- Vita e personalità di Herbert Spencer (1820-1903)
La vita di Spencer - contrariamente a quella del suo "antagonista" francese,
nonché fondatore della scienza sociologica, Auguste Comte
- non fu densa di eventi e di 'rivoluzioni', procedendo al contrario in
una apparente tranquillità senza scosse.
Nonostante tale apparenza tuttavia, essa non fu forse meno difficile e
drammatica di quella del suo predecessore, tormentata come fu da problemi
nervosi e da un profondo disadattamento di carattere sociale, legato
a quell'indole maniacalmente puritana e intransigente (cui si è
appena accennato) i cui caratteri si riflettono anche nei contenuti e
nella rigida costruzione del suo sistema di pensiero.
Ricevuta dallo zio un'inflessibile educazione protestante (di quel protestantesimo,
detto 'dissidente', la cui caratteristica era peraltro una forte emarginazione
di carattere sociale e una dura reazione di chiusura nei propri principi),
e dal padre una formazione di tipo prevalentemente scientifico e tecnico,
Spencer si impiegò ancora giovane come ingegnere nella compagnia
ferroviaria che costruiva la linea Londra-Birmingham. In seguito
tuttavia, egli entrava con successo nel ramo giornalistico divenendo nel
1848 vice-direttore di un prestigioso giornale tuttora esistente, l'Economist.
Ma questa non fu che la prima parte della sua vita professionale,
poiché - in seguito a una cospicua rendita assicuratagli prima
dalla morte dello zio e in seguito da quella del padre - egli poté,
dal 1853, dedicarsi a tempo pieno alla stesura delle proprie
opere di carattere filosofico-scientifico, propugnando e sviluppando così
la sua originalissima visione del cosmo (che potremmo peraltro definire
'a 360 gradi', dal momento che si estende a tutti gli aspetti della
realtà, da quelli fisici a quelli umani).
Non passò molto tuttavia, che egli si ammalò di una grave
malattia nervosa, legata allo sforzo costante del suo intelletto,
impegnato nel formulare le basi di un sapere di carattere enciclopedico
universale, posto inoltre su fondamenti filosofici rigidi e assoluti.
E, seppure riuscì a riprendersi, conservò sempre delle gravi
limitazioni funzionali (quale ad esempio, il non potersi impegnare
in attività intellettuali per più di poche ore al giorno).
Sul piano sentimentale, non si sa di alcuna relazione di Spencer con l'altro
sesso, il che peraltro lascia il forte sospetto che non ve ne siano mai
state!
D'altra parte, la difficoltà nell'istituire rapporti
umani caratterizzò un po’ tutta l'esistenza del nostro autore,
il quale, subissato fin dalla più tenera infanzia dalla personalità
di precettori estremamente esigenti, riuscì in età adulta
a frequentare solo ammiratori e seguaci, o comunque scienziati di chiara
fama coi quali intrattenne rapporti più intellettuali che di vera
e propria amicizia.
E' nota inoltre, la sua frequentazione privata con la scrittrice inglese
George Eliott (una delle figure letterarie più significative
dell'età vittoriana), anche se pare che una tale relazione non
andò mai - e forse proprio per volontà di Spencer - oltre
i limiti di una semplice amicizia.
Un'altra stranezza della sua persona - e ciò soprattutto se si
considera l'autorevolezza cui egli assurse in vita come pensatore - fu
la sua malsicura preparazione culturale.
Se difatti sul piano filosofico non studiò mai - o quasi - direttamente
le opere degli altri filosofi (secondo una pratica di "igiene mentale",
ampiamente condivisa con lo stesso Comte), preferendo a esse la rapida
lettura di compendi divulgativi… quando non addirittura le spiegazioni
'a voce' dei propri amici, anche la sua preparazione scientifica fu molto
probabilmente estremamente deficitaria.
Non è difatti infondato il dubbio secondo cui, più che un
lettore di riviste e di opere di carattere scientifico, egli ne fosse
in realtà un semplice spigolatore, che trasceglieva qua
e là brani che (costituendo le parti per lui più interessanti…
sia in senso positivo - cioè come sostegno delle sue tesi -, che
in senso negativo e polemico) riproduceva poi nei suoi testi. Un ruolo
fondamentale inoltre, pare che avessero in questo frangente i suoi collaboratori,
i quali gli suggerivano spesso argomenti e letture che potevano tornargli
utili!
Da tutto questo, emerge il quadro di una personalità insicura,
egocentrica e fortemente disturbata. E non è da escludere che proprio
a tali caratteri personali si debbano i limiti strutturali della sua opera:
geniale per alcuni versi, ma superficiale e affrettata per
altri.
Spencer morì nel 1930, dopo aver visto le sue teorie in merito
all'evoluzione industriale, pacifica e anti-statalista della società
moderna, tutte pressoché smentite (o forse, dovremmo dire
inascoltate) dagli eventi degli ultimi decenni. Data la sua indole
fiera e ostinata, ciò non poté non comportare da parte sua
un ulteriore ripiegamento in se stesso, ovvero quell'auto-isolamento
ulteriore che segnò gli ultimi amari periodi della sua esistenza. |