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I segnali modulati, di cui occuperemo ora, sono anche indicati come segnali
in banda traslata, per la particolarità di esibire una occupazione spettrale
limitata ad una banda ristretta attorno ad una frequenza f0 chiamata
portante.
Questi segnali sono prodotti mediante un processo di modulazione, che
consiste nell'operare una trasformazione su di un segnale
mt
modulante in modo da ottenerne un secondo
xt modulato,
il cui contenuto spettrale è ora idoneo alla trasmissione mediante il canale
a disposizione.
0.600000
Il segnale ricevuto
rt (a cui è sovrapposto un
processo di rumore
nt) deve quindi essere demodulato
(operazione che, se applicata ad
xt, restituirebbe
mt)
per ottenere
dt, che rappresenta il segnale trasmesso,
più eventuali distorsioni
t. Per evidenziare
la situazione, scriviamo il segnale demodulato come
dt = mt + t,
in cui
t = Demnt + Demyt - xt :
evidentemente, le distorsioni hanno origine sia dal risultato della demodulazione
del rumore in ingresso al demodulatore, sia dagli effetti che la demodulazione
ha sugli errori introdotti, dal canale, sul segnale in transito.
Il processo di modulazione è spesso associato ad una trasmissione radio, ma
può rendersi necessario e/o utile anche per trasmissioni in cavo. In generale,
individuiamo almeno tre situazioni in cui è necessario l'impiego di segnali
modulati:
1) il canale non permette la trasmissione di frequenze contigue all'origine
2) il canale presenta un comportamento ideale (modulo costante e fase lineare)
solo in determinati intervalli di frequenza
3) il canale presenta disturbi additivi solo in determinate regioni di frequenza.
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2001-06-01