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FAQ SULLA COMPRAVENDITA DELL'ORO
Cosa fare per vendere il mio oro? Occorre avere con sé un documento di riconoscimento (Carta di Identità, Patente, Passaporto) in corso di validità. Perché bisogna mostrare il documento e firmare un atto di vendita?Lo Stato al fine di tutelare l'ordine pubblico ed impedire operazioni illecite pretende la registrazione su appositi registri vidimati dalle questure di tutte le compravendite di oggetti preziosi usati. I titolari dei Compro oro sono tenuti a registrare le generalità del cliente, il materiale acquistato ed il prezzo pattuito. Bisogna pagare le tasse vendendo il mio oro?Assolutamente No. Il tutto è esente da I.V.A. e da tasse trattandosi di vendita da privato. Quanto vale l'oro usato?L'oro, essendo quotato nelle maggiori borse mondiali, cambia continuamente valore. Per le quotazioni in tempo reale vedi questi siti: www.borsainside.com - www.compro-oro-bologna.com - www.plus500.it - oro.bullionvault.it - www.comprooro-ok.it - www.teocollector.com - gold-quote.net - www.investire-in-oro.com
Che differenza c'è tra oro giallo, bianco e rosso? Il colore viene determinato dai metalli aggiunti all'oro per formare la lega utile alla lavorazione. Aggiungendo maggiore quantità di rame si otterranno leghe di colore rossastro, aggiungendo maggiori quantità di argento si otterrà una lega più bianca. A parità di titolo o punzone non vi è differenza di valore tra l'oro bianco e l'oro giallo, sebbene in gioielleria l'oro bianco venga venduto a prezzi più alti. Cosa viene fatto dell'Oro Usato?L'oro viene mandato a una ditta specializzata che provvede alla fusione e alla raffinazione per ottenere oro puro 999,999, successivamente viene rivenduto sul mercato internazionale. Cosa significa il simbolo 18Kt o 750 punzonato sugli oggetti?Indicano la quantità di oro puro contenuta in un
oggetto.
Il simbolo 18Kt, sostituito dal simbolo 750, indica
che la lega di tale oggetto è composta al 75% da oro
puro e al 25% da altri metalli.
I punzoni universalmente riconosciuti sono: Ecco la scaletta dei metalli: L'oro puro è troppo tenero per poter essere lavorato normalmente; viene indurito legandolo ad altri metalli (in genere rame e argento). L'oro e le sue leghe sono usati in gioielleria, nel coniare monete e sono uno standard di cambio valutario per molte nazioni. Per via della sua resistenza alla corrosione ed alle sue notevoli proprietà elettriche, ha trovato sempre più spazio anche in applicazioni industriali. Sono in corso studi sull'utilizzo dell'oro come catalizzatore; infatti l'oro mostra una grande attività catalitica quando si trova in forma di nanoparticelle disperse su adeguati supporti.
I catalizzatori supportati a base di oro
ricoprono un ruolo fondamentale in diverse
reazioni, tra cui:
Nella componentistica elettronica: Come gli altri metalli preziosi, l'oro viene quotato al grammo o all'oncia. Quando è in lega con altri metalli, la sua purezza è misurata in carati, con una scala che fissa a 24 carati l'oro puro. Un altro modo comune di indicarne la purezza è l'uso di un valore compreso tra zero e uno - a tre cifre decimali - o una frazione in millesimi (18 carati ? 18/24 ? 0,750 ? 750/1000 ? 75%). Il prezzo dell'oro è fissato dai mercati: dal 1919 la Borsa di Londra stabilisce due volte al giorno un prezzo di riferimento (il cosiddetto fixing dell'oro). Storicamente l'oro è stato impiegato per supportare le valute in un sistema economico basato sul gold standard, in cui il valore di ogni valuta è stabilito equivalente ad una certa quantità di oro. Come parte di questo sistema, i governi e le banche centrali tentarono di controllare il prezzo dell'oro fissandone le parità con le valute. Per un lungo periodo gli Stati Uniti fissarono il prezzo dell'oro a 20,67 dollari/oncia (pari a 0,66456 $/g) che poi elevarono a 35 dollari/oncia (pari a 1,12527 $/g) nel 1934. Nel 1961 mantenere questo prezzo era diventata un'impresa ardua; le banche centrali degli Stati Uniti d'America e dell'Europa iniziarono a coordinare le loro azioni per mantenere il prezzo stabile contro le forze di mercato. Andamento del prezzo dell'oro tra il 1968 e il 2008.
Il 17 marzo 1968 le circostanze economiche
causarono il fallimento di questi sforzi
congiunti; venne introdotto un doppio regime,
che fissava il prezzo dell'oro a 35
dollari/oncia per le transazioni valutarie
internazionali, lasciandolo però libero di
fluttuare per quanto concerneva gli scambi tra
privati. Le banche centrali possiedono ancora oggi riserve auree a garanzia del valore delle proprie valute, anche se il volume globale di queste riserve è andato via via calando (causa la progressiva coniazione di moneta in assenza di controvalore aureo o di qualunque altro metallo). Dal 1968 il prezzo dell'oro sui mercati ha subito ampie oscillazioni, con un record massimo di 1.043,78 dollari/oncia (33,10 $/g) il 6 ottobre 2009 (al Comex di New York), ed un minimo di 252,90 dollari/oncia (8,131 $/g) il 21 giugno 1999 (fixing di Londra). Il prezzo è salito a 420 $/oncia (13,503 $/g) nel 2004 a causa della svalutazione del dollaro statunitense; il prezzo dell'oro in altre valute (ad esempio l'euro) ha subìto nello stesso periodo un aumento inferiore, comunque consistente, al 10% dalla quota di 330 euro/oncia (10,6 €/g). L'oro costituisce a volte parte di un investimento finanziario difensivo (bene rifugio per la tutela del capitale), data la stabilità del suo valore commerciale a lungo termine e la sua sostanziale scorrelazione rispetto all'andamento del mercato azionario ed obbligazionario; proprio per questa sua stabilità, la speculazione sull'oro diventa particolarmente appetibile quando la fiducia in una valuta viene meno, e quando il valore di una valuta è soggetto ad iperinflazione. Il prezzo dell'oro è anche alla base di futures con cui si specula sul suo ipotizzato valore futuro. Dall'elezione di Bush a presidente degli Stati Uniti d'America il prezzo di un'oncia è passato da 200 dollari a 540 dollari.
Il valore dell'oro è fortemente influenzato
dall'offerta, motivo per cui la sua estrazione è
ponderata attentamente: incrementarne la
produzione significa spesso farne crollare il
prezzo. |