UMANESIMO E RINASCIMENTO

NASCITA E SVILUPPO DELLA MODERNA CULTURA BORGHESE


VALENTINO E LA STORIOGRAFIA DEL SE

Papa Alessaandro VI, Corridoio Vasariano, Firenze e Cesare Borgia, Bergamo, Accademia, Carrara

Nel suo art. sul Valentino (Corriere della sera 15/07/2004) G. Galasso ha forse un po' esagerato ipotizzando un futuro glorioso per l'Italia se solo l'avventura del Duca fosse riuscita.

E' vero che quando prese il potere in Romagna-Marche fece piazza pulita dei riottosi signorotti locali a colpi di veleno, suscitando le simpatie di una popolazione che s'illudeva d'aver trovato un liberatore, ma è anche vero che altri Stati italiani, molto più avanzati di quello dello Chiesa, come p.es. il toscano e tutti quelli dell'area settentrionale della penisola, non avrebbero mai tollerato che un esponente del papato, cioè della forza più retriva del paese, potesse diventare un monarca non meno titolato di quelli presenti in Spagna, Portogallo, Francia e Inghilterra. I quali, pur dipendenti ideologicamente dalla chiesa romana, si sentivano politicamente autonomi.

Il meglio dell'Italia, dal punto di vista dello sviluppo capitalistico, era caratterizzato da una borghesia prevalentemente commerciale o finanziaria e assai poco manifatturiera, che praticamente stava campando di rendita in virtù dei traffici mediterranei, di cui aveva quasi il monopolio.

Con una borghesia del genere e senza un nemico comune interno da combattere (come lo fu l'islam per la Spagna, che nella Reconquista ne approfittò per far piazza pulita anche degli ebrei), le prospettive dell'unificazione nazionale non potevano che avere il fiato corto. Inghilterra, Francia e Olanda ebbero monarchie nazionali grazie soprattutto all'appoggio della borghesia manifatturiera.

Bastò la scoperta dell'America, che fece dell'Atlantico il perno degli scambi mondiali, per metterci subito in ginocchio. Quando poi scoppiò, sempre nel XVI sec., da un lato la rivoluzione industriale e dall'altro la riforma protestante, l'Italia, che non riuscì a fare né l'una né l'altra, tornò praticamente a livelli para-feudali.

In un paese profondamente diviso sul piano sia culturale che economico, l'unificazione forse sarebbe potuta avvenire se gli Stati regionali più avanzati avessero tentato una sorta di confederazione su basi borghesi, dopodiché gli altri sarebbero stati progressivamente assorbiti con la forza delle armi o dell'economia.

In ogni caso fare una storiografia del "se" col Valentino ha poco senso, anche appoggiandosi alle idee filosofico-politiche del Machiavelli; meno ancora ne ha fare una storiografia usando il solo metro della politica.


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia - Moderna
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Aggiornamento: 14/09/2014