UOMO E DONNA
Psicologia dell'umana convivenza


Ma non sono affatto 'Amici della Vita'

di Pino Nicotri de L'Espresso

Ci sono almeno 25 argomenti che dimostrano come le affermazioni degli ‘amici della vita’ e della gerarchia ecclesiastica a supporto della loro guerra contro il referendum non sono affatto credibili. Oltre che, spesso, niente affatto oneste o espresse in buona fede. Venticinque argomenti non sono certo pochi, bastano e avanzano per mostrare l’inconsistenza, o lo strumentalismo, dei fans del No e dei fanatici dell’astensionismo. Per evitare di strafare e di annoiarvi troppo ve li esporrò non tutti in un sol colpo, ma a rate.

‘Amici della vita’, sì, ma di quella a quattro zampe.

1) Quando la gerarchia ecclesiastica e gli ‘amici della vita’ non trovano nulla da ridire contro il dilagare della moda dei cani trattati come figli, e troppo spesso sostitutivi dei figli; quando la Gerarchia ecclesiastica e gli ‘amici della vita’ non trovano nulla da ridire contro il fatto che per la mania degli animali domestici si spendano quasi 2 mila miliardi di lire, cifra che da sola basterebbe a salvare dalla morte per fame milioni di bambini; se si tace (anche) su tutto ciò non si può poi pretendere di essere creduti quando si declama tanto amore per gli embrioni. Prima di preoccupasi delle eventuali vite potenziali è certo il caso di occuparsi delle vite già venute al mondo. Giuliano Ferrara, per esempio, a un figlio, magari eterologo o adottato preferisce un cane, anzi due. Davvero un grande ‘amico della vita’! Sì, ma di quella a quattro zampe, della vita che anziché dire ‘papà’ dice ‘bau bau’. E Oriana Fallaci, la nuova Giovanna d’Arco desiderosa di guidare l’Occidente all’assalto contro l’Oriente, ha figli? E’ ‘amica della vita’ in concreto o a chiacchiere, per cavalcare l’onda e i proventi di un successo che nessuno le invidia?

2) Certi ‘amici della vita’ facciano meno gli ipocriti. Non si può essere guerrafondai - come contro l'Iraq - e spellarsi le mani per Wojtyla. Poiché quel papa non è rimasto certo indifferente di fronte alla tragedia irachena, possiamo dedurne che la sua morte è stata accelerata proprio da quel dolore. A certi guerrafondai ‘amici della vita’, a certi fanatici sformati anche nella propria morfologia corporea e a certe fanatiche sformate dall'odio per il mondo ‘altro’, ripeto il consiglio: adottino o facciano almeno un figlio. Difficoltà di natura od ormai di età? Provino con la tanto detestata fecondazione eterologa o con l’utero ‘in affitto’: fa miracoli!

‘Amici della vita’ sì, ma di quella delle armi.

3) Non sono stati gli autonominatisi ‘amici della vita’ a mobilitarsi per la messa al bando delle mine antiuomo, sparse nel mondo in 200 milioni di esemplari – gran parte made in Italy senza nessuno scandalo dei benpensanti - e con una infinità di vittime ogni anno soprattutto tra i bambini. Contro le mine si è mobilitato il chirurgo Gino Strada: vale a dire un’’anima bella’, per usare un termine caro al maxi guerriero Giuliano Ferrara, l’ amico della vita a quattro zampe.

4) La Gerarchia ecclesiastica non dice molto contro le spese per gli armamenti, compreso il fatto che l’Italia vi spende più della Russia, tanto che ormai è al settimo posto nel mondo nella classifica stesa dal Sipri, l'ovunque stimato Istituto internazionale di Stoccolma per la ricerca sulla pace. Guidano la classifica gli Stati Uniti di Bush, proprio quelli per i quali Wojtyla ha invocato ‘la benedizione di Dio’ poche settimane prima della morte. Al settimo posto troviamo l'Italia: 27,8 miliardi di dollari. Roma impegna più soldi negli armamenti che la Russia e il doppio di Israele. Nel mondo le spese militari superano i mille miliardi di dollari, 1.035 per l'esattezza, vale a dire 162 dollari per ogni abitante del pianeta, pari a 125 euro. Il giro d'affari dei cento principali produttori di armi equivale al prodotto interno lordo dei 61 paesi più poveri del mondo. E secondo il Sipri entro cinque anni la spesa globale potrebbe addirittura raddoppiare. Pazzesco.

Quante decine o centinaia di milioni di vite umane si potrebbero salvare con queste cifre mostruose? Si tratta di cifre tanto mostruose, da meritare almeno una denuncia al giorno da parte non solo del papa. Invece non se ne parla mai. Perché? Perché tacete, cari ‘amici della pace’ e cari Fallaci e Ferrara di fronte a una tale strage per scelte dissennate?

