STORIA DEL MEDIOEVO
Feudalesimo e Cristianesimo medievale


CHE COSA SIGNIFICA MEDIOEVO?

Se dovessimo dire quando inizia il Medioevo, dovremmo guardare sia gli aspetti sociali che quelli culturali. Il Medioevo inizia quando la progressiva trasformazione dello schiavismo in servaggio comporta la trasformazione del mercato in autoconsumo, con lo spostamento relativo del baricentro della vita sociale dalla città alla campagna. Questo fenomeno è tanto più forte quanto più sono riuscite a far sentire il loro peso le popolazioni cosiddette "barbariche", cioè le popolazioni che, migrando in Europa, vi penetrarono massicciamente, e, poiché non conoscevano la schiavitù come sistema sociale, né i mercati, la moneta, l'urbanizzazione ecc., determinarono un mutamento complessivo di "civiltà". Il fenomeno culturale che ha affatto da supporto a questa trasformazione di sistema, è stato il cristianesimo, che ha sostituito il paganesimo. Ma prima di parlarne vanno fatte alcune precisazioni.

Anzitutto bisogna dire che la parte orientale dell'impero romano cristianizzato, detta "bizantina" dagli storici, non subì invasioni barbariche, né passò dal mercato all'autoconsumo; anzi, questa parte dell'impero rimase molto florida per lungo tempo. Le tre gravi battute d'arresto ebbe a subirle con l'invasione islamica, le crociate latine e l'occupazione turca, che ne determinò il crollo definitivo. Il feudalesimo vero e proprio s'impose nell'area bizantina soltanto a partire dalle crociate latine, ma, poiché queste avvennero dopo il Mille, i rapporti feudali qui si mescolarono a quelli mercantili, gestiti da potenti città marinare, come Venezia, Genova e, in parte, Marsiglia. La vera Turchia feudale s'imporrà soltanto con l'occupazione ottomana, il cui impero fu vastissimo e che durerà dal 1453 sino allo sfacelo della prima guerra mondiale, dopodiché nascerà la Turchia borghese e repubblicana di Ataturk. Quindi praticamente possiamo dire che con Ataturk la Turchia torna ad essere quel che era stata sotto l'impero bizantino, cioè un territorio mercantile, secondo però i criteri della democrazia borghese (parlamentare), quella ereditata dai paesi ovest-europei. Questa trasformazione è avvenuta mentre dominava l'islam come religione ufficiale.

E' bene tuttavia precisare che, a differenza del cristianesimo, l'islam non fu mai in grado di far decollare il capitalismo vero e proprio nelle società mercantili. Questo per una serie di ragioni: non si concepiva una subordinazione della chiesa allo Stato e quindi non si era disposti a laicizzare il pensiero religioso (gli intellettuali che lo fecero non ebbero seguito popolare); inoltre il concetto di comunità parentale, clanico-tribale ha sempre impedito lo sviluppo dell'individualismo borghese. Quando nei paesi islamici cominciò a imporsi il capitalismo, fu un semplice prodotto d'importazione, gestito, più che altro, da imprese straniere.

Ora torniamo a quanto si diceva a proposito della trasformazione del mercato in autoconsumo. Come si può inserire nel concetto di "Medioevo" una civiltà come quella bizantina, che una trasformazione del genere non l'ha vissuta, almeno non con la stessa intensità dell'area latina, soggetta a pesanti flussi di popolazioni barbariche? Non è sufficiente dire che entrambi i territori erano caratterizzati dal cristianesimo, proprio perché le differenze in campo religioso si faranno progressivamente sentire e saranno molto rilevanti. A partire dal trasferimento della capitale dell'impero romano a Bisanzio, chiamata Costantinopoli, in omaggio a Costantino, che si rese artefice dell'iniziativa nel 330, i cristiani orientali, sotto l'egemonia degli imperatori legittimamente riconosciuti per successione dinastica, erano convinti di proseguire molto fedelmente le tradizioni dell'antica Roma, salvo appunto il fatto che al paganesimo era stato sostituito il cristianesimo, il quale pretendeva una certa autonomia nei confronti dell'imperatore, che non poteva fregiarsi né del titolo di "figlio di dio", in quanto l'unico a esserlo per i cristiani era Gesù Cristo, né del titolo di "pontefice massimo", in quanto a capo della chiesa erano i vescovi, che sulle questioni dogmatiche, amministrative e giurisdizionali legiferavano attraverso sinodi e concili.

