LE MONARCHIE NAZIONALI


LE GUERRE DI SUPREMAZIA

I - II

Re Giacomo II, di Benedetto Gennari 1685

Durante la prima metà del settecento furono combattute quasi ininterrottamente guerre di predominio che mutarono profondamente gli equilibri politici determinatisi nel secolo precedente fra gli Stati europei .

Già la rivoluzione d'Inghilterra, borghese e puritana, aveva rotto il quadro omogeneo dell'Europa assolutista, tipico del Seicento: la monarchia in questo paese era diventata costituzionale e la borghesia era riuscita anzitempo ad affermare la propria egemonia sul piano economico. Il risultato di questo processo storico era stato lo sviluppo della nazione inglese e l'inizio della formazione del suo impero coloniale.

Inghilterra e Francia dominarono la scena politica della prima metà del secolo XVIII, la prima migliorando la struttura costituzionale del suo stato, la seconda rimarcando il carattere assolutistico del regime che ormai contrastava con le trasformazioni sociali avvenute in Francia e con la cultura illuministica che si stava diffondendo ormai nel paese.

Le guerre di supremazia si aprirono con quella per la successione spagnola che vide trionfare la politica inglese dell'equilibrio tra gli Stati. Successivamente, nel corso delle guerre per la successione polacca e per la successione austriaca e durante la guerra dei Sette Anni ( che concluse questa fase di conflitti europei ), si ebbe uno spostamento delle tradizionali alleanze. Alla rivalità franco - austriaca si venne a sostituire un'alleanza fra Borboni e Asburgo: negli stessi anni si stabiliva, come vedremo, il patto di famiglia fra i Borboni di Spagna, Francia, Napoli e Parma. Questi due blocchi di nazioni alleate erano pronti a fronteggiare l'egemonia marittima e commerciale dell'Inghilterra e la nascente potenza militare della Prussia.

La guerra di successione spagnola aveva assicurato all'Inghilterra il dominio sui mari ed all'impero austriaco quello sul continente.

Le due successive guerre europee furono condotte ancor più all'insegna del principio dell'equilibrio e della diplomazia.

La prima di queste si svolse intorno alla corona della Polonia. Questo paese era stato in passato la maggiore potenza dell'Europa orientale, ma le sue istituzioni politiche e sociali erano ormai invecchiate di fronte agli sviluppi dello stato assoluto nei paesi confinanti. Non solo la monarchia polacca era elettiva, cosa che creava spesso crisi più o meno gravi di successione, la dieta (assemblea) della nobiltà era in grado di opporsi a qualunque sforzo in direzione di un rafforzamento delle strutture statali, Nel 1733 le manovre della dieta per l'elezione regia furono fortemente influenzate dalle strategie politiche delle grandi potenze; ne risultò una guerra tra Francia ed Austria, combattuta non in Polonia ma sul Reno ed in Italia, mentre la Polonia stessa veniva invasa dalla Russia.

La guerra, conclusa con un compromesso nel 1738, dimostrò che la Polonia era ormai diventata solo un oggetto della politica europea. In conseguenza della guerra di successione polacca l'Austria perse i suoi domini nell'Italia meridionale (costituita in regno indipendente sotto la dinastia dei Borboni di Napoli). Nel corso del mezzo secolo successivo la situazione della Polonia non fece che aggravarsi e attraverso tre momenti decisivi d'intervento straniero (1772, 1792 e 1795) i polacchi persero la loro indipendenza politica e il loro paese fu spartito fra Russia, Austria e Prussia. La Francia e l'Inghilterra non poterono in alcun modo intervenire, perché la Francia era travagliata da una profonda crisi statale che sfociò nella “ grande rivoluzione “, e l'Inghilterra era totalmente assorbita nella lotta contro i coloni americani, insorti contro il suo dominio.

Si era da poco conclusa la guerra di successione polacca quando la morte dell'imperatore Carlo VI (1740) provocò la ripresa delle ostilità .

Prima di morire l'imperatore, che non aveva eredi maschi, aveva emanato la Prammatica Sanzione, secondo la quale era consentita la successione al trono all'erede di sesso femminile, la figlia Maria Teresa. Questa però non venne riconosciuta da Federico II di Prussia, che, spalleggiato dalla Francia, occupò subito la Slesia, dando così inizio alla guerra di successione austriaca (1740 - 1748). L'Inghilterra interessata alla conservazione dell'equilibrio europeo e rivale della Francia in campo coloniale, si schierò dalla parte di Maria Teresa, che poté così resistere all'attacco e conservò la corona; ella dovette però cedere a Federico II la ricca e importante regione della Slesia.

Pochi anni dopo, dal desiderio di rivincita dell'Austria e dai contrasti coloniali anglo-francesi trasse origine la Guerra dei Sette Anni (1756 -1763), nella quale peraltro rovesciate le alleanze, l'Inghilterra si schierò con la Prussia, e la Francia con gli Asburgo. La Prussia, resistendo validamente alla soverchiante coalizione dei nemici, riuscì a conservare la Slesia e consolidò il proprio prestigio sia nel mondo germanico sia in campo internazionale; l'Inghilterra, strappando ai Francesi quasi tutti i possedimenti americani, si affermò come la massima potenza marittima e coloniale del mondo.


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia - Moderna
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Aggiornamento: 02/10/2014