DIDATTICAMULTIMEDIALE

PER LA RIFORMA DELLA SCUOLA
pubblica laica territoriale


PER UNA DIDATTICA MULTIMEDIALE (parte prima)

  1. Posto che i docenti hanno bisogno di usare software e/o linguaggi multimediali che permettano di ottenere dei prodotti che abbiano una ricaduta didattica sull'apprendimento e sulla verifica dell'appreso, la domanda che sorge spontanea è: in che modo mettere in grado i docenti di gestire dei software utili non solo a produrre dei risultati multimediali il più possibile interattivi, ma anche a produrre dei test di verifica delle conoscenze acquisite da parte dell'allievo?
  2. Oggi la didattica è ancora prevalentemente frontale (fatta nell'aula tradizionale), ma sta sempre più diventando anche laboratoriale (p.es. è possibile far confluire nel laboratorio informatico un'intera classe, studenti di classi diversi, piccoli gruppi su progetti specifici...; l'insegnante si autoforma usando gli strumenti del laboratorio e, quando possibile, trasforma la propria aula in un piccolo laboratorio, dotandola di una postazione informatica. Si avrà prima o poi che tutte le scuole di una provincia saranno in rete tra loro, ogni scuola avrà una rete interna, cioè ogni aula avrà almeno i cavi, gli spinotti cui poter collegare una postazione multimediale mobile, come si fa col televisore quando si vuol vedere in aula una videocassetta... fino al giorno in cui ogni studente avrà il proprio pc o fino al giorno in cui la scuola, come edificio fisico, non esisterà più, essendo diventata la formazione solo a distanza).
  3. Nel laboratorio tuttavia il docente usa prevalentemente prodotti preconfezionati (generalmente segnalati dai rappresentanti editoriali o da consulenti specializzati delle software house). Generalmente non riesce a produrre e a far produrre nuovi oggetti multimediali, perché non ne ha le competenze. Facciamo alcuni esempi: nelle lingue straniere si tratta unicamente di digitare dei tasti mentre si ascoltano delle frasi; in geometria -se si usa il Cabri- si tratta unicamente di eseguire degli esercizi che potrebbero essere fatti anche alla lavagna (così pure in matematica, se si usa il Derive): la differenza sta nella velocità di esecuzione, nella diversa visibilità del risultato finale, ma nulla di trascendentale, anche perché si ha a che fare con studenti ai quali non si può chiedere più di tanto. Chi poi usa il word per chiedere ai ragazzi di elaborare testi poetici o l'excel per elaborare statisticamente la linea di tendenza delle temperature giornaliere (sono esempi banali), non sta certo facendo della didattica multimediale molto creativa.
  4. Col termine "competenze" (in riferimento al docente) direi d'intendere due cose:
    a) saper usare un qualunque software integrato in grado di produrre un oggetto multimediale completo (editor di testo, di numeri, di dati ecc.), che non necessariamente deve prevedere una trasposizione in rete del prodotto (o comunque se la prevede, essa sarà in forma ridotta, perché vincolata ai limiti dell'html). In tal senso direi che le conoscenze richieste dal patentino ECDL dovrebbero essere impostate (da subito) sull'uso di un prodotto integrato (p.es. Office, OpenOffice Incomedia...);
    b) saper usare l'html in forma sufficientemente evoluta, al fine di assicurarsi una certa valenza didattica del prodotto multimediale. Dico questo nel senso che escluderei a priori una valenza didattica a un prodotto multimediale che non preveda la possibilità da parte dello studente di compiere dei percorsi sulla base degli input offerti dal docente: input che sostanzialmente consistono in domande, test, opzioni in cui misurare determinate abilità... insomma i percorsi tipici dell'apprendimento. L'uso dell'html a questi livelli implica la conoscenza del dhtml o almeno di svariate cose del javascript. Il prodotto finale deve essere fruito online e offline, fatte salve le differenze dovute alle lentezze della rete, salvo l'uso dell'adsl.
  5. Se un docente vuole realizzare dei prodotti didattici su cd, io direi che una sorta di CED d'istituto o di CSA provinciale dovrebbe metterlo in grado di poter presentare in rete il suo prodotto, con esempi significativi che ne illustrino le caratteristiche, al fine di poterlo proporre agli editori o software house, o di testarlo con altri docenti, o di scambiarlo con altri prodotti di altri docenti...
  6. Se tutto ciò sembra sensato, quali sono le soluzioni ottimali, relativamente a software e linguaggi, che possano permettere una integrazione tra competenze informatiche (fruizione offline) e competenze telematiche (fruizione online) ai fini della realizzazione di un prodotto didattico interattivo?
    O i docenti informatizzati fanno questo salto, oppure rischiamo di averli alfabetizzati per niente. In fondo i docenti sono come gli studenti: una volta acquisite delle cose bisogna indurli ad apprenderne altre di più complesse, in un processo che non finirà mai...
  7. Qual è il limite fondamentale dei cd didattici attualmente in circolazione?
    Il fatto che sono frutto di una mera trasposizione digitale di prodotti cartacei.
    La didattica multimediale non ha dimostrato fino ad oggi di possedere una connotazione qualitativa molto innovativa rispetto a quella tradizionale. I mutamenti sono stati di forma non di sostanza. O comunque non esistono studi scientifici che dimostrino il contrario.
    Prendiamo p.es. il cd "Gram It" sulla grammatica italiana, abbastanza usato nelle medie.
    E' assolutamente esaustivo, ha decine e decine di esercizi con tanto di correzione finale, praticamente racchiude tutti i manuali di grammatica delle medie superiori e inferiori, sicuramente invoglia lo studente poco intenzionato a studiare la grammatica e altrettanto sicuramente è un valido supporto alla teoria che il docente fa in classe.