5) La Gerarchia ecclesiastica e i ferventi ‘amici della vita’ non hanno mai condannato, anzi non hanno mai speso una parola contro i progettisti e i fabbricanti di armi. Perché la Gerarchia ecclesiastica non li ha mai né scomunicati né invitati almeno all’obiezione di coscienza? Perché degli esseri umani, cristiani e cattolici compresi, possono progettare tranquillamente, senza né scomuniche né rampogne, armi sempre più bestiali e apocalittiche? Gas nervino, lanciafiamme, bomba atomica, bomba H, napalm, bomba a neutroni, bombe chimiche, bombe batteriologiche, armi tutte di distruzione di massa e su scala sempre più larga. Armi sempre più destinate soprattutto ai civili, donne incinta e bambini già nati compresi. Perché la Gerarchia ecclesiastica non ha mai fatto sentire la sua voce in questo campo, che uccide in massa davvero e ben più del tanto deprecato aborto terapeutico? Perché tace di fronte a questa vera ‘dittatura’ se non altro delle grandi industrie belliche?

‘Amici della vita’, ma non della sua dignità.

6) Come si fa a dirsi ‘amici della vita’ se poi si lascia soprattutto l’Africa al flagello dell’Aids, con la gerarchia vaticana che si accanisce a lanciare l’anatema contro l’uso del preservativo? Ho letto che monsignor Elio Sgreccia nell’ansia di troncare le apertura del clero spagnolo è arrivato al punto di sostenere che... il preservativo non preserva! Siamo cioè ancora una volta alla condanna di Galileo Galilei. Da quale libro sacro prenda le mosse l’odio verso la contraccezione è un bel mistero, visto che nessuno dei vangeli vi fa il sia pur minimo cenno.

7) La natura non deve essere certo assecondata acriticamente. La natura rende infatti fertili, cioè madri possibili, le bambine già a 10 anni, ma non per questo gli ‘amici della vita’ ritengono normale o doveroso che si debba far figli a quell’età. Non si capisce quindi perché mai debba condurre per forza a termine la gestazione una donna magari rimasta incinta contro la propria volontà o ancora bambina. Si può obbligare una donna, specie se minorenne, a un rapporto sessuale? Certo che no! E allora come mai la si può obbligare alla gestazione e al parto?

8) Come può dirsi ‘amico della vita’ chi è contro l’uso degli antidolorifici perfino per i malati terminali, che soffrono in modo indicibile? Che razza di concezione hanno della vita questi ‘amici’? Dai nemici mi guardi Iddio, che da certi amici mi ci guardo io...

9) L'embrione da solo non ha nessuna speranza di sopravvivenza. Un embrione da solo ha la stessa possibilità di diventare persona che hanno un ovulo o uno spermatozoo da soli, tra loro separati. Un embrione da solo non significa niente esattamente come non significa niente lo sperma di una masturbazione o un ovulo non fecondato. L’embrione non esiste senza il rapporto con l’essere umano che lo porta in grembo e che è un essere umano – ‘un individuo già completo’, per usare le parole care ai Ruini, Sgreccia e Pera. Ripeto: un essere umano, e NON solo un grembo. Un figlio non nasce dalle otto cellule embrionali, nasce dallo sviluppo del rapporto tra quelle otto cellule e una donna, madre possibile. Ripeto: una donna. Che non è un barattolo, una cassa, un contenitore, una pancia o il mezzo di trasporto che – a mo’ di cicogna – ci va venire al mondo.

Bisogna essere chiari e restituire al mittente certe accuse davvero pazzesche: se c’è qualcosa degno dei nazisti – oltre che non scientifico – é il separare la vita embrionale dalla maternità circostante, è il separare una donna dal proprio corpo. Non si possono separare i due lati della stessa medaglia o i due lati di uno stesso foglio o nelle parole il significato dal significante. Gli ‘amici della vita’ che pretendono tale separazione sono trogloditi, portatori di una mentalità da grugnito non ancora articolato in parole. Sono cioè portatori – loro sì! – di una cultura che riduce l’uomo, o meglio la donna, a un animale. Per costoro Dio è uomo. E poiché per costoro Dio non è donna, questa deve essere relegata in cucina, a letto e a far figli. Se c’è una mentalità da nazisti, è quella di chi sostiene, urlando, che un figlio, cioè una persona, un ‘individuo completo’, è nient’altro che la somma di uno spermatozoo e di un ovulo ficcati in un utero a mo’ di macchina incubatrice.

Battezzare uno zigote?

