LA RIFORMA PROTESTANTE

Dalla riforma della chiesa
alla nascita del capitalismo


LUTERO: il giudizio di Engels

Giuseppe Bailone

LuteroEngels

Nel 1850 Engels scrive La guerra dei contadini, alla luce delle vicende del 1848. Paragona Lutero alla borghesia tedesca di metà Ottocento che, per paura degli sviluppi in senso socialista dell’insurrezione, ha sacrificato la propria rivoluzione.

“Lutero ha compiuto dal 1517 al 1525 le stesse evoluzioni dei moderni costituzionalisti tedeschi dal 1846 al 1849, e che deve compiere ogni partito borghese, quando, posto per un istante alla testa del movimento, venga sorpassato in questo movimento stesso dal  partito plebeo o proletario che gli sta dietro.

Quando Lutero nel 1517 insorse contro i dogmi e la costituzione della Chiesa cattolica, la sua opposizione non aveva ancora alcun carattere deciso … non escludeva alcun indirizzo, né lo poteva. Nel primo momento bisognava raccogliere le forze oppositrici, bisognava impiegare la più decisa energia rivoluzionaria … La poderosa natura di contadino di Lutero si sfogò con straordinaria veemenza in questo primo periodo della lotta: «Se il pazzo infuriare dei preti romani dovesse proseguire, mi pare che il miglior consiglio e il miglior rimedio per porvi riparo sarebbe che re e principi s’armassero e assalissero questa genia che inquina il mondo e ponessero fine al giuoco con le armi, non con le parole. E se noi puniamo i ladri con la spada, gli assassini con la corda, gli eretici col fuoco, perché non assaliamo noi questi perniciosi maestri di corruzione, papi, cardinali, vescovi e tutto lo sciame della Sodoma romana con tutte le armi per lavarci le mani nel loro sangue?» Ma questi primi impeti rivoluzionari non durarono a lungo. Il fulmine che Lutero aveva scagliato scoppiò. Tutto il popolo tedesco entrò nel movimento. Da un lato i contadini e i plebei scorsero nel suo appello contro i preti e nella predica sulla libertà cristiana il segnale della sommossa; dall’altro si univano a lui i borghesi, gran parte della piccola nobiltà, e perfino principi, travolti dalla corrente. Gli uni credevano giunto il giorno di farla finita con tutti gli oppressori, gli altri volevano solo troncare la potenza dei preti, la dipendenza da Roma, e arricchirsi con le confische dei beni della Chiesa. I partiti si divisero ed ebbero i loro rappresentanti. Lutero dovette scegliere … Lasciò cadere gli elementi popolari del movimento, e si pose dalla parte borghese, nobiliare, principesca.[1]

A partire dal 1520, dal discorso Alla nobiltà cristiana di nazione tedesca, cominciò a frenare la rivoluzione e a proporsi come guida moderata, “a predicare l’evoluzione pacifica e la resistenza passiva. All’invito di Hutten … di venire alla Ebenburg, il centro delle cospirazioni dei nobili contro principi e preti, Lutero rispose: «Non vorrei che si propugnasse il vangelo con la violenza e lo spargimento di sangue. Il mondo fu vinto con la parola, con la parola si sostenne la Chiesa, con la parola sarà rinnovata, e l’Anticristo cadrà senza violenza».

Da questo mutamento, o anzi da questo decisivo consolidarsi dell’indirizzo di Lutero cominciò quel mercato intorno ai dogmi e alle istituzioni da conservare o riformare, quell’agire diplomatico, concedere, intrigare, accordarsi, il cui risultato fu la confessione di Augusta, la mercanteggiata costituzione della Chiesa borghese riformata … Lutero aveva le sue buone ragioni di predicare, quale ormai dichiarato rappresentante della riforma borghese, il progresso per vie legali … Il suo successo era assicurato, almeno in una grande parte della Germania … Ogni scossa violenta avrebbe prodotto un conflitto fra il partito temperato e i partiti estremi dei contadini e dei plebei; avrebbe alienato dal movimento i principi, la nobiltà e parecchie città, e lasciato solo luogo o al prevalere dei contadini e plebei sul partito borghese, o alla repressione di tutto il movimento con la restaurazione cattolica … Quando scoppiò la guerra dei contadini, e precisamente in regioni nelle quali principi e nobili erano rimasti nella maggior parte cattolici, Lutero cercò di prendere una posizione da intermediario”.[2]

Ma, rivoluzione non si fermò, si estese rapidamente anche in territori protestanti. La riforma rischiò di essere “spazzata via dall’impeto torrenziale della rivoluzione”.

“Lutero aveva dato in mano al movimento plebeo un potente strumento con la traduzione della Bibbia. Con la Bibbia egli aveva contrapposto al cristianesimo feudalizzato del tempo il modesto cristianesimo dei primi secoli, alla cadente società feudale il quadro di una società che nulla sapeva di minute, artificiose gerarchie. I contadini avevano usato di questo strumento contro principi, nobiltà, clero. Ora Lutero si voltò contro di loro e cavò dalla Bibbia un ditirambo all’autorità stabilita da Dio, quale nessun leccapiatti della monarchia assoluta ha mai composto”.[3]


[1] F. Engels, La guerra dei contadini, Feltrinelli reprint, p. 29-30.

[2] Ib. p. 30-31

[3] Ib. p.32.


Fonte: ANNO ACCADEMICO 2010-11 - UNIVERSITA’ POPOLARE DI TORINO

Giuseppe Bailone ha pubblicato Il Facchiotami, CRT Pistoia 1999.

Nel 2006 ha pubblicato Viaggio nella filosofia europea, ed. Alpina, Torino.

Nel 2009 ha pubblicato, nei Quaderni della Fondazione Università Popolare di Torino, Viaggio nella filosofia, La Filosofia greca.

Due dialoghi. I panni di Dio – Socrate e il filosofo della caverna (pdf)

Plotino (pdf)

L'altare della Vittoria e il crocifisso (pdf)


Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia - Moderna
 - Stampa pagina
Aggiornamento: 09/01/2013