    E tuttavia sarebbe interessante fare questa sperimentazione: si scelgano tre classi equivalenti di un medesimo istituto, si dicano loro che per un anno (o un quadrimestre o comunque con un monte ore assolutamente identico), saranno sottoposte a una sorta di gara di apprendimento della grammatica italiana, che si svolgerà così: una classe la studierà sul testo tradizionale e solo su questo, l'altra solo su cd e l'altra ancora utilizzando entrambi i mezzi. Alla fine dell'anno una commissione di docenti verificherà l'appreso e finalmente avremo la prova...
    Avremo la prova che il cd di per sé non ha affatto aumentato il grado di conoscenza dello studente.
    Qui naturalmente prescindo dalle considerazioni che molti fanno (incluso Maragliano) circa l'effettivo utilizzo dei prodotti multimediali (p.es. si dice ch'essi non devono "aumentare" le conoscenze, ma solo predisporle in maniera diversa, più integrata, reticolare, olistica e non meramente testuale, cronologica, sequenziale ecc.).
    E prescindo anche dalle considerazioni di chi sostiene che il prodotto multimediale può servire a stimolare gli allievi demotivati.
    Tutte considerazioni giustissime e validissime.
    Il problema che pongo è questo: a quali condizioni si può dire che il prodotto multimediale offre una conoscenza superiore a quella testuale o appresa in maniera tradizionale?
    Secondo me la risposta a questa domanda è una sola: a condizione che garantisca il massimo dell'interattività possibile.
  8. Facciamo dunque un altro esempio, restando sempre nell'argomento "grammatica".
    Mi piacerebbe lanciare questa ipotesi di sperimentazione digitale di didattica della grammatica italiana che vorrei chiamare "Sto per imparando. La grammatica alla rovescio".
    Non più regole astratte da applicare, ma, partendo da un censimento degli errori degli studenti (da implementare su database interattivo), predisporre test specifici di apprendimento, le cui proposizioni facciano riferimento alla quotidianità dei giovani.
    In pratica si avrebbe:
    1) un aggiornamento periodico degli errori (rintracciabili negli scritti e nelle verifiche orali)
    2) una partecipazione dello studente sia nella individuazione degli errori (propri e altrui) che nella impostazione dei test di apprendimento, in quanto il docente deve fare riferimento, nell'elaborazione delle frasi, al vissuto del giovane
    3) la fruizione del database offline e online (se in Access è poi possibile vederlo usando Asp ed estensioni FrontPage; se in Txt è possibile vederlo in Java: non c'e' molta differenza in tal senso tra offline e online)
    4) il censimento online potrebbe anche avere una caratterizzazione geografica (regionale o macroregionale)
    5) potrebbe anche essere suddiviso per fasce di età (sarebbe da discutere)
    6) sulla base di esso potrebbero svolgersi studi scientifici da parte di esperti del settore (pensate solo alla diversa tipologia di errori che fanno gli studenti provenienti da situazioni dialettali, periferiche, disagiate, immigrate ecc.)
    7) i test potrebbero essere scaricabili da altri docenti.
    Sono convinto che coinvolgendo i ragazzi solo sugli errori più comuni e invitandoli ad elaborare soluzioni (anche "martellanti") per la loro non reiterazione, si sprecherebbe meno tempo e si riuscirebbe finalmente a capire quali grandi opportunità possono offrire i nuovi mezzi multimediali.
  9. Ora, supponiamo che qualche docente accetti l'idea di dover produrre oggetti multimediali didattici e interattivi. Quindi no alle pagine web di istituto, che verranno collocate in siti ufficiali della provincia o del CSA; sì invece alla possibilità di fare sperimentazione su progetti di qualità (l'eccellenza che la provincia o il CSA non sono al momento in grado di offrire).
    In che modo far lavorare i docenti? Se facciamo un semplice corso su un software x o su un linguaggio y, rischiamo, data la complessità delle cose, di ritrovarci tra un anno allo stesso punto di partenza, con la voglia di far cose (da parte dei docenti) ma senza la capacità.
    Vediamo dunque di agire su un duplice livello: cosa possiamo proporre ai docenti che il suddetto CED sia in grado di supportare per una assistenza-consulenza continua e online?
    Io direi, indicativamente, che il CED dovrebbe dotarsi di almeno due cose:
    1. estensioni Frontpage, così si può lavorare con asp, access, coi moduli del FP... Il FP è l'editor più usato, perché in italiano, connesso all'Explorer e all'Office, di basso costo (se preso a sé), si sono fatti molti corsi per usarlo, in web esistono molte ML e newsletter ad esso dedicate...
    2. una dir cgi-bin con dei file che possano permettere agevolmente di creare form, search, moduli d'ogni genere, database... Questo non perché si debbano fare dei corsi sul cgi ma per far capire ai docenti che se vogliono sperimentare l'uso di svariati cgi già installati, possono farlo con una semplice assistenza online (poi uno deciderà con quali software usarli). In web ce ne sono a milioni gratis (per usi non commerciali), basta studiarli un po' e vedere cosa sono in grado di fare.
    3. uso massiccio di script asp, anche evoluti, assai presenti in rete per avere un motore di ricerca interno, un guestbook, un contautenti con possibilità di statistiche, un validatore per il sorgente, la possibilità di crearsi un proprio forum o una mailing list ecc.
    Oltre a ciò possiamo pensare a quale applicativo integrato in lingua italiana lanciare sul territorio per la realizzazione di prodotti su cd. L'OpenOffice p.es. è gratuito e completo, Incomedia costa solo 100.000 lire... I docenti hanno pochi soldi e non amano prodotti troppo complicati.

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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Formazione
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Aggiornamento: 10/02/2019