L'ARMENIA E IL SUO GENOCIDIO


DOPO LA FINE DELL'IMPERO OTTOMANO

Nel 1917, dopo il crollo dell'impero turco, l'Inghilterra, nella speranza di penetrare in Russia, occupò l'Armenia, l'Azerbaigian e la Georgia.

L'armistizio di Mùdros (ottobre 1918) segnò la fine dell'impero ottomano. Agli imperialisti dell'Intesa i territori turchi servivano non solo per ragioni commerciali, ma anche come piazza d'armi per scatenare i loro interventi antisovietici. Il ruolo guida apparteneva all'Inghilterra, che voleva controllare la Grecia, l'Armenia dei dašnaki, il progettato Stato curdo indipendente, la zona degli stretti (Bosforo e Dardanelli) e Costantinopoli. Ma esisteva anche un piano per l'egemonia statunitense in Anatolia e Armenia.

Nell'estate del 1919 i territori armeni vennero inclusi di fatto nella sfera d'azione degli Stati Uniti. Un colonnello americano fu investito della carica di "Commissario supremo" in Armenia.

Il movimento turco kemalista (da Mustafà Kemal Pascià, noto col nome di Atatűrk) si oppose agli imperialisti, ma nel marzo 1920 l'Intesa, guidata dall'Inghilterra, occuparono Costantinopoli, sciolsero il parlamento e arrestarono i deputati.

Si formò in Anatolia un nuovo governo. Allora gli inglesi imposero il trattato di Sèvres del 1920, con cui si sanciva lo smembramento totale dell'impero turco (che sarebbe stato ridotto a una piccola regione dell'Anatolia centrale): l'Armenia riuscì ad ottenere una parte delle province orientali dell'Anatolia. La Grecia si alleò con l'Inghilterra nella speranza di veder aumentare i propri territori.

Kemal si rese conto che la Turchia poteva essere aiutata solo dall'Urss, che diede gratuitamente al popolo turco più di 10 milioni di rubli-oro e una notevole quantità di armamenti. Gli imperialisti reagirono cercando di aizzare l'Armenia dei dašnaki contro i turchi, per poi abbandonarla al suo destino. E ci riuscirono, appoggiati in questo anche dai menscevichi georgiani.

Sarà l'Armata Rossa a cacciare gli ultimi focolai degli interventisti e dei controrivoluzionari in Transcaucasia: il Comitato rivoluzionario costituito a Karavansarai proclamò alla fine del 1920 la Repubblica Socialista Sovietica di Armenia.

Riorganizzata militarmente la Turchia riuscì a sconfiggere gli interventisti negli anni 1921-22. Il trattato di pace fu firmato a Losanna nel 1923. La Turchia riottenne i propri territori (quelli attuali) e il riconoscimento della propria indipendenza. Sulle rovine dello Stato feudale ottomano venne creato il moderno Stato borghese nazionale turco: infatti furono liquidati il sultanato e il califfato.

Al termine del conflitto mondiale, in seguito alla sconfitta della Turchia, cadde il regime dei Giovani Turchi ed il nuovo governo istituì - controvoglia e per ingraziarsi le potenze europee vincitrici - una corte marziale per giudicare i responsabili dello sterminio degli Armeni.

Fu giustiziato un prefetto, ma molti fra i colpevoli, con il compiacente sostegno non solo delle autorità turche, ma anche delle potenze vincitrici, poterono fuggire o comunque vivere indisturbati.

Poco dopo, e senza aver terminato i propri lavori, anche la corte marziale fu sciolta. Solo alcuni fra i principali organizzatori del genocidio armeno furono poi uccisi da parte di giustizieri armeni. Non ci fu quindi una Norimberga per il genocidio armeno che rimase così impunito.

Lo stato turco smise di perseguire i responsabili, incamerò tutti i beni mobili e immobili appartenenti agli armeni e diede inizio alla mistificazione della storia, prima non parlando mai dello sterminio degli armeni e, negli ultimi decenni, negando apertamente l'avvenuto genocidio.

Venne steso così un velo di silenzio sullo sterminio degli armeni tanto che Hitler stesso, nell'agosto del 1939, poco prima di aggredire la Polonia, per vincere le titubanze dei suoi collaboratori a proposito dei suoi piani di sterminio, disse loro espressamente: "Chi si ricorda più del massacro degli Armeni?".

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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia - Storia contemporanea
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Aggiornamento: 23/08/2013