Il sacrificio di Wanjiru

PER LA RIFORMA DELLA SCUOLA
pubblica laica territoriale


Il sacrificio di Wanjiru

La fiaba

Il sole era molto caldo, e non pioveva, così le messi morivano e la fame era grande.
Questo per un anno, poi fu lo stesso l'anno dopo e l'anno dopo ancora: seguitava a non piovere.
Tutto il popolo si radunò nel grande spiazzo libero sulla cima della collina, dove erano soliti danzare, e si dicevano l'un l'altro: "Perché la pioggia tarda a venire?"
E andarono dallo stregone e gli chiesero: "Dici come mai non piove, perché le nostre messi sono morte e noi moriremo di fame." E lui prese la sua zucca e la vuotò del suo contenuto. Fece così molte volte; e alla fine disse: "C'è qui una fanciulla che deve essere comprata, se si vuole che venga la pioggia e questa fanciulla si chiama Wanjiru. Dopodomani tornate tutti in questo luogo e ognuno di voi, dal più vecchio al più giovane, porti con sé una capra per l'acquisto della fanciulla."
Il giorno dopo l'indomani si riunirono tutti e ciascuno portò una capra. Ora, tutti stavano in circolo, e i parenti di Wanjiru stavano in gruppo; lei stava al centro.
Mentre stavano là, i piedi di Wanjiru cominciarono ad affondare nel terreno e lei sprofondò fino alle ginocchia e gridò forte: "Sono perduta!" Anche il padre e la madre gridarono ed esclamarono: "Siamo perduti!"
Quelli che assistevano si affollarono intorno a loro e spinsero delle capre davanti al padre e alla madre della ragazza.
Wanjiru sprofondò fino alla cintola e di nuovo gridò forte: "Sono perduta, ma cadrà molta pioggia!"
Sprofondò fino al petto; ma la pioggia non cadeva. Allora lei disse di nuovo:"Cadrà molta pioggia."
Adesso era sprofondata fino al collo e la pioggia prese a cadere a grosse gocce.
La sua famiglia voleva correre a salvarla, ma quelli che li circondavano spinsero avanti a loro altre capre, ed essi desistettero.
Allora Wanjiru disse: "La mia gente mi ha uccisa" e sprofondò fino agli occhi. Quando qualcuno della sua famiglia si faceva avanti per salvarla, sempre nella folla c'era chi dava a quell'uno o a quell'una una capra, e quello tornava indietro.
E Wanjiru gridò forte per l'ultima volta: "Sono uccisa, e la mia stessa gente ha fatto questo." Poi scomparve; la terra si chiuse su di lei e la pioggia precipitò; non era un temporale, come ne vengono a volte, era un grande diluvio e tutti corsero alle loro case.

Ma c'era un giovane guerriero che amava Wanjiru, e non cessava di piangerla, dicendo: "Wanjiru è perduta, e la sua stessa gente ha fatto questo."
E disse: "Dov'è andata Wanjiru? Andrò dov'è andata lei." Così prese lo scudo e la lancia. E vagò per il paese notte e giorno finché finalmente, al cader della sera, giunse nel posto dove era scomparsa Wanjiru. Allora si fermò dove si era fermata lei, e mentre stava là, i suoi piedi cominciarono a sprofondare com'erano sprofondati quelli di lei. Ed egli sprofondò giù, sempre più giù, finché il terreno gli si chiuse sul capo, e come Wanjiru anche lui si avviò per una lunga strada sottoterra, e finalmente vide la fanciulla.
Ma che pena provò per lei, perché era in uno stato da far pietà, e le sue vesti erano distrutte. Lui le disse: "Ti hanno sacrificata per far cadere la pioggia; ora la pioggia è caduta e io ti riporterò indietro."
Così si mise Wanjiru sul dorso come se fosse una bambina e la portò per la strada che aveva percorsa, e insieme risalirono alla superficie e di nuovo si sentirono la terra sotto i piedi. Allora il guerriero disse: "Non devi tornare alla casa della tua gente, perché ti hanno trattata in modo ignobile." E le ordinò di aspettare fino a sera.
Quando fece buio la portò a casa della propria madre, e pregò la madre di andarsene con la scusa che aveva da fare, e non permise a nessuno di entrare. Ma la madre disse: "Io che sono la madre che ti ho generato, perché mi nascondi questa cosa?" Allora lui infornò la madre, ma le ordinò: "Non dire a nessuno che Wanjiru è tornata."
Così lei resto in casa della madre del giovane. Lui e la madre ammazzavano delle capre, e Wanjiru mangiava il grasso e riacquistava le forze. E con le pelli le fecero degli abiti, e così era vestita con splendido lusso.

