con scherno fino ad un passato
non troppo lontano, mentre, da un certo tempo a questa parte, risultano particolarmente
apprezzate: si consideri il favore che riscontrano oggi l’agopuntura, la fitoterapia,
l’ipnosi, la fangoterapia.
A Riccione, paese che da pochi anni aveva raggiunto
l’autonomia comunale, nel 1928 nacque l’“Araldo della Salute”, rivista “d’igiene,
alimentazione sana, e divulgazione dei principi curativi per la rigenerazione
fisio-psichica dell’uomo (naturismo)”, come si legge nel sottotitolo di questo
periodico popolare. Un fatto che ha dello sbalorditivo, se si ha presente lo
scarso retroterra culturale in cui sorse e si sviluppò quel progetto, che andava
ben oltre il mero aspetto editoriale.
Quell’ iniziativa “rivoluzionaria” costituisce
pertanto un ulteriore merito del suo promotore, Glauco Balena (1888-1973), che dev’essere annoverato tra i precursori delle medicine alternative, sebbene
anche per lui varrà a tutto tondo il detto: “Nemo propheta in patria”.
Legato
al futurismo ed al suo fondatore Filippo Tommaso Marinetti, tramite la
Federazione dei Gruppi Naturisti-Futuristi, cui aveva aderito, diede vita ad
una rivista, diffusa in tutta Italia, che ebbe un ruolo di battistrada nella
promozione di metodologie naturali nella cura delle malattie.
Rivolgendosi ai
neofiti del “Naturismo”, l’Araldo della Salute, si proponeva di contrastare “lo
stolto pregiudizio per cui l’uomo crede di poter impunemente combattere le
peggiori violazioni contro le leggi naturali”, diffondendo i principi “della
giusta dietetica, basati sulla fisiatria, studio diretto a mantenere sano il
corpo e a ricuperare la sanità perduta, senza bisogno di ricorrere alle
medicine o alle operazioni inutili, dannose, deturpanti e talvolta mortali”.
Questo
originale divulgatore della naturopatia, oltre a raccogliere nella sua rivista le
principali teorie ascrivibili al naturismo, si adoperò perché le stesse
trovassero una congrua applicazione.
Il secondo conflitto mondiale, la caduta
del fascismo poi, e soprattutto del Duce, che ammaliato dalle teorie naturiste
aveva appoggiato l’iniziativa, posero fine all’esperienza dell’Araldo della
Salute.
Nel 1963 Balena cercò di far rinascere la rivista, che si presentava
del tutto uguale nella forma e nel contenuto dell’originaria sorta trent’anni
prima. Ebbe poco successo: sicuramente i tempi erano mutati, ed occorrevano nuove
e più aggiornate metodologie di comunicazione, in un campo che avrà invece un
crescente sviluppo.
In conclusione si può affermare che tale rivista è stato
un precursore di un variegato settore, che ha visto poi germogliare e crescere
un gran numero di periodici e di iniziative collaterali. Amante della natura e
degli animali, ci preme ribadire che Glauco Balena fu un acerrimo nemico della
vivisezione, poiché riteneva che non vi potesse essere alcuna giustificazione
sotto il profilo etico per il massacro di animali, che quegli esperimenti
comportavano.
A tal proposito, era talmente convinto di quella battaglia di
civiltà, dal far stampare nel retro delle buste delle lettere della sua
corrispondenza, l’immagine di un cane sottoposto a quelle atroci pratiche,
seguito dal seguente scritto: Ecco uno dei tanti supplizi imposti agli animali
in certi laboratori di fisiologia per trovare il segreto della salute.
Esperimenti della più inumana crudeltà, inutili e dannosi….
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