MARX e ENGELS: Premessa

MARX-ENGELS
per un socialismo democratico


IL RECUPERO DEI CLASSICI DEL MARXISMO

Premessa

Una delle cose più sorprendenti quando si leggono i testi del marxismo classico è vedere come in certi aspetti di natura sociale la consapevolezza che si aveva era infinitamente superiore a quella odierna. Basta considerare - solo per fare un esempio - come veniva trattato il tema della giustizia sociale in rapporto a quello dell'uso della proprietà.

Oggi, in occidente, pochissimi tra i politici mettono in discussione il diritto alla proprietà privata, quella mediante cui si può vivere sfruttando il lavoro altrui.

E tuttavia, se da un lato sarebbe giusto riprendere quel modo realistico di vedere le cose, dall'altro sarebbe un errore grossolano non tener conto dei progressi culturali e politici che la democrazia ha compiuto in altri settori.

Si pensi solo alla consapevolezza che oggi abbiamo dei limiti della scienza, sempre più proiettata, contro le sue stesse migliori intenzioni, verso la creazione di mostri d'ogni genere (clonati, robotizzati, biotecnologizzati) e quindi di malattie o disfunzioni del tutto inedite; oppure pensiamo al disastro ambientale determinato da una industrializzazione selvaggia.

Purtroppo il crollo del comunismo ci ha indotti a buttare via l'acqua sporca col bambino, passando così da un estremismo all'altro. Tant'è che oggi l'occidente non sembra essere in grado neppure di pensare a qualcosa che faccia progredire in qualche modo l'umanità verso una maggiore democrazia.

Probabilmente il meglio di sé l'occidente l'ha dato con la rivoluzione francese, almeno dal punto di vista politico. L'occidente ha anche elaborato le teorie rivoluzionarie dell'ateismo scientifico e del socialcomunismo. Ma sul piano pratico le realizzazioni sono state molto deludenti. E' venuta meno la forza della coerenza.

Taluni storici sostengono che tale incoerenza ha fatto risparmiare all'occidente milioni di morti, in quanto ha impedito lo scatenamento di sanguinose guerre civili all'interno delle singole nazioni.

Tuttavia è fuor di dubbio che la mancata risoluzione di problemi cruciali, come p.es. quello della proprietà privata, è stata fatta pagare al cosiddetto Terzo Mondo, sottoponendolo a incredibili saccheggi.

Anche la Russia bolscevica dovette affrontare terribili devastazioni interne causate dalla guerra civile, però la Russia non può essere annoverata tra le potenze neocolonialiste, a meno che non s'intenda usare questo termine anche per indicare forme di sfruttamento indiscriminato di un qualunque territorio, ivi incluso quello interno ai propri confini geografici.

Insomma il meglio dei classici del marxismo andrebbe ripreso, perché lì sono le radici della critica del capitalismo, ma con la preoccupazione di stabilire dei nessi convincenti col presente.

* * *

Verso la metà degli anni '40 del XIX sec. il marxismo classico aveva già capito perfettamente, in nuce, non solo il modo di funzionare del sistema capitalistico, ma anche che questo modo non poteva essere corretto o aggiustato con delle semplici riforme, in quanto occorreva una vera e propria rivoluzione politica.

Cioè aveva capito che il problema era strutturale e quindi politico, e che i progressi in campo economico o le rivendicazioni sul piano giuridico (le libertà civili) non avrebbero modificato la sostanza delle cose.

Negli Annali franco-tedeschi è già evidente che sia Marx che Engels, in prima fila, ma anche tutti gli altri, non avevano alcuna fiducia in una progressiva democratizzazione della monarchia prussiana, tant'è che aspiravano alla realizzazione di una repubblica costituzionale avente caratteri di democraticità e di socialismo piuttosto avanzati per la Germania di allora.

La rivoluzione francese li aveva troppo favorevolmente impressionati perché potessero ancora credere nelle istituzioni tedesche. Quell'evento epocale ebbe sugli intellettuali tedeschi della sinistra hegeliana lo stesso effetto che la rivoluzione russa ebbe sui socialisti di tutta Europa.

Ma allora -ci si può chiedere- perché il marxismo classico ha fatto così poca politica ai tempi di Marx ed Engels? Per quale ragione è stato condotto in maniera prevalentemente teorica?

La ragione è molto semplice: il marxismo occidentale non ha mai cercato un rapporto con le masse contadine, e l'appoggio che poteva avere da quelle operaie era numericamente troppo esiguo perché si potesse realizzare con successo una rivoluzione. Il marxismo occidentale è stato prevalentemente ideologico.

Oggi la situazione è di nuovo cambiata in occidente, in quanto gli strati proletari si stanno sempre più intellettualizzando: i nuovi proletari sono quelli che lavorano davanti a un terminale. I quali si vanno ad aggiungere e in parte a sostituire agli operai e ai contadini classici, sia che questi operino in occidente, in condizioni relativamente sopportabili, sia che operino nel Terzo Mondo, in condizioni alquanto precarie.

Da tempo si dice che l'occidente va verso la terziarizzazione, cioè verso la fornitura di servizi che richiedono conoscenze intellettuali di un certo livello, ma questo non significa affatto che si sia superata la divisione di capitale e lavoro. Semplicemente si svolgono mansioni operaie con mezzi più evoluti.


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Teorici
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Aggiornamento: 26/04/2015