|
||
|
LA TRINITA' IN PENSIONE
Che significato ha avuto il concetto cristiano di "trinità", di cui oggi sembra non essere rimasto quasi nulla neppure negli ambienti clericali? Di sicuro doveva servire per far credere nell'esistenza di un dio-padre onnipotente e onnisciente, creatore del cielo e della terra. In ciò il cristianesimo non è mai stato molto diverso da tutte le precedenti religioni pagane. Il dio-figlio viene invece visto dai credenti come figura intermedia tra dio-padre e il genere umano, il cui rapporto era stato rotto al momento del peccato originale. Quindi, in un certo senso, il figlio sarebbe venuto a dare agli uomini una speranza di salvezza, facendo capire loro che la colpa originaria non doveva essere considerata irreversibile. Tuttavia gli uomini, rappresentati dagli ebrei, che pur avevano avuto un rapporto privilegiato col dio-padre, l'hanno fatto fuori e solo una parte di essi ha dichiarato di riconoscerlo come una persona divino-umana, interpretando arbitrariamente la tomba vuota come "resurrezione" e spostando decisamente nell'aldilà il momento della salvezza definitiva. I credenti cioè ritengono che Cristo sia venuto sulla terra per dimostrare che, dopo il peccato originale, gli uomini, da soli, non possono più salvarsi (di sicuro non su questa terra) e che devono confidare unicamente in lui per ottenere una salvezza ultraterrena. Questa - come noto - è un'interpretazione mistificata dell'operato del Cristo, il quale, nella realtà, aveva agito per liberare la Palestina dall'oppressione romana. Quindi appare evidente, visto che il peccato d'origine altro non è che una simbolizzazione della nascita dello schiavismo, che se l'uomo riuscisse a tornare al comunismo primitivo, non avrebbe bisogno di alcun mediatore. Il concetto di dio-padre sussistere finché gli uomini sono caratterizzati da rapporti conflittuali: se questi fossero risolti, anche l'interpretazione mistificata del vangelo di Cristo verrebbe facilmente smascherata. La trinità è immaginata come una famiglia patriarcale, in cui dio-padre gioca un ruolo prioritario. Il figlio, secondo questa teologia, ha dovuto sacrificarsi per riconciliare suo padre con l'umanità colpevole. Portato all'eccesso, ovvero visto in maniera giuridica, il rapporto padre-figlio-genere umano ha qualcosa di aberrante. Infatti i cristiani sostengono che l'uomo sia stato creato grazie all'intermediazione del Cristo, il quale così avrebbe pagato con la croce questo suo desiderio. Infatti, il padre, vedendo l'umanità tendente al male e non disposta a pentirsi, avrebbe preteso il sacrificio del figlio, in assenza del quale il mondo sarebbe stato completamente distrutto (un piccolo assaggio sarebbe stato dato col diluvio universale). Cioè il padre avrebbe preteso la dimostrazione di un'assoluta devozione del figlio per i destini dell'umanità. Allora, di fronte all'estremo sacrificio del figlio, accettato "liberamente" (almeno così si vuol far credere), il dio-padre avrebbe permesso agli uomini di continuare a esistere, riservandosi il diritto di giudicarli nell'aldilà. In attesa del giudizio universale avrebbe fatto capire agli uomini che l'unico modo di salvarsi, con relativa sicurezza, è quello di credere nella chiesa voluta da Cristo, che però oggi è divisa in tre fondamentali correnti, di cui la prima è l'ortodossa, che considera eretica la cattolica, e questa considera eretica la protestante. Quanto al ruolo dello spirito santo, le interpretazioni che le tre confessioni hanno dato sono del tutto opposte:
Di tutte queste concezioni della trinità, oggi cosa rimane? Nulla. E' dai tempi della Sinistra hegeliana che siamo perlopiù atei, espliciti o impliciti, e diciamo che non esiste alcun dio o comunque che, se esiste, pensiamo di poter vivere come se non ci fosse. Cristo è stato travisato dagli stessi cristiani, a partire da Pietro e Paolo, e se proprio vogliamo parlare di spirito, possiamo accettare l'idea che in origine non esisteva l'uno bensì il due. Cioè tutti noi proveniamo da un principio non unico, ma duale, diviso in maschio e femmina, in cui l'aspetto dell'uguaglianza o pariteticità è fondamentale. In ogni caso il compito che gli esseri umani hanno resta sempre quello di liberarsi, da soli, dell'antagonismo sociale, che su questa terra li rende schiavi di se stessi e che li porta a devastare il bene materiale più prezioso che hanno: la natura. |
Le immagini sono state prese dal sito Foto Mulazzani