DONNA E POLITICA, DONNA E GUERRA
Riflessioni sulla condizione femminile nella Grecia classica


LA PROCREAZIONE COME VALORE RELIGIOSO
IL CULTO DELLA DEA MADRE E LE FESTE IN ONORE DI DEMETRA
LO SCAMBIO TEMPORANEO DEI RUOLI
Dopo lo ƒerÒgamoj ierògamos, il matrimonio sacro fra Zeus ed Era, (Il. XIV 346-351) la terra fiorisce spontaneamente. Ad Atene, durante la festa delle Antesterie, la Basilissa, moglie di un importante magistrato, veniva apparentemente maritata a Dioniso ed unita a lui in un matrimonio sacro celebrato al centro di Atene. Nella festa, che si svolgeva fra febbraio e marzo, si pregavano gli dei perché si rinnovasse il miracolo annuale della riproduzione, della fioritura e della germinazione delle sementi secondo quella che è stata chiamata la ‘teologia dell'intervallo’.

Altra festa in onore di Demetra Tesmoforia, celebrata in autunno, stagione della semina, è quella delle Tesmoforie. Durante tale festa, per tre giorni all'anno, il popolo delle donne esercitava il potere (¥rcein e‡j qesmofÒria, àrchein eis ta thesmophòria); presiedevano l'assemblea ancora le donne, secondo le norme fissate dalla tradizione (kat£ p£tria, katà tà pàtria) e compivano ciò che è sancito dalle norme ( nomizÒmena, tà nomizòmena) (Iseo VIII 19-20).

Eros e Psiche, prima metà del II sec. (Roma, Museo Capitolino)

La celebrazione dei misteri della fecondazione non poteva che essere affidata alle donne e solo alle mogli legittime dei cittadini che si potevano fregiare degli appellativi di eugeneis, bennate e di eleutherai, libere.

La funzione procreatrice è legata alla legittimità del vincolo e dei figli procreati. La specificità e la limitazione è chiara, come recita il coro delle Tesmoforiazuse: "La città domanda loro proprio soltanto di tenersi al loro posto di donne, mettendo al mondo dei figli che perpetueranno il nome del padre;" da questa sola funzione si auspica la riconoscenza: "bisogna che, se una di noi partorisce per la città un uomo utile... riceva qualche onore."

Ma era altresì pacifico, per dirla con le parole di Eschilo che: "non è la madre che partorisce l'essere che chiama il suo bambino... Essa è la nutrice di un germe nel suo grembo... E' l'uomo che feconda, a procreare; la madre salvaguarda la giovane pianta come un'estranea un estraneo" (Eumenidi 658-661): uno stereotipo culturale aveva creato un concetto pseudoscientifico.

La prima donna vista con gli attributi della femminilità è Pandora; creata dal dio artigiano Efesto essa è omologa alla terra e ad un vaso di ceramica, al lavoro e al recipiente del seme. La terra è come il vaso un cui viene riposto il seme. Anche il corpo di Pandora, col matrimonio con Epimeteo, si aprirà, verrà come aperto dall'aratro.

Secondo un mito della autoctonia ateniese Deucalione e Pirra popolano di uomini la terra gettando dietro di sé, appunto sulla terra madre di tutti, delle pietre da cui nasceranno gli uomini. Secondo Esiodo, dopo il Caos viene Gaìeuristernos, la terra dai larghi fianchi, poi Eros. "Gaia generò poi lo stellato Urano, grande come lei, capace di coprirla tutta intera".(Teogonia vv. 126-127).

Nell'origine mitica il coniuge maschio è successivo e complemento; la pienezza del corpo femminile è primaria. Nel mito di Demetra e Core il collegamento tra la fertilità della terra e quella umana, fra terra e corpo femminile, è scoperto.

I Misteri Eleusini offrivano agli iniziati una visione mistica dei cicli della produzione e della riproduzione, la spiegazione della vita e della morte.

Fondamentale è il culto della dea Madre, con la maiuscola o qualificata Grande, madre degli dei nelle celebrazioni di Atene, Corinto, del Peloponneso; a Dodona essa è identificata con la Terra ma Solone celebrava "la Grande Madre degli dei, la nera Terra." (fr. 36 west vv. 4-5)

Molte le variazioni sullo stesso nome ad indicare una sola fede verso la potenza incontestata di una madre originaria. Una Madre che rimanda alle origini, fino al Paleolitico; una Madre senza frontiere; per Bachofen metonimizzata attraverso l'utero o estesa in un corpo smisurato; per la cultura matriarcale unificata nella "omogeneità di un'idea dominante", per Jung e Neuman un archetipo dell'eterno femminino.

Le tracce di periodi preistorici o testimonianze storiche che hanno prodotto tali teorie del matriarcato sono, però, ovunque abbastanza labili. Una testimonianza interessante (e probante se pur isolata) ce l’ha fornita un collega siciliano: ancora oggi, in Sicilia, le donne che preparano il pane tracciano un segno lungo e profondo nella parte mediana e chiamano questa pagnotta, non ancora cotta, “grignu”, con lo stesso nome con cui chiamano l’organo sessuale femminile: facile è dedurre il legame del pane con la terra madre, indicata inequivocabilmente con il simbolo sessuale.

Più numerose risultano nella civiltà egeo-cretese e costituiscono argomento di estremo interesse per la nostra ricerca.

I - II - III - IV - V - VI - VII - VIII - X - XI - XII - XIII


a cura di Gerardo Pompei

(Scarica il font greek e mettilo nella cartella Fonts di Windows, se non riesci a leggere le parole scritte in greco).

Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia - Antica
 - Stampa pagina
Aggiornamento: 01/05/2015