Dizionario enciclopedico marxista - Lettera O www.resistenze.org - materiali resistenti in linea - dizionario enciclopedico marxista - - n. 219

a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare di Torino

Dizionario enciclopedico marxista


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O

Oggettivazione, Oggettivismo Soggettivismo, Operaismo, Opportunismo

Oggettivazione

E' il processo per cui una qualsiasi cosa appare in un dato rapporto come oggetto. Marx ne tratta, riferendosi al lavoro, in questi termini: «Il prodotto del lavoro è il lavoro che si è fissato in un oggetto, che si è fatto oggettivo: è l'oggettivazione del lavoro».

L'oggettivazione è qui considerata come la premessa necessaria ai fenomeni di alienazione e estraniazione; il lavoro è infatti un'attività umana che produce qualcosa, che si «oggettiva» nel suo prodotto; detto altrimenti, il soggetto che lavora costruisce un prodotto che è nei suoi confronti un oggetto. Fino a questo punto il fatto ha una validità generale che si può estendere a tutte le situazioni che sono descritte e descrivibili nei termini qui usati; tuttavia nella concreta situazione storica determinata dal modo di produzione capitalistico l'oggetto ha un destino particolare: si pone come un «ente estraneo» di fronte a chi l'ha prodotto, lo domina come «potenza indipendente». All'oggettivazione seguono quindi i processi di alienazione e estraneazione.

Oggettivismo, soggettivismo

Questi due termini opposti e complementari indicano, rispettivamente, una concezione della storia e dell'attività che giudica prevalenti gli elementi oggettivi su quelli soggettivi in una data situazione o, viceversa, gli elementi soggettivi su quelli oggettivi.

Per elementi oggettivi si intendono quelli che costituiscono la realtà intorno all'uomo e nella quale si svolge la sua azione; se questi elementi sono quelli costitutivi del quadro economico, sociale e politico del momento storico in cui un partito svolge la propria attività e prende le proprie decisioni è facile comprendere che la questione oggettivismo-soggettivismo assume immediatamente un carattere tutt'altro che teorico.

Per elementi soggettivi si intendono quelli dipendenti dall'attività teorica e pratica non già del singolo individuo (il soggetto personale) ma di un gruppo politico o dell'intera classe. E poiché i due termini soggettivismo e oggettivismo sono di fatto usati con intenzioni critiche o polemiche, soggettivismo vorrà dire fiducia eccessiva nelle possibilità delle iniziative pratiche del gruppo e trascuratezza delle condizioni oggettive in cui le iniziative sono prese; oggettivismo, a sua volta, vorrà dire nessun credito alle iniziative pratiche del gruppo o alle possibilità di intervento della classe sulle quali prevarrebbero condizioni oggettive che non permettono di agire nel modo dovuto.

Queste tendenze si sono manifestate e si manifestano all'interno del marxismo e dei partiti che vi fanno capo; il costante richiamo alle condizioni oggettive è stato frequentemente un modo per mascherare l'assenza di volontà rivoluzionaria e per l'aggiornamento a tempo indeterminato della prassi; a sua volta l'insistenza sulla necessità dell'azione immediata ha spesso nascosto la povertà dell'analisi delle condizioni oggettive. Da una parte ha prevalso il timore che il ruolo della volontà attiva degli uomini nelle varie forme e momenti della lotta di classe fosse trascurato; queste posizioni, diffuse nel cosiddetto marxismo occidentale, hanno coinciso molte volte con il rifiuto del materialismo dialettico, a torto interpretato come un modo contemplativo o comunque distaccato di richiamarsi alla realtà, quindi passivamente in attesa di sviluppi indipendenti dall'intervento del soggetto-partito. Dall'altra si è teso a privilegiare la funzione della situazione concreta quasi che questa fosse totalmente autonoma, e perciò immodificabile, dall'intervento del soggetto attivo.

E' evidente che trovare il giusto punto di convergenza tra la volontà soggettiva dell'intervento rivoluzionario e la realtà oggettiva nella quale e sulla quale si svolge l'intervento è tutt'altro che facile; per questo il problema resta polemicamente aperto. Marx ne aveva sottolineato le difficoltà in un celebre passo:

«Gli uomini fanno la propria storia, ma non la fanno in modo arbitrario, in circostanze scelte da loro stessi, bensì nelle circostanze che essi trovano immediatamente davanti a sé, determinate dai fatti e dalla tradizione» (Il 18 Brumaio di Luigi Banaparte, p. 9).

Tra le altre difficoltà che si ricollegano alla questione vi è anche quella, non secondaria, del rapporto tra il «punto di vista soggettivo», per esempio l'interpretazione che un gruppo politico dà delle proprie iniziative, e il «punto di vista oggettivo», ossia l'effettiva funzione svolta da quelle iniziative in una data situazione. E' ben noto, infatti, che nella storia del movimento operaio, come dimostrano le molte polemiche di Lenin sull'argomento, non mancano certo gli esempi di gruppi politici o partiti che hanno elaborato, sostenuto e praticato iniziative che a loro giudizio erano avanzate e coerenti ma che, di fatto, rafforzavano le posizioni degli avversari politici.

Operaismo

Concezione della tattica e della strategia della classe operaia e del movimento comunista, secondo la quale il proletariato, nella lotta per la propria emancipazione, non avrebbe da contare che su se stesso, negando ogni validità e possibilità a una politica di alleanze anche con strati - quali i contadini e la piccola borghesia - potenzialmente antagonisti alla borghesia e ai suoi interessi. Storicamente l'operaismo nega l'apporto teorico di Lenin e di Gramsci sulla necessità del raggiungimento dell'egemonia della classe operaia sui ceti intermedi attraverso la costituzione di un blocco storico alternativo alla borghesia, e propone meccanicamente e semplicisticamente la contrapposizione fondamentale tra borghesia e proletariato.

Ciò ha come non ultima conseguenza l'esaltazione unilaterale della lotta economica delle masse operaie e l'incomprensione della necessità della sua trasformazione in lotta politica, con la conseguente sottovalutazione dell'organizzazione politica dei lavoratori e dell'importanza dell'elaborazione teorica e culturale del partito e dello sviluppo della coscienza politica dei suoi componenti e delle masse in generale.

Opportunismo

Tendenza storica a rinunciare alla difesa conseguente dei diritti dei lavoratori e all'ideale rivoluzionario presentatasi all'interno del movimento operaio a cominciare dalla Seconda Internazionale. Essa è dovuta alla formazione di un'aristocrazia operaia e alla penetrazione di idee borghesi e piccolo borghesi all'interno dei partiti socialdemocratici (Socialdemocrazia).

Gli esponenti più famosi dell'opportunismo furono coloro che, ingannati da una presunta possibilità di transizione pacifica al socialismo attraverso il sistema parlamentare, acconsentirono a compromessi con le classi reazionarie al potere sia sui problemi economici che sulle libertà democratiche (K. Kautsky, E. Bernstein, E. Millerand).