Successe che il giorno dopo c'era una grande danza, e il suo innamorato andò con gli altri. Ma la madre e la ragazza aspettarono che tutti fossero andati alla danza e la strada fosse deserta. Allora uscirono di casa e si cacciarono nella folla. Quando i parenti videro Wanjiru dissero: "Quella è certamente Wanjiru che avevamo perduta." E le si strinsero attorno per salutarla, ma il suo innamorato li allontanò a botte, perché disse: "Avete venduto Wanjiru in modo ignobile."
Allora essa tornò in casa della madre di lui. Ma il quarto giorno la sua famiglia venne di nuovo e il guerriero si pentì, perché disse: "Questi sono suo padre e sua madre e i suoi fratelli." Così pagò loro il prezzo d'acquisto, e sposò quella Wanjiru che si era perduta.

(Fiaba centroafricana, tratta da Fiabe dal mondo, Einaudi)

Riassunto interpretativo

C'era in un paese centro-africano un grave problema ambientale da risolvere, che aveva ripercussioni sociali: una siccità triennale aveva portato una tribù alla fame.

Non sapendo più come fare, il popolo andò dallo stregone, che, facendo mostra di possedere poteri divinatori, svuotò varie zucche del loro contenuto, leggendo il quale disse d'aver trovato la soluzione: se si voleva davvero la pioggia, bisognava comprare la fanciulla Wanjiru e, a tale scopo, ognuno doveva portare con sé una capra.

Ufficialmente dunque a tutti era noto che per comprare Wanjiru ci volevano tante capre. Ma lo stregone aveva mentito: si tratta in realtà di sacrificarla e le capre sarebbero dovute soltanto servire per ostacolare l'inevitabile resistenza da parte dei genitori di lei.

Il motivo per cui lo stregone volesse sacrificare proprio Wanjiru nessuno lo sa. Si sa soltanto che, esclusi i parenti di lei, nessuno fece obiezione. Forse Wanjiru apparteneva a una famiglia (o clan) benestante, che aveva saputo affrontare la carestia meglio degli altri, magari sfruttando proprio il lavoro altrui, oppure Wanjiru era semplicemente una ragazza che aveva un modo di fare che ai detentori del potere e alla maggioranza della tribù non piaceva. O forse avevano cercato di colpire quella che a loro appariva il soggetto più debole, il cui sacrificio non avrebbe incontrato una forte opposizione.

Fatto sta che quando la tribù si ritrovò sulla collina, la ragazza cominciò a sprofondare nel terreno: era una trappola per farla morire, un modo di trovare soddisfazione alle proprie frustrazioni, una sorta di capro espiatorio da utilizzare nei momenti più drammatici della vita, nella convinzione che gli dèi avrebbero placato la loro ira.

I genitori e i parenti cercarono d'intervenire, ma tutti gli altri li ostacolavano, interponendo fra loro e la ragazza la mandria di capre, cioè il loro potere. Wanjiru morì dicendo che la sua stessa gente l'aveva uccisa. Dopodiché venne una pioggia incessante e la tribù credette che quella pioggia fosse appunto dipesa dal sacrificio espiatorio compiuto.

Ma in mezzo alla tribù o forse appartenente a un'altra tribù c'era un giovane guerriero che amava Wanjiru. Si mise a cercarla proprio là dov'era scomparsa, e ad un certo punto scomparve anche lui. Si era come ucciso dalla disperazione, o forse stava escogitando qualcosa per riportare alla luce la memoria della sua ragazza.

La ritrovò in una lunga strada sottoterra, cioè dopo molte fatiche: era in uno stato da far pietà, con le vesti tutte stracciate, come non s'era mai vista. Decise di riportarla in superficie, chiedendole di non tornare più tra la sua gente.

Di notte il giovane guerriero la portò nella propria casa, impedendo a chiunque di vederla. Ma la madre del giovane lo pretese ugualmente, sicché dopo un po' lo seppe tutto il villaggio. Durante una festa importante molti cercarono di avvicinare Wanjiru, ma il giovane lo impediva con la forza.

La ragazza stette per un po' in casa del giovane, dove non le mancava assolutamente nulla, ma un giorno i genitori di lei vennero a chiedere che se ne tornasse a casa propria. Il giovane lo permise, ma solo a condizione che i genitori accettassero il prezzo d'acquisto e gli permettessero di sposarla. E così fu.

Commento finale

Questa non è una storia molto diversa da quella descritta nei vangeli. Wanjiru è Gesù Cristo. Il popolo è il Sinedrio. Lo stregone è il sommo sacerdote. Si uccide Wanjiru-Cristo con l'inganno, facendo passare l'esecuzione per un atto giusto e necessario per tutto il popolo.

Ma qualcuno non ci sta: un giovane guerriero, avverso alle credenze tradizionali, giudicate troppo superstizione, troppo primitive, fa resuscitare Wanjiru-Cristo, dopo aver deciso di cambiare totalmente vita (come Paolo sulla strada di Damasco).

Quando fa rivivere Wanjiru, alcuni si pentono d'averla sacrificata e cercano di riconciliarsi col giovane, il quale accetta sì di perdonarli, ma non senza prima aver chiesto che Wanjiru diventi di sua proprietà. Ora infatti era lui a essere diventato il nuovo stregone. La sua idea di resurrezione doveva sostituire tutte le altre idee religiose.

Bibliografia


Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Formazione
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Aggiornamento: 10/02/2019