10) La gerarchia ecclesiastica non ha mai pensato neppure per scherzo di battezzare gli embrioni, e di dare loro un nome, ma il presidente del Senato della laica Repubblica italiana vola molto più lontano: altro che battesimo, lui pensa già ai loro diritti giuridici! Se l’ovulo fecondato è già una persona completa, alla quale assegnare personalità giuridica, perché mai permettere che con le mestruazioni vada gettato via? Perché mai l’ovulo espulso con il ciclo mestruale non deve avere anche lui una personalità giuridica? Perché non recuperarlo e rendere embrione pure lui? Non è forse anche un ovulo una vita potenziale? Basta infatti coniugarlo a uno spermatozoo et voilà... ‘inizia una nuova vita’. Perché non accenderla, dunque? Perché buttarla via? Del resto, non è proprio la gerarchia ecclesiastica contraria all’uso del preservativo proprio per evitare che non vengano fecondati gli ovuli disponibili? Perché non preoccuparsi quindi della fecondabilità di tutti gli ovuli disponibili?In un blog precedente ho già posto domande simili, mandando in bestia alcuni lettori. Che però non hanno risposto....

11) Se c’è una mentalità da nazisti è quella di chi vuole che gli ovociti da impiantare in una donna debbano essere tre, e che bisogna impiantarli tutti. Ma perché tre? Per la cabala? Per la santissima trinità? O per la mascalzonaggine del maschilismo uso a umiliar fingendo il corpo e la dignità della donna?

12) NON è vero che un essere umano comincia a esistere solo all’atto del concepimento. Il concepimento non è l’unica condizione necessaria per la vita. E’ infatti necessario tutto ciò che lo precede e lo rende possibile, dall’esistenza delle molecole – dell’acqua, dell’ossigeno, ecc – alla nascita degli stessi genitori – come dei nonni, dei bisnonni, dei trisavoli, ecc. - fino al loro incontrarsi, conoscersi, amarsi, congiungersi. Si può anche dire che la vita di ogni individuo, tutti noi compresi, è iniziata con il Big Bang o con Adamo ed Eva... Insomma, indicare quando inizia la vita di un individuo, se con il parto o con il concepimento o con il superamento di un certo mese della gravidanza o con il conoscersi dei suoi genitori o con Adamo ed Eva oppure con il Big Bang, è solo una questione di convenzione. Si può convenire di dire che un essere umano ‘viene al mondo’ quando appunto viene al mondo, cioè quando viene partorito, oppure si può convenire di dire che ‘viene al mondo’ all’atto del concepimento o quando i genitori o i nonni o i bisnonni o i trisavoli, ecc., si sono conosciuti. Tanto, sono tutte condizioni parimenti necessarie alla nascita di ognuno di noi! Poiché si tratta di convenzioni, la cosa migliore è mettersi d’accordo sulla convenzione che accontenta il maggior numero possibile di persone e che rispetti il ruolo centrale della donna, la sua volontà. Non l’idea che Ruini e la Cei hanno della donna, ma la donna in quanto essere umano che può e deve decidere di se stessa e del suo grembo. Ripeto: SUO grembo. NON grembo di Ruini o della gerarchia ecclesiastica o della società. Il grembo non è un mezzo di produzione.

13) Se c’è una mentalità un po’ da nazisti, è quella di chi non distingue tra il potenziale e il già avvenuto, tra ciò che è reale da ciò che non lo è anche se forse potrebbe diventarlo in seguito. Confondere tra chi è nato e chi no, tra chi è venuto al mondo e chi no, equivale a confondere tra l’essere, il non essere e il poter (forse) essere. Una confusione evidentemente molto grave. Preoccupante.

Nascita obbligatoria anche per futuri dna artificiali?

14) L’unico tra i tifosi del No, anzi dell’astensionismo, che mi pare abbia detto qualcosa di nuovo, tanto da mettermi una pulce nell’orecchio, è un lettore. Quello che si firma Janna e si chiama Antonio Iannaccone, Lui fa notare un dato sicuramente interessante: mentre lo spermatozoo e l’ovulo hanno ciascuno lo stesso dna dell’uomo e della donna di appartenenza, quando l’ovulo viene fecondato di dna se ne forma uno nuovo. Iannaccone, e chi la pensa come lui, sostiene che questo dna nuovo è la prova che siamo di fronte a una nuova vita umana, e che pertanto debba – giustamente – essere rispettata nella sua pienezza. Ho da fare due obiezioni. La prima è che va rispettata ‘nella sua pienezza’- e cioè compresa la dignità e la volontà - anche la vita umana della donna nel cui corpo si forma il nuovo dna. Ripeto ancora una volta: nessuno può costringere una donna a portare avanti una gravidanza! Un conto è dire ‘partorirai con dolore’, un altro conto è dire – e non è stato detto! – ‘partorirai per forza’. Confesso tutto il mio orrore per una gerarchia composta esclusivamente di uomini, per giunta tutti celibi ed ufficialmente casti, qual è quella ecclesiastica, che si crede in diritto di dire alle donne cosa DEVONO fare in quanto donne, in fatto di sesso, embrione, gestazione, ecc. Si noti che si tratta della stessa gerarchia – maschile e maschilista - che per secoli è stata incerta se la donna possedesse o no l’anima! E che era invece certa che la donna fosse solo fonte di peccato. Cosa diremmo noi maschi se ci fosse una gerarchia tutta femminile a dettarci quello che dobbiamo e non dobbiamo fare in tema di sesso, paternità e ruolo sociale in generale? Se ci si pone questa domanda si può avere più facilmente una risposta onesta a molte altre.