L'imperatore riceveva la propria autorità direttamente da dio, senza passare attraverso il consenso dell'autorità religiosa, ma questa, che riconosceva in Cristo il proprio capo spirituale, non permetteva all'imperatore d'intromettersi nelle proprie questioni interne, soprattutto in quelle di tipo teologico. Semplicemente la chiesa riconosceva all'imperatore il diritto-dovere di governare, ed essa si attribuiva una funzione di tipo etico-religioso. Questo almeno in teoria, poiché in pratica, esistendo il confessionalismo statale, ogniqualvolta emergevano delle eresie, era facile cercare nella forza dell'imperatore il mezzo per eliminarle. Già con Costantino si cominciò a farlo nei confronti degli ariani.

Diciamo dunque che il cosiddetto "impero bizantino" può rientrare nel concetto di "Medioevo" e non in quello di "epoca moderna", né in quello di "età imperiale classica", non solo perché adottò il cristianesimo come religione ufficiale dell'impero (in molti paesi europei il cristianesimo è rimasto la religione di Stato ben oltre la fine del Medioevo), ma anche perché il potere politico-imperiale pretendeva di esercitare un controllo stringente su qualunque attività sociale ed economica. Chiunque poteva svolgere l'attività che voleva, ma era soggetto a leggi comuni a tutto l'impero e a forme di tassazione nei confronti di uno Stato centralizzato, uno Stato che non permetteva a nessuno di minare le basi dell'autorità politica e istituzionale, sia che ci provassero i proprietari fondiari o i funzionari amministrativi o militari o i ceti mercantili o gli esponenti del clero. La chiesa bizantina non ebbe mai la possibilità di darsi una veste politica, né d'altra parte la pretese.

Ora però apriamo una parentesi. Imperi para-feudali o tardo-feudali (in quanto la nobiltà giocava ancora un ruolo decisivo), nell'Europa cristiana, li abbiamo avuti sino alla fine della prima guerra mondiale: quello prussiano, quello austro-ungarico e quello russo, caratterizzati, rispettivamente, da tre religioni di stato: protestante, cattolica e ortodossa. In questi imperi, in un certo senso, il "Medioevo" è rimasto almeno sino a quando il capitalismo di altri paesi europei (Inghilterra, Francia, Olanda...) non ha operato forti condizionamenti socioeconomici. La differenza tra questi imperi tardo-feudali e quello bizantino stava nel fatto che quest'ultimo non poteva essere condizionato da un capitalismo industriale, ancora esistente, ma solo da un capitalismo commerciale e, parzialmente, manifatturiero (parzialmente perché non era tanto Bisanzio che acquistava merci dall'Europa occidentale, ma il contrario; Bisanzio, semmai, acquistava merci da alcuni paesi asiatici o dalla Russia). L'unico vero capitalismo con cui Bisanzio ebbe a che fare fu quello di Venezia e Genova, ch'era prevalentemente commerciale, ma il crollo definitivo non fu determinato da questo capitalismo, bensì dal feudalesimo ottomano. Gli altri tre imperi suddetti caddero invece sotto i colpi del capitalismo industriale di Francia e Inghilterra, salvo il caso della Russia, in cui, con la rivoluzione bolscevica, si passò dal tardo-feudalesimo e dal neonato capitalismo al socialismo, che poi, sotto lo stalinismo, prese la forma del socialismo di stato. Chiusa la parentesi.

L'impero bizantino fa dunque parte del Medioevo perché gli imperatori si consideravano responsabili nei confronti di tutto l'impero, che cercavano di mantenere integro il più possibile, salvo abbandonare a se stesse quelle aree geografiche che, prendendo a pretesto differenze di tipo religioso, preferivano organizzarsi in maniera autonoma. La decisione di abbandonare queste aree al loro destino fu tanto più inevitabile quanto maggiore era la pressione dei nemici esterni (persiani, arabi, latini, turchi...), che in pratica impediva un'efficace iniziativa diplomatica e militare. Il massimo dell'espansione dell'impero bizantino fu raggiunto sotto Giustiniano, il quale s'illuse di poter ripristinare i confini dell'impero romano classico grazie all'aiuto, in occidente, della chiesa cattolica, la quale però non volle collaborare, preferendo gestire un territorio comandato da barbari incolti (facilmente strumentalizzabili) che non dai più capaci bizantini.

