Tradizioni e leggende popolari riguardanti alberi e piante

Tradizioni e leggende popolari
riguardanti alberi e piante

  • La quercia fu fin dai tempi antichi tenuta in grande onore e nel Medio Evo anche a Bologna era consuetudine pubblicare i bandi e organizzare liberi commerci sotto di essa, mentre nel contado i maggiorenti si riunivano all'ombra dell'albero per discutere le faccende del governo.

Foglia di quercia

  • L'ulivo: le sue foglie servono a scongiurare i temporali e con la sua cenere si copre il capo dei credenti nel giorno della Quaresima. Una leggenda afferma che l'ulivo deve essere piantato da una vergine e i suoi frutti raccolti da giovanetti innocenti.

Olivi

  • I pioppi anticamente venivano piantati dal capo famiglia allorché nasceva una bambina e venivano abbattuti e venduti quando la ragazza andava sposa per farle una dote.

  • Il noce: i passanti non sostavano mai sotto di esso, poiché si riteneva che il luogo fosse contaminato dai convegni notturni delle streghe. La devozione popolare riabilitò il noce dedicandolo a San Lorenzo.

Noce

  • La campanula bianca, chiamata bastoncino di San Giuseppe, è venerata perché si vuole che il suo fusto servisse da bastone a San Giuseppe e gli fiorisse in mano allorché ricevette dall'angelo l'annunzio che egli doveva divenire lo sposo della Madonna.

  • La sabina e la valeriana hanno fama d'esser manipolate dalle streghe e la ruta ha necessità per crescere e fiorire di essere piantata con un accompagnamento di ingiurie e maledizioni. La ruta  è nemica delle serpi: quando la donnola vuole combattere contro di esse, mangia ruta o su di essa si strofina.

Ruta

  • L'artemisia serve invece per il pronostico degli ammalati, sotto il guanciale dei quali si mettono le sue foglie. Se essi si addormentano, guariscono, se restano svegli, muoiono.

Artemisia

  • Il rosmarino ha fama ancora migliore, poiché i suoi fiori posti sul cuore, a pelle nuda, arrecano felicità.

  • L'erba mandragola nelle regioni appenniniche del lago Scaffaiolo è considerata un potente rimedio contro i temporali e le bufere. I pastori del luogo guardano di mal occhio gli escursionisti, temendo che essi raccolgano la mandragola e più volte, dopo una tempesta, hanno aggredito brutalmente i malcapitati, ritenendoli responsabili delle perturbazioni atmosferiche.

Mandragola

homolaicus