La seconda obiezione è la seguente: poniamo che uno scienziato riesca a ‘fabbricare’ in qualche modo dei dna in laboratorio, e prima o poi ci si arriverà di sicuri, quei dna artificiali devono essere anch’essi condotti in qualche modo fino al parto? Si direbbe di sì, se si accetta quanto dicono Iannaccone e chi con lui riguardo il fatto che un nuovo dna è automaticamente una nuova vita, un ‘individuo già completo’. Ma è chiaro che si tratterebbe di una assurdità: come e dove completare la gestazione di eventuali dna fabbricati in laboratorio? In provetta? Fino alla ‘nascita’, ovvero fino ad assumere sembianze di neonato? O trapiantati in un utero? E di chi? Ma poi, in ogni caso, chi li cresce ed educa?

15) Che un essere umano inizi a esistere come ‘individuo completo’ quando lo spermatozoo feconda l’ovulo è una affermazione che fa anche un po’ sorridere: sembra infatti che l’anima e la personalità le porti lo spermatozoo. Quanto meno riduttivo, se non francamente assurdo, oltre che ridicolo e grottesco. Un biologismo così spinto sorprende in bocca alla gerarchia ecclesiastica, essendo diventata molto cauta in tema di affermazioni ‘scientifiche’ dopo il grave errore con Galileo Galilei. Un biologismo così spinto è roba da positivisti, se non erro a suo tempo anche loro condannati dalla gerarchia ecclesiastica, se non addirittura da materialisti della più bassa lega. Siamo cioè proprio sul terreno che la gerarchia ecclesiastica e gli ‘amici della vita’ addebitano al fronte del Sì: siamo cioè sul terreno inclinato verso degenerazioni di vario tipo, Mengele compreso.

16) Se l’anima e la personalità vengono portate dallo sperma, si dà ragione a Marco Pannella quando sostiene che- secondo il modo di pensare degli ‘amici della vita’ - la masturbazione maschile equivale a una grande strage... quanto meno di anime. Si può obiettare, più ragionevolmente, che l’anima e la personalità non sono portate né dall’ovulo né dalla sperma, ma si formano subito all’atto del loro incontro. E’ comunque una tesi che getta a mare tra l’altro l’intero pensiero di S. Tommaso - che sta alla base di gran parte della dottrina della gerarchia ecclesiastica! – e che ha il brutto sapore del materialismo più becero. In ogni caso, da quasi 25 secoli la fecondazione di un ovulo viene definita ‘concepimento’, parola che viene dal verbo concepire. E nulla meglio di questo verbo spiega come stanno in realtà le cose! Il verbo ‘concepire’ si usa infatti anche per indicare quando ci viene in mente un’idea, un progetto: ‘Tizio ha concepito una bella idea’; ‘Caio ha una sua concezione del mondo’; ecc. Il nostro modo di parlare indica con chiarezza che il momento del concepimento null’altro è se non l’inizio di un’idea, di un progetto, che come tutte le idee e progetti non è affatto detto che debbano essere condotti in porto. Possono restare nelle testa di chi li ha ‘concepiti’! E sicuramente non possono essere ‘estratti’ dalla loro testa contro la volontà di chi li ha ideati, cioè concepiti! Per indicare un’idea o un progetto che vanno avanti, che marciano verso la realizzazione si usa infatti un altro verbo. Quale? Il verbo ‘partorire’! ‘Tizio ha partorito una bella idea’; ‘Caio ha partorito un suo progetto’; ecc.

Insomma, concepire significa ideare. E ‘solo’ ideare. Concepire e ideare sono i due sinonimi della stessa azione. Sta poi agli ‘ideatori’ decidere se portare o no avanti l’idea, il concepimento. E siccome qui siamo in presenza di una ‘idea’ che prende forma nel corpo della donna, fino a condizionarne tutta la vita, è ovvio, naturale e civile che sia principalmente la donna a decidere che fare della sua ‘idea’, cioè del concepimento e del concepito. Non vi pare?

