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Generalità

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\resizebox* {0.4\columnwidth}{!}{\includegraphics{cap8/f8.1.ps}}

I segnali modulati, di cui occuperemo ora, sono anche indicati come segnali in banda traslata, per la particolarità di esibire una occupazione spettrale limitata ad una banda ristretta attorno ad una frequenza f0 chiamata portante.

Questi segnali sono prodotti mediante un processo di modulazione, che consiste nell'operare una trasformazione su di un segnale m$ \left(\vphantom{ t}\right.$t$ \left.\vphantom{ t}\right)$ modulante in modo da ottenerne un secondo x$ \left(\vphantom{ t}\right.$t$ \left.\vphantom{ t}\right)$ modulato, il cui contenuto spettrale è ora idoneo alla trasmissione mediante il canale a disposizione.

0.600000 \resizebox* {0.5\columnwidth}{!}{\includegraphics{cap8/f8.2.ps}}

Il segnale ricevuto r$ \left(\vphantom{ t}\right.$t$ \left.\vphantom{ t}\right)$ (a cui è sovrapposto un processo di rumore n$ \left(\vphantom{ t}\right.$t$ \left.\vphantom{ t}\right)$) deve quindi essere demodulato (operazione che, se applicata ad x$ \left(\vphantom{ t}\right.$t$ \left.\vphantom{ t}\right)$, restituirebbe m$ \left(\vphantom{ t}\right.$t$ \left.\vphantom{ t}\right)$) per ottenere d$ \left(\vphantom{ t}\right.$t$ \left.\vphantom{ t}\right)$, che rappresenta il segnale trasmesso, più eventuali distorsioni $ \varepsilon$$ \left(\vphantom{ t}\right.$t$ \left.\vphantom{ t}\right)$. Per evidenziare la situazione, scriviamo il segnale demodulato come d$ \left(\vphantom{ t}\right.$t$ \left.\vphantom{ t}\right)$ = m$ \left(\vphantom{ t}\right.$t$ \left.\vphantom{ t}\right)$ + $ \varepsilon$$ \left(\vphantom{ t}\right.$t$ \left.\vphantom{ t}\right)$, in cui $ \varepsilon$$ \left(\vphantom{ t}\right.$t$ \left.\vphantom{ t}\right)$ = Dem$ \left\{\vphantom{ n\left( t\right) }\right.$n$ \left(\vphantom{ t}\right.$t$ \left.\vphantom{ t}\right)$ $ \left.\vphantom{ n\left( t\right) }\right\}$ + Dem$ \left\{\vphantom{ y\left( t\right) -x\left( t\right) }\right.$y$ \left(\vphantom{ t}\right.$t$ \left.\vphantom{ t}\right)$ - x$ \left(\vphantom{ t}\right.$t$ \left.\vphantom{ t}\right)$ $ \left.\vphantom{ y\left( t\right) -x\left( t\right) }\right\}$: evidentemente, le distorsioni hanno origine sia dal risultato della demodulazione del rumore in ingresso al demodulatore, sia dagli effetti che la demodulazione ha sugli errori introdotti, dal canale, sul segnale in transito.

Il processo di modulazione è spesso associato ad una trasmissione radio, ma può rendersi necessario e/o utile anche per trasmissioni in cavo. In generale, individuiamo almeno tre situazioni in cui è necessario l'impiego di segnali modulati:

1) il canale non permette la trasmissione di frequenze contigue all'origine

2) il canale presenta un comportamento ideale (modulo costante e fase lineare) solo in determinati intervalli di frequenza

3) il canale presenta disturbi additivi solo in determinate regioni di frequenza.

 



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2001-06-01