Tuttavia, se si fa coincidere "Medioevo" con "feudalesimo", si commetterà un errore fondamentale applicando questa identificazione all'impero bizantino. Qui infatti non dominarono, sul piano politico, dei rapporti di tipo personale (o vassallatico), sulla base dei quali il subordinato era tenuto a obbedire al proprio, rispettivo, superiore, avendolo questo reso usufruttuario di un determinato beneficio. Nell'area bizantina il rapporto di sudditenza gerarchica era oggettivo, indipendente dalla volontà dei soggetti che dovevano metterlo in pratica: dipendeva semplicemente dal fatto che l'autorità andava rispettata in quanto tale, per il bene appunto dell'impero, che doveva ritenersi come una cosa "sacra", da salvaguardare nei confronti di popolazioni ritenute "barbare". Chi si fosse sottratto a questa regola elementare, andava considerato un nemico interno, che non poteva essere rabbonito offrendogli dei particolari privilegi. Ecco perché la burocrazia imperiale bizantina assomigliava a quella degli antichi imperatori romani: non si permetteva a un funzionario (burocratico o militare) di diventare un "sovrano" a livello locale, come invece succedeva nell'impero carolingio e sassone, dove il rapporto personale induceva inevitabilmente i militari (o anche i vescovi-conti) ad attribuirsi delle funzioni amministrative, giudiziarie e alla fine persino politiche, che, ad un certo punto, finivano con l'essere gestite in antitesi a quelle imperiali.

Questo spiega il motivo per cui in area bizantina non solo non si formò una classe feudale in opposizione al sovrano, ma non si formò neppure una classe mercantile che usasse le città per rivendicare un'autonomia assoluta nei confronti dei poteri centrali. Nell'area occidentale dell'Europa invece abbiamo entrambe le cose. Da un lato i feudatari rivendicano di continuo il diritto di avere in proprietà privata i beni ottenuti in usufrutto, finché poi vi riusciranno col Capitolare di Quierzy e la Constitutio de feudis; dall'altro abbiamo una classe borghese che, creando i Comuni, non vuole sottostare ad alcuna giurisdizione imperiale, se non in maniera puramente formale. In entrambi i casi (il primo tipico dell'alto Medioevo, il secondo del basso) si finisce, inevitabilmente, col minare l'unità dell'impero.

Da notare inoltre che in entrambi i casi la chiesa romana ha utilizzato i feudatari e i borghesi contro i sovrani che pretendevano di gestire con essa un rapporto analogo a quello bizantino. I sovrani dell'Europa occidentale feudale non sono mai riusciti nel loro intento proprio perché la chiesa romana ha sempre fatto di tutto per ottenere un proprio potere politico ed economico.

Quindi, come si può facilmente notare, durante tutto il Medioevo il cristianesimo s'è sviluppato in due forme molto diverse, che hanno inevitabilmente condizionato il modo di gestire la politica, i rapporti socio-economici e i valori etici. Ecco perché è stato in Europa occidentale che s'è formato il capitalismo, che è un sistema sociale ove l'individualismo è al massimo livello, dove molto forte è la laicizzazione della cultura, dove i valori etici sono subordinati alla ricerca di rendite e profitti, dove all'ideale è subentrato l'interesse utilitaristico, dove l'affermazione dei valori è puramente teorica e dove soprattutto lo Stato è un ente preposto a tutelare gli interessi delle classi sociali più forti, quelle che dispongono di maggiore proprietà privata.

La confessione religiosa che meglio s'è adeguata allo sviluppo del capitalismo, promuovendone persino le forme, è stato il protestantesimo, ma le basi del passaggio dalla rendita feudale al profitto borghese, dall'autoconsumo al mercato, dal primato della campagna a quello della città erano state poste dal cattolicesimo-romano.


Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia - Storia medievale
 - Stampa pagina
Aggiornamento: 01/05/2015