E’ vero che di una donna incinta che subisce un aborto spontaneo si usa dire che ‘ha perso il bambino’, il che equivale a identificare il bambino con il feto, ma se non si vuole barare bisogna aggiungere che si tratta di una espressione usata quando ormai la gestazione è bene avviata, non la si usa certo quando è appena all’inizio. Prima di una certa gioia del ‘pancione’ si usa dire ‘si è interrotta la gravidanza’, oppure più semplicemente si parla di aborto spontaneo: del feto, dell’embrione, ma certo non del bambino. Per il semplice motivo che il bambino – anche nella mentalità e nella tradizione popolare certificata dal linguaggio – non c’è..

Le novità pretese da Ruini e Sgreccia fanno quindi violenza anche al linguaggio. Si è sempre detto ‘venire al mondo’ per indicare l’atto della nascita, cioè del parto. Ora gli ultrabiologisti Ruini e Sgreccia pretendono di anticipare il ‘venire al mondo’ al momento in cui si è stati soltanto ‘ideati’, cioè concepiti. Cosa è più oltraggioso: ridere di Ruini e Sgreccia o una tale loro affermazione?

17) NON è vero che un essere umano comincia a esistere solo all’atto del concepimento. Il concepimento non è l’unica condizione necessaria per l’accensione di una nuova vita umana. Oltre all’intera gestazione, è necessario tutto ciò che precede il concepimento e lo rende possibile, dall’esistenza delle molecole – dell’acqua, dell’ossigeno, ecc – alla nascita degli stessi genitori fino al loro incontrarsi, conoscersi, amarsi, congiungersi. Si può anche dire che la vita di ogni individuo, tutti noi compresi, è iniziata con il Big Bang o con Adamo ed Eva... Insomma, indicare quando inizia la vita di un individuo, se con il parto o con il concepimento o con il superamento di un certo mese della gravidanza o con il conoscersi dei suoi genitori o con Adamo ed Eva oppure con il Big Bang, è solo una questione di convenzione. Si può convenire di dire che un essere umano ‘viene al mondo’ quando appunto viene al mondo, cioè quando viene partorito, oppure si può convenire di dire che ‘viene al mondo’ all’atto del concepimento o quando i genitori o i nonni o i bisnonni si sono conosciuti. Tanto, sono tutte condizioni parimenti necessarie alla nascita di ognuno di noi. Poiché si tratta di convenzioni, la cosa migliore è mettersi d’accordo sulla convenzione che accontenta il maggior numero possibile di persone e che rispetti il ruolo centrale della donna, la sua volontà. Non l’idea che Ruini e la Cei hanno della donna, ma la donna in quanto essere che può e deve decidere di se stessa e del suo grembo. Ripeto: SUO grembo. NON di Ruini o della gerarchia ecclesiastica o della società!

Da ‘gli ebrei hanno ucciso Gesù’ agli odierni ‘assassini di embrioni’

18) Dire ‘amici della vita’, oppure ‘contro il referendum per difendere la vita’ è un po’ come dite che ‘gli ebrei hanno ucciso Gesù’: suona bene, è di facile presa sugli animi di chi ha bisogno di sentirsi un crociato, un credente obbediente e quindi meritevole del paradiso (gli altri, all’inferno, ovviamente. Un modo di pensare davvero molto cristiano, molto misericordioso...). Suona bene. Ma è falso! E’ falso per il semplice motivo che definirsi ‘amici della vita’ equivale a definire gli altri come ‘nemici’ della stessa vita. Così facendo gli ‘amici della vita’ indicano alla pubblica esecrazione quelli che secondo loro sarebbero i nemici della vita. Ed è ovvio che essere nemici della vita è una colpa grave, gravissima. Talmente grave da meritare non solo l’inferno nell’Aldilà, ma anche le peggiori condanne su questa terra. Insomma, quello inventato da Sgreccia-Ruini & C. è una vera e propria forma di razzismo, la definizione di un nuovo tipo di subumani. Una ‘geniale’ riedizione della condanna verso il popolo ebraico ‘deicida’. La Chiesa ha condannato e discriminato per secoli e secoli gli ebrei perché ‘uccisori di Gesù’: vale a dire, perché ‘nemici della vita’ di Gesù. Adesso, messa finalmente da parte l’assurda accusa del deicidio, ha scoperto i ‘nemici della vita’ tout court, i nuovi ebrei da indicare al pubblico ludibrio, al disprezzo del popolo da parte della Chiesa.

Siamo, come si capisce facilmente, su una china pericolosa. Molto pericolosa. Che può diventare incendiaria da un momento all’altro. Così come a suo tempo è diventata incendiaria, e più volte, la questione dei ‘nemici della vita di Gesù’.

