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STORIA DI CESENATICO
Antichità
Il territorio attorno a Cesenatico si presentava,
durante l'età del bronzo (16.000 anni prima di Cristo) caratterizzato da
zone paludose separate dal mare da un cordone di "dune" sabbiose. L'acqua
salmastra si mescolava a quella dolce formando un ambiente di tipo lagunare.
Un insediamento umano è stato scoperto nella zona
del "Montaletto" e si tratta con ogni probabilità di un accampamento di
pastori.
Dobbiamo risalire al VI-V secolo a.C. per
intravedere i primi veri insediamenti umani. In località Borella sono stati
rinvenuti numerosi reperti (Laterizi, tombe, scheletri, suppellettili, di
epoca romana che identificano la località detta Ad Novas) che
possiamo ritenere l'antenata dell'odierna Cesenatico (tra il III e il IV
sec. d.C. viene così denominata).
Ad Novas era una mansio, cioè una località ove si
poteva effettuare il cambio dei cavalli e trovare ospitalità, circondata da
fattorie; poi la località viene chiamata Tabernas Cossutianas. All'epoca
esisteva anche un insediamento con a fianco un piccolo porto, nel luogo dove
oggi si trovano i resti della Rocca.
Medioevo
Poche sono le notizie del primo medioevo, oltre
al fatto che la località si chiamava Tumba de Sancto Thoma o Castellare di
San Tommaso, un gruppo di case arroccate e poste vicino alla riva del mare,
sulla via Popilia (l'attuale Adriatica).
Il "Porto del Cesenatico" nasce agli inizi del
1300 per necessità della città di Cesena di dotarsi di una via di
comunicazione sul mare e di migliorare il livello dei suoi commerci.
Gli abitanti di Cesena, a loro spese,
cominciarono a sistemare il canale, destinato a smaltire le acque di alta
marea, per renderlo un facile approdo e, come primo insediamento a sua
difesa, fu costruita, nel 1302, "la Rocca" che si trovava all'ingresso di
Cesenatico sulla strada che porta a Cesena. La bolla di papa Giovanni XXII
ne approvò la costruzione.
Appena un mese dopo la Rocca venne demolita e il
porto interrato da Bernardino da Polenta, signore di Cervia, con l'aiuto dei ravennati, del conte Federico di Montefeltro e di Uguccione della Faggiola i
quali temevano un danno economico per i loro territori, che allora si
sentivano rivali gli uni degli altri.
Tuttavia, i cesenati riaprirono il porto nel
1314.
Utilizzando i canali di scolo delle acque che
defluivano dalle zone paludose interne venne realizzato un primo sistema
portuale con "Palancole di legno" che formavano due rudimentali "Moli".
Attorno al porto cominciarono ad essere costruiti vari edifici quali
botteghe e magazzini per le merci, fortini di difesa, abitazioni per i primi
coloni che allargarono i confini del paese.
Queste costruzioni vennero distrutte nuovamente
nel 1328 dai ravennati e soprattutto dai forlivesi guidati da Ostasio da
Polenta e Francesco Ordelaffi, con l'aiuto del siciliano Clermont, conte di
Romagna.
Nel 1328 il porto e il castello vennero ricostruiti a spese del cardinale
Bertrando e dell'arcivescovo di Ravenna.
Il primo sistema portuale aveva una lunghezza di
poche centinaia di metri e raggiungeva circa un terzo della attuale
dimensione del porto.
Uno dei principali problemi che si dovette
affrontare fù il continuo insabbiamento dell'imboccatura dovuto al notevole
apporto di sabbia che i vari fiumi romagnoli depositavano in mare in quel
tempo. L'antica linea di costa si trovava all'incirca nei pressi
dell'attuale viale L. da Vinci e questo dimostra quanto grande sia stato
l'allungamento della spiaggia nei secoli.
Dopo circa 30 anni di tregua, nel 1360 Manfredi,
signore di Faenza, assaliva Cesenatico depredandola di tutte le sue risorse.
I cesenati riuscirono nuovamente a rimettere in
sesto le cose, ma il porto venne occupato dai veneziani, finché nel 1500
Cesare Borgia, signore di Romagna, riuscì a impadronirsene per potenzialo a
tutto vantaggio dei suoi domini in Romagna (Imola, Forlì, Cesena, Pesaro,
Rimini, Faenza, Pianosa, Piombino).
