LA RIFORMA PROTESTANTE

Dalla riforma della chiesa
alla nascita del capitalismo


CALVINO E IL CONCILIO DI TRENTO

Giuseppe Bailone

Giovanni Calvino

La divisione religiosa dell’Europa occidentale avviata da Lutero nel 1517, si approfondisce nel corso del Cinquecento. In questo processo due momenti importanti sono l’opera di Giovanni Calvino e il concilio di Trento.

Giovanni Calvino (1509-64) accentua, con importanti novità, gli elementi di divisione che Lutero ha introdotto nel mondo occidentale.

In lui il ritorno al Vangelo si accompagna a un forte ritorno al Vecchio Testamento, dal quale ricava l’idea dell’onnipotente e assoluta maestà divina e una religiosità in cui il rigore dell’impegno morale prevale sull’amore.

Sul tema della grazia e del libero arbitrio, Calvino accentua la posizione di Lutero con la dottrina della doppia predestinazione: tutti gli uomini sono corrotti dal peccato originale e meritano giustamente di essere condannati, ma, alcuni sono destinati alla vita eterna, altri alla dannazione eterna.[1]

Dio – sostiene Calvino – si serve della perversità dell’uomo come di uno strumento della sua ira; guida, invece, la volontà di quelli predestinati alla salvezza. Dio vuole che tutto ciò ch’egli fa in noi sia nostro, ma che intendiamo che nulla dipende da noi.

E' la nostra volontà a scegliere il bene o il male, ma è Dio che la determina. Quest’idea, però, non produce, come ci si potrebbe aspettare, nel fedele calvinista inerte fatalismo, bensì eroico impegno a fare il bene. Infatti, l’assoluta onnipotenza divina porta Calvino a mettere in cima a tutto la gloria di Dio: più che tremare per propria salvezza, come Lutero, e trovare sollievo nella fede, Calvino pensa a servire Dio, a lavorare per il suo regno.

In lui, il senso del dovere prevale nettamente sul luterano senso del peccato.

La vita è vocazione, cioè chiamata di Dio, alla quale il fedele calvinista risponde con tutto il suo essere, nella vita familiare e sociale. Il lavoro non è una condanna, un peso, ma è dovere religioso. Calvino valorizza il lavoro anche più di Lutero: il successo raggiunto nel lavoro significa che si è corrisposto alla volontà di Dio, è un segno di elezione divina.

La povertà non è un valore e la carità non è la prima tra le virtù del calvinista.

Nel secolo scorso il filosofo e sociologo Max Weber (1864-1920) ha sostenuto l’esistenza di uno stretto legame tra l’etica del lavoro calvinista e lo spirito del capitalismo allora nascente.

Calvino diverge da Lutero sul potere civile: la comunità dei credenti deve agire e lottare per realizzare anche in politica la propria vocazione. In Scozia e in Francia, dove vive condizioni di persecuzione religiosa, il calvinismo arriva a teorizzare il dritto di resistenza e anche di ribellione al sovrano ingiusto.

Mentre il luteranesimo rimane un fatto prevalentemente tedesco e del Nord Europa, il calvinismo si diffonde in Francia, in Olanda, dov’è alle origini della rivolta contro la Spagna, in Inghilterra e nelle colonie del Nord America; in Italia ha diffusione limitata, ma agisce profondamente sulla comunità valdese.

Contro Lutero che, tornando al Vangelo, annulla i risultati della tradizione ecclesiastica, il concilio di Trento (1545-63) precisa che il ritorno ai principi va inteso come ritorno alle origini del cristianesimo, quello dei padri della Chiesa, quando si fissarono i punti fondamentali della fede, nacquero i riti e si strutturò la gerarchia ecclesiastica.

Contro il libero esame della Scrittura si conferma la funzione essenziale del magistero ecclesiastico: della sacra scrittura solo la Chiesa offre la vera interpretazione, che porta alla salvezza.

Contro la teoria della salvezza per sola fede si stabilisce che il peccato originale ha sì compromesso la natura umana, ma la grazia divina, attraverso i sacramenti, la risana e la rimette in condizioni di fare il bene e di cooperare alla propria salvezza.

Si riconfermano tutti i sacramenti e il loro valore ex opere operato, cioè per il solo fatto di essere impartiti.

Si conferma il culto della Madonna, dei santi, delle reliquie e delle immagini sacre. Si conferma la dottrina del Purgatorio e delle indulgenze.

Si danno disposizioni per la riforma morale del clero e per la sua formazione culturale e religiosa. Nascono i seminari.

Si affermano la teologia e la filosofia di Tommaso d’Aquino.

S’istituisce l’Indice dei libri proibiti.

Si mette all’indice Machiavelli in abiti civili, ma lo si recluta in abiti religiosi per la riconquista del potere perduto: nasce l’ordine dei Gesuiti col compito di riconquistare il potere papale messo in crisi dal movimento luterano e l’egemonia culturale della Chiesa perduta con la crisi del tardo Medioevo.

I Gesuiti esercitano, attraverso i loro numerosi “collegi” per la formazione dei figli delle classi dirigenti e l’azione dei “direttori spirituali” dei potenti, una grande influenza sui costumi sociali e sulla politica degli Stati cattolici. Non riescono però a imbrigliare l’alta cultura e dalle loro scuole escono molti loro critici ed esponenti della cultura fuori controllo ecclesiastico.


[1] Calvino scrive: “Secondo ciò che la scrittura chiaramente dimostra, noi diciamo che il Signore ha una volta tanto deciso, nel suo consiglio eterno e immutabile, quali uomini voleva ammettere alla salvezza e quali lasciare in rovina. Quelli che egli chiama alla salvezza, noi diciamo che li riceve per la sua misericordia gratuita, senza alcun riguardo per la loro dignità. Al contrario, l’ingresso nella vita è precluso a tutti quelli che egli vuole abbandonare alla condanna; e ciò accade per un suo giudizio occulto e incomprensibile, per quanto giusto ed equo” (Inst., 7; III, 62-63).


Fonte: ANNO ACCADEMICO 2010-11 - UNIVERSITA’ POPOLARE DI TORINO

Giuseppe Bailone ha pubblicato Il Facchiotami, CRT Pistoia 1999.

Nel 2006 ha pubblicato Viaggio nella filosofia europea, ed. Alpina, Torino.

Nel 2009 ha pubblicato, nei Quaderni della Fondazione Università Popolare di Torino, Viaggio nella filosofia, La Filosofia greca.

Due dialoghi. I panni di Dio – Socrate e il filosofo della caverna (pdf)

Plotino (pdf)

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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia - Moderna
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Aggiornamento: 09/01/2013