19) Innamorati improvvisamente della modernità del marketing e degli slogan pubblicitari, gli ‘amici della vita’ del Comitato Scienza & Vita, presieduto dal genetista Bruno Dallapiccola, hanno coniato anche un altro slogan: ‘La vita non può essere messa ai voti’. Ma anche qui, siamo in presenza di aria fritta e demagogia: lo dimostra impietosamente la non poca ipocrisia contenuta nello slogan se messo a confronto con la realtà. La vita è ‘messa ai voti’ eccome, e nel più grande silenzio e disinteresse di certi suoi amici! Non è stata forse messa ai voti la decisione di intervenire militarmente in Iraq, dove di vite stroncate se ne contano a decine di migliaia? Non vengono messe ai voti dei rispettivi governi le varie decisioni di guerra che da sempre seminano morte e distruzione? Come mai si accetta la guerra nella storia del genere umano, che massacra decine di milioni di persone, ma non si accetta che sia la donna a decidere del suo embrione, cioè del suo corpo? Come mai non ci si rende conto che il primo passo per diventare ed essere davvero amici della vita, e della civiltà, è mettere la guerra al bando in tutte le sue forme, farla diventare un concetto più infame dell’incesto? Come mai si lascia che i bambini abbiano armi giocattoli e continui esempi, dai film ai giochi e a una infinità di libri, per imparare così la ‘normalità’ della guerra, adattandosi fin da piccoli alla banalità del male?

20) E comunque tanto amici della vita non devono essere tutto costoro, perché in quanto nemici giurati della fecondazione assistita, ed eterologa, sono di conseguenza nemici anche di tutte le vite – e non sono poche - che grazie a questo tipo di inseminazione sono nate. Abbiamo visto sui giornali e in Internet le foto, abbiamo letto i nomi e i racconti di questi nostri fratelli, e nostri fratelli anche in Cristo, venuti al mondo grazie a tecniche che i pii sedicenti amici della vita odiano come fosse l’anticamera dell’inferno. Prima di dirsi amici della vita, definendone nemici chi la pensa diversamente, sarebbe opportuno pensarci bene.

21) La tendenza alla sopraffazione tipica dei patiti del No, tendenza che equivale alla mancanza di onestà, la si ricava dalla loro pretesa che in corso di votazione non venissero rese note – contrariamente al solito - le percentuali di affluenza alle urne. Tanto basterebbe a dimostrare che questi signori pretendono, pretendono, pretendono che anche la legalità e le tradizioni si pieghino a loro comando. Questo sì che è ‘relativismo’! Come fa a non accorgersene Ratzinger, che proprio della ‘dittatura del relativismo’ ha fatto un suo cavallo di battaglia?

22) La stessa non onesta tendenza alla sopraffazione la si ricava anche dal fatto che su certe leggi – come quella sul trattamento della liquidazione maturata quando si va in pensione, detta anche ‘trattamento di fine rapporto’ (TFR), il centro destra vuole mettere la clausola del silenzio-assenso da parte degli interessati. Vale a dire: chi non si dichiara esplicitamente contrario, per iscritto, al contenuto della legge sul TFR sarà considerato come ad essa favorevole. Logica e onestà vorrebbero che il governo dovrebbe procedere in modo analogo per il referendum, e cioè dovrebbe proporre il criterio del silenzio assenso anche per questa consultazione popolare: chi non va a votare dovrebbe, quindi, essere conteggiato come un voto favorevole al Sì. Ripeto: sempre che non si pensi che la logica e l’onestà siano estensibili a piacere come il famoso elastico delle mutande.

23) Gli scienziati, gli ecologisti e le forze politiche più avvertite di tutto il mondo si mobilitano sempre di più contro l’attuale uso dell’energia e contro il dilagare dell’inquinamento perché già oggi producono nel pianeta danni devastanti, compresi alcuni milioni di morti ogni anno, e in futuro ne provocheranno di ancor più devastanti. Cosa fanno e cosa dicono su questo problema gli ‘amici della vita’ e la gerarchia ecclesiastica?

24) Una lettrice, che si firma Matilde, mi ha fatto notare che in Francia il professore Gerard Dubois, specialista e ricercatore nel campo delle malattie polmonari, ha calcolato in 62 milioni le persone uccise dal tabacco a partire dalla fine della seconda guerra mondiale e in 100 milioni le vittime dei prossimi 20 anni. Ma il totale delle vittime nel XXI secolo sarà addirittura di un miliardo di esseri umani. Un miliardo cioè di morti ammazzati dal fumo, comprese non poche donne incinta, quindi al miliardo gli ‘amici della vita’ dovrebbero aggiungere anche gli embrioni delle donne morte incinta. Cosa fanno contro questa strage reale, vera, concreta, i vari Ferrara e Fallaci, oltre a contribuire attivamente al massacro fumando Ferrara i suoi adorati toscani e Fallaci le sigarette se le fuma ancora? Qualcuno ha mai sentito la gerarchia ecclesiastica dire la sua contro le stragi da fumo, vizio che colpisce ormai anche i giovanissimi e soprattutto i Paesi poveri?