Cinquecento
Il Borgia (detto Valentino) invitò a Cesenatico
nel 1501 Caterina, ex regina d'Ungheria, e nel 1502 chiamò il grande
Leonardo da Vinci per vedere come migliorare le strutture portuali ed
allungare la portata dei moli.
In particolare Leonardo doveva risolvere il
problema dell'interramento dell'imboccatura. La sua idea era quella di
costruire uno sbarramento con "Porte mobili" all'altezza dell'attuale Ponte
di S. Giuseppe, per immagazzinare l'acqua dei canali durante l'alta marea e
rilasciarla durante la bassa, in modo da ottenere una forte corrente in
uscita che ripuliva dalla sabbia l'imboccatura. (Da notare che anche lo
sfalsamento dei due moli contribuisce oggi a mantenere sgombro il porto).
Purtroppo i veneziani riuscirono a rioccupare il
porto tra il 1502 e il 1505, sicché Leonardo non riuscì a realizzare il suo
progetto, di cui sono rimasti solo alcuni appunti. Il disegno originale
dello schizzo del Porto Canale è conservato nella Biblioteca Nazionale di
Parigi.
Seicento e Settecento
Crollato il dominio dei Borgia, Cesenatico rimane
saldamente sotto lo Stato Pontificio e diventa un porto importante per la
commercializzazione dello zolfo, estratto nel Montefeltro. Verso la fine del
1500 la popolazione del Cesenatico è di circa 2300 abitanti compreso il
contado e si manterrà, per tutto il 1700, attorno alle 2000 unità. Le uniche
risorse economiche locali sono costituite dalla pesca e dal traffico
portuale.
Fra gli edifici da ricordare, in questo periodo,
vi è la chiesa di San Giuseppe con annesso un piccolo Ospedale-Ricovero e il
Ponte a schiena d'asino situato nel punto dell'attuale Ponte Garibaldi. Nel
1611 viene edificato il convento dei " Cappuccini " ancora esistente.
Nel 1643 Cesenatico viene attaccata e
saccheggiata dalle truppe Veneziane che incendiano quasi tutto l'abitato.
Nel 1763 viene ricostruita la chiesa di S.
Giacomo, oggi Chiesa Parrocchiale in via G. Bruno.
Verso la metà del 1700, la definitiva bonifica
delle antiche saline che sorgevano nell'entroterra ed erano ormai
inutilizzabili, causò l'allungamento del territorio verso il mare più o meno
come lo vediamo ora.
Nei secoli seguenti quindi l'allargamento del
paese e il miglioramento delle strutture portuali continua decisamente,
interrotto soltanto da un bombardamento navale del 1809 con cui gli inglesi
distrussero la Torre Pretoriale, volendo vendicare il fatto che un loro
ufficiale era stato fatto prigioniero dai francesi di Napoleone. I francesi
fecero costruire un fortino, che però venne distrutto nel 1866.
Ottocento
Durante il periodo di dominazione napoleonica
(fine settecento) iniziano le rivendicazioni dei cittadini per costituire un
Comune indipendente da Cesena. Alla fine del 1827 papa Leone XII concede a
Cesenatico di diventare Comune autonomo. La popolazione ammontava, in quella
data, a circa 2500 unità.
Nel 1849 Garibaldi, dopo aver lasciato Roma e
ritiratosi a San Marino, per sfuggire ai soldati del papa e agli austriaci,
s'imbarcò a Cesenatico per correre in aiuto dei veneziani che combattevano
contro gli austriaci. I cesenaticensi gli eressero un monumento sulla piazza
principale.
Nel 1860 Cesenatico fa parte del regno d'Italia.
Alla fine dell'800 il porto consiste in un canale
artificiale largo in media 20 m. e lungo circa un km. Si prolunga in mare
mediante due palafitte laterali riempite di sassi.
Il canale riceve le acque di 5 scoli, che servono
al prosciugamento dei terreni circostanti. Le acque di questi scoli vengono
trattenute mediante saracinesche durante i tempi di piena, e scaricate nel
canale per l'espurgo dell'imboccatura del porto soggetta a insabbiamenti.
Le barche pescherecce negli anni 60 sono circa
170.
Negli anni 90 si sviluppano le prime costruzioni
turistiche.
Novecento
La Seconda Guerra Mondiale provocò enormi
distruzioni a Cesenatico, che perse anche quasi tutte le sue costruzioni più
antiche. I martiri antifascisti furono 20, oltre a centinaia di feriti e a
molti deportati.
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