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DECALOGO PER FAR CRESCERE UN BAMBINO
- Non si può pretendere di fare troppi ragionamenti con un bambino molto
piccolo: anzitutto deve capire che cosa può e non può fare, eseguendo alla
lettera delle direttive sufficientemente precise. I ragionamenti si fanno
col tempo, man mano che cresce. Anche perché quanto più il contesto sociale
in cui ci si trova a vivere è difficoltoso e complicato, tanto più
importante diventa la sicurezza, l'integrità psico-fisica.
- Più peso si danno ai suoi capricci, più attenzioni lui ci richiederà, in
un crescendo continuo, che finirà con l'insoddisfare chi chiede e con
l'esasperare chi offre.
- Se lo si minaccia di una qualche punizione e poi, all'occasione, non la
si esegue, penserà che abbiamo scherzato e che lo faremo anche la prossima
volta.
- Più che la vicinanza, il bambino deve capire la distanza che lo separa
dall'adulto. Non ci si può abbassare al livello di un bambino più di quanto
il bambino non debba alzarsi al livello dell'adulto. La prossimità va
guadagnata con fatica.
- Il bambino deve capire quanto prima che l'autonomia è più importante
della dipendenza. E l'autonomia la si apprende interiorizzando una certa
scansione del tempo, una certa ritualità nelle azioni.
- Qualunque occasione, buona o cattiva che sia, deve servire per
responsabilizzarlo, cioè per fargli capire quali sono i limiti entro cui può
muoversi.
- I bambini più grandi sono responsabili nei confronti di quelli più
piccoli, almeno finché non si dimostra che per motivi oggettivi non potevano
esserlo.
- Un adulto che non riesce ad applicare questi principi elementari, deve
chiedersi se il motivo non stia nel fatto d'aver avuto un'educazione troppo
permissiva.
- Un adulto deve sempre chiedersi se sia preferibile che il bambino impari
a vivere grazie ai propri errori o non piuttosto grazie a indicazioni che
può ottenere da un adulto.
- Un adulto deve capire di non poter riversare sui propri figli né le
proprie frustrazioni né le proprie aspettative, e che, nonostante questo,
egli non può esimersi dall'impartirgli l'educazione in cui crede. Ritenere
che il bambino vada lasciato libero di autoeducarsi, significa esporlo,
senza criterio, a tutte le influenze esterne, che sono sicuramente superiori
alle capacità o possibilità di una singola famiglia. Neppure se tutte le
influenze esterne fossero positive, un bambino dovrebbe essere lasciato solo
ad autoeducarsi. D'altra parte un figlio non appartiene ai genitori più di
quanto non appartenga all'intera società. I figli vanno educati, non
assecondati, e i genitori stessi vanno educati a educare, facendo superare
loro gli inevitabili conflitti interiori.
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