25) Se si è così tanto amici della vita nascente, perché non inasprire le pene per chi vende droga ai minorenni? E perché non vietare severamente il fumo e la vendita di tabacco ai minorenni e magari anche la vendita di superalcolici? Si è provveduto a fare una legge che proibisce i rapporti sessuali a chiunque non sia maggiorenne, tant’è che una minorenne che diventa madre si vede togliere il figlio, che viene dato in affido dal magistrato. Come mai non si proteggono in modo particolare i minorenni anche dal fumo, dalla droga e dall’alcool? Il sesso non uccide, il fumo, la droga e l’alcol invece sì! Il sesso può uccidere, contraendo l’Aids, se non si usa il preservativo: ma proprio contro il preservativo scagliano i loro strali la gerarchia ecclesiastica e gli ‘amici della vita’.

26) Giuliano Ferrara nel dibattito al residence romano di Ripetta il 6 giugno, il patriarca di Venezia Angelo Scola (su Repubblica del 23 maggio), Elio Sgreccia, Rocco Buttiglione, e uno stuolo di ‘amici della vita’ in varie occasioni hanno affermato che se le loro madri avessero abortito oggi non esisterebbero né Ferrara né Scola né Sgreccia né Buttiglione, ecc. In base a cosa lo dicono? Mistero. Loro che tanto parlano del fatto che ‘non si può escludere che l’ovulo fecondato sia già una persona’ come fanno ad escludere che le loro rispettive personalità sarebbero nate con ovuli fecondati successivi? Questa esclusione la può fare una persona che, come me, distingue tra fede e ragione, ma non può farla chi predica la preminenza della fede sulla ragione. La fede infatti non può certo escludere che il buon Dio avrebbe fatto nascere Ferrara, Scola, Sgreccia, Buttiglione, ecc., non solo con quegli specifici ovuli fecondati, ma fors’anche in altro tempo e modo con altri ovuli fecondati, altrimenti che fede è?

CONCLUSIONE: ci sono problemi ben più drammatici, e anzi tragici, che riguardano milioni e a volte miliardi di esseri umani già nati, sui quali però la gerarchia ecclesiastica e gli ‘amici della vita’ tacciono. PRIMA ci si dovrebbe occupare di questa sterminata quantità di persone già nate, che SICURAMENTE sono ‘individui già completi’. Poi, e solo poi, ci si può occupare degli zigoti, delle morule, degli embrioni nei primissimi stadi, che NESSUNO può dimostrare, se non per atto di fede, che siano ‘individui già completi’. Altrimenti si è solo degli ipocriti in mala fede o degli sprovveduti in eccesso di buona fede. O gente come Fallaci e Ferrara, ì miscredenti clericali”, come li chiama egregiamente Eugenio Scalfari, perché desiderosi che la Chiesa prenda il sopravvento politico sullo Stato italiano in modo da spronarlo a guida del fronte che vuole la guerra – che sta attivamente preparando anche sul piano militare – contro il mondo arabo e quello islamico. Per il petrolio, e con la scusa blasfema di Dio.


Le gravi calunnie di Fallaci, i non-senso di Sgreccia e le sciocchezze di Ferrara

La banalità degli argomenti dei vari ‘amici della vita’, sempre più scatenati contro il referendum, lascia francamente stupiti. Prendiamo i quattro casi che più hanno tenuto banco e fatto clamore negli ultimi giorni: gli interventi cioè del prelato Elio Sgreccia sulla rivista MicroMega, di Oriana Fallaci sul Corriere della Sera di venerdì 4, di Giuliano Ferrara nel dibattito con Piero Fassino al residence di Ripetta a Roma lunedì 6 e di Ratzinger al convegno sulla famiglia organizzato, anch’esso lunedì 6, dal cardinale Camillo Ruini nella basilica di S. Giovanni in Laterano. Partiamo da quest’ultimo intervento, ovviamente il più importante. Non vorremmo mancare di rispetto a nessuno, ma quando Ratzinger afferma che ‘non si manomette la vita che nasce’ facciamo fatica a capire il senso delle sue parole, tanto più a fronte dei dati storici incontrovertibili. Affermare che si debba lasciare all’arbitrio della natura la nascita degli esseri umani anche quando si è certi che nasceranno gravemente malati, storpiati, variamente menomati, senza poter ‘manomettere la vita che nasce’, cioè correggerla in meglio, appare oltretutto molto privo di carità cristiana. Perché non intervenire sull’embrione per evitare al nascituro menomazioni accertabili e magari anche già accertate?

La Storia dimostra impietosamente tutti i fallimenti di chi – Chiesa compresa - ha avuto la pretesa di interpretare e limitare la scienza alla luce di libri sacri e di verità di fede, quali che esse fossero. E dimostra anche il fallimento della pretesa di lasciar fare ‘al buon Dio’, cioè all’arbitrio della natura, in campi quali l’andamento della salute umana, la possibilità di alimentarsi con cibo sufficiente, la scelta di luoghi sicuri dove costruire le città, ecc. E infatti, se non ci si cura ci si ammala e si muore. Se l’agricoltura non viene coltivata con criteri scientifici anziché con la danza della pioggia o con le preghiere arrivano le carestie, e la gente crepa a milioni come è già successo più e più volte. Dire che non si deve ‘manomettere la vita che nasce’ equivale a dire che non si deve neppure ‘manomettere la vita che vive’ - per esempio con i trapianti d’organi, dei quali a suo tempo la Chiesa è stata infatti nemica, salvo poi, as usual, cambiare parere e adeguarsi. Ed equivale a dire che non si deve neppure ‘manomettere la vita che muore’. Ma allora perché i papi, i cardinali, i vescovi, ecc., quando sono malati si curano, eccome, anziché ‘lasciar fare a Dio’ ed evitare che i loro medici ‘manomettano la vita’? Perché tanto accanimento nel voler, giustamente, curare e mantenere in vita il più possibile papa Wojtyla nella sua lunga malattia e agonia anziché ‘lasciar fare a Dio’ ed evitare – ancora una volta - di ‘manomettere’ la vita o il suo confine con la morte?

Definire le otto cellule iniziali dell’embrione come ‘un individuo già completo’ - al quale il presidente del senato Marcello Pera vuole garantire subito stato giuridico e diritti da cittadino (anche la carta d’identità? Mah!) - non so se sia più ridicolo o feroce. Feroce perché riduce l’individuo a mera espressione chimico- biologica e questa sì che è una china pericolosa, alla doktor Mengele!. Feroce perché riduce la donna, tanto per cambiare, a contenitore di ‘faccende’ non sue. Che oltre che feroce sia anche ridicolo lo si dimostra subito con un esempio: se qualcuno definisse Ratzinger un embrione o uno zigote o una morula, molti cattolici insorgerebbero – giustamente – più del magistrato romano che s’è mosso contro il sito Indymedia dei no global. Ma a definirlo embrione, ecc., è di fatto monsignor Elio Sgreccia quando sulla rivista MicroMega afferma che ‘l’embrione è uno di noi’. Chiedo scusa, ma se ‘l’embrione è uno di noi’, allora per proprietà riflessiva si deve poter dire che ‘noi siamo alcuni di loro’, cioè che tutti noi – Sgreccia e Ratzinger compresi - siamo degli embrioni. Ma se è ridicolo dire che tutti noi siamo degli embrioni e se è oltraggioso dire che lo sono Sgreccia e Ratzinger. è immancabilmente ridicolo e oltraggioso dire che ‘l’embrione è uno di noi’. Le leggi della logica, compresa la proprietà riflessiva (se A è uguale a B, allora B è uguale ad A), non sono cose che ci si possa mettere sotto i piedi. Né che si possano interpretare alla luce dei vangeli o del corano o di altri testi religiosi.

Quando si arriva al punto dove è arrivata Oriana Fallaci con i suoi ultimi litri di incontinenza sul Corriere della Sera c’è da preoccuparsi, e preoccuparsi non per il sospetto che potrebbe essere opportuno chiamare un’autoambulanza. Fallaci ha accusato tutti i sostenitori del Sì di essere niente di meno che degli assassini, anzi dei pluriassassini, colpevoli addirittura di strage permanente. Ha cioè accusato milioni di concittadini, me e molti di voi compresi, di reati gravissimi, infamanti, calunniandoli in modo tanto incomprensibilmente livoroso e accanito da apparire demenziale. Oriana Fallaci è andata ben oltre il diritto di critica e il dovere di polemica, ben oltre il diritto di avere delle opinioni e poterle esprimere pubblicamente. Oriana Fallaci è sprofondata nel territorio della calunnia pura e semplice. In Italia però la calunnia è un reato, grave, tant’è che è previsto il mandato di cattura d’ufficio. Nessuno la vuole certo vedere in manette, perché la cosa migliore in certi casi è il compatimento, ma se fossimo un Paese serio Oriana Fallaci passerebbe i suoi bei guai in tribunale per le calunnie vomitate venerdì 6. Forse qualcuno può dire impunemente che Oriana Fallaci è una assassina? O che ha compiuto delle stragi? Certo che no! Chi lo dicesse ne subirebbe, giustamente, le conseguenze. Perché, ripeto, la calunnia è una reato grave, così come è anche una volgarità che le persone decenti stanno molto bene attente a evitare di compiere. Oriana Fallaci invece non solo non vi si è ben guardata, ma ci si è tuffata con voluttà e ci ha nuotato per più di due interi paginoni.

Veniamo infine al burbanzoso Giuliano