Savonarola - Il politico


SAVONAROLA ERETICO
E RIVOLUZIONARIO

IL POLITICO

  • La cacciata dei Medici era stata il frutto di una sollevazione popolare. In particolare un clan, gli "arrabbiati", che riuniva le famiglie avverse ai Medici (i grandi concorrenti bancari e mercantili), ne era stato l'artefice.

Palazzo Vecchio

  • L'ala più estrema di questo movimento (avverso anche al Savonarola) era rappresentata dai "compagnacci", i giovani appartenenti alle più ricche famiglie.
  • A contrastare questo movimento era la clientela dei Medici, i "bigi" o "palleschi", favorevoli a una loro restaurazione.
  • Sugli strati più medi e bassi del popolo faceva presa invece la predicazione del Savonarola, il cui partito veniva chiamato dagli avversari col termine spregiativo di "piagnoni" o "frateschi".
  • Savonarola e il suo partito, approfittando della loro popolarità, presero a radicalizzare le posizione degli "arrabbiati" in direzione di una democrazia repubblicana, caratterizzandola però in senso teocratico (in parte ci si ispirò al modello veneto). Il governo restava in mano a Pier Antonio Soderini, ma Savonarola ne era diventato la guida spirituale.

Firenze nel 1470

Questi gli aspetti fondamentali della loro riforma:

Sul piano politico-legislativo

  • Abolito il "Consiglio dei Settanta", costituito da Lorenzo de' Medici, e ripristinata la funzione dei "Venti accoppiatori" di eleggere la Signoria, che deve cambiare ogni 6 mesi. Poi verrà creato il "Consiglio degli Ottanta", voluto da Pier Capponi a tutto vantaggio dei ceti aristocratici.
  • Costituito il "Gran Consiglio", formato dai rappresentanti del popolo membri di corporazioni (media e piccola borghesia), nonché dai giovani minori di anni 29: era un vero e proprio parlamento. (Quest'organo, che praticamente sostituì tutti gli organi principali del governo mediceo, rappresenterà per 18 anni la base della costituzione repubblicana).
  • Varata una legge che sancisce la pace tra tutte le fazioni cittadine e conseguente decreto di amnistia per la fazione perdente dei "palleschi", pro-medicea.
  • Nel febbraio 1496 Giuliano Salviati, Gonfaloniere di Giustizia, incarica Savonarola di redigere i princìpi per la riforma della repubblica fiorentina. Dopo un mese egli pubblica il "Trattato circa il reggimento della città di Firenze". Per la prima volta si rompeva con la tradizione del trattato filosofico-teologico sullo Stato (Machiavelli e Guicciardini gli saranno molto debitori).

Sul piano economico

  • Introdotta un'imposta proporzionale sui beni immobili.
  • Estinti i debiti agli insolventi.
  • Cacciati dalla città tutti gli usurai.
  • Istituito il nuovo monte di pietà (1495).

Gli usurai (Quinten Metsys, 1466-1530, part.)

Sul piano etico-sociale

  • Esercitata una ferrea sorveglianza sui costumi dei cittadini (vedi ad es. i cosiddetti "roghi delle vanità" del 1496-97, allorché 6.000 giovanetti andavano per la città a bruciare carte da gioco, dadi, acconciature, ornamenti, libri osceni [p.es. quelli del Boccaccio], fino ai quadri e agli oggetti preziosi). In questo il Savonarola era stato preceduto, 60 anni prima, da fra' Riccardo a Parigi e fra' Tommaso nell'Artois.
  • Chiuse le osterie e aumentati i giorni di digiuno e di penitenza. Musica profana, canzoni, divertimenti... sostituiti con processioni e canti religiosi.

Ragazzi fiorentini (da un affresco di Benozzo Gozzoli, Palazzo Riccardi, Firenze).

Sul piano culturale

Biblioteca del Convento di S. Marco

Umanisti italiani: M. Ficino, C. Landino, il Poliziano e G. de' Becchi (part. di un affresco di D. Ghirlandaio)

  • Viene istituita una scuola conventuale non solo di greco e latino, ma anche di ebraico, arabo e caldeo.
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La città ideale (Piero della Francesca)

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