Maggiore diplomazia non guasta...

MAGGIORE DIPLOMAZIA NON GUASTEREBBE

E' curioso che questo papa riferisca, nella sua lezione accademica, del 12 settembre scorso, tenuta presso l’Aula Magna dell’Ateneo di Regensburg, e che tanto scalpore internazionale ha suscitato, una cosa avvenuta nell'imminenza della caduta di Bisanzio ad opera dei turchi islamici e non dica nulla di quanto fecero i cattolici nel 1204 nella stessa Bisanzio.

Così dà l'impressione che il peggior nemico della Bisanzio ortodossa fosse l'islam, con la sua idea di "guerra santa", e non anche il cattolicesimo-romano, con le sue crociate insieme anti-islamiche e anti-bizantine.

Senza poi considerare che gli stessi bizantini non erano certo teneri con gli eretici, gli ebrei, i pagani delle cosiddette "tribù barbariche".

Un papa non integralista avrebbe dovuto affermare che "le ragioni per cui la diffusione della fede mediante la violenza è cosa irragionevole" valgono per tutte le religioni.

Sostenere poi una cosa del genere: "Per la dottrina musulmana Dio è assolutamente trascendente. La sua volontà non è legata a nessuna delle nostre categorie, fosse anche quella della ragionevolezza.", significa sostenere che l'islam è guerrafondaio di natura.

E se l'islam è così, col suo dio "assolutamente trascendente", cosa mai saranno gli atei con la loro assoluta negazione di qualunque dio?

Io se fossi islamico mi sentirei particolarmente offeso se un cattolico arrivasse a dire che Allah "non sarebbe legato neanche dalla sua stessa parola e che niente lo obbligherebbe a rivelare a noi la verità. Se fosse sua volontà, l'uomo dovrebbe praticare anche l'idolatria".

Queste opinioni personali sarebbe bene che quel grande teologo di Ratzinger se le tenesse per conto proprio, evitando di buttare olio su un fuoco già fin troppo acceso.

Personalmente a me dà anche fastidio il fatto che si dica che la ragione deve necessariamente riconoscere le ragioni della fede per potersi qualificare come "umana".

Completamente antistorica è poi la tesi secondo cui "il cristianesimo, nonostante la sua origine [palestinese] e qualche suo sviluppo importante nell'Oriente [ortodosso], abbia infine trovato la sua impronta storicamente decisiva in Europa".

Come se in Europa occidentale non esistessero due forme opposte di cristianesimo: cattolica e protestante.
Come se la parte orientale dell'Europa non fosse proprio "europea", essendo di religione ortodossa.
Come se l'Europa borghese e socialista non avesse mai espresso una forma culturale laica e umanistica, alternativa a quella religiosa.

Far passare poi la teologia tomista come la quintessenza di tutta la teologia cristiana è operazione quanto meno discutibile. Di questa teologia gli ortodossi han sempre fatto volentieri a meno, e i protestanti han preso le mosse contro di essa recuperando quella, senza dubbio meno razionalista, dell'agostinismo.

Per non parlare del fatto che la moderna filosofia, a partire da Cartesio, Spinoza ecc., è nata proprio in polemica con la Scolastica.

Per cui porsi una domanda del genere: "La convinzione che agire contro la ragione sia in contraddizione con la natura di Dio, è soltanto un pensiero greco o vale sempre e per se stesso?", e darsi una risposta del genere: "Io penso che in questo punto si manifesti la profonda concordanza tra ciò che è greco nel senso migliore e ciò che è fede in Dio sul fondamento della Bibbia", significa non rendersi conto che per molti secoli la cristianità non ha accettato una concordanza del genere, in quanto considerava l'esperienza della fede decisamente superiore a qualunque esperienza della ragione.

In fondo il tomismo e la Scolastica sono venuti fuori come conseguenza del fallimento della società rurale cristiana altomedievale e quindi come forma di compromesso necessario con le nuove forze sociali emergenti, ch'erano quelle borghesi.

Cercare "concordanze" tra fede e scienza, pretendere anzi - come fa Ratzinger - che la scienza diventi più "clericale", significa soltanto per il cattolicesimo-romano abdicare alla propria diversità di principio e trasformarsi inevitabilmente in una sorta di filosofia religiosa di stampo borghese, ovvero reagire a questa sconfitta riproponendo il proprio integralismo politico-religioso.

Il che per gli ideali dell'umanesimo laico non costituisce affatto problema, essendo un bene per tutti che la teologia si vada laicizzando, fino a negare se stessa.

I problemi vengono quando in nome di una teologia laicizzata, seppur accettata obtorto collo, il papato si erge a difensore della "razionalità occidentale", contro la presunta irrazionalità delle altre religioni e delle altre, correlate, civiltà.

Sotto questo aspetto Ratzinger ci sta facendo rimpiangere uno che, pur non essendo meno integralista di lui, era certamente un po' più diplomatico.

Wojtyla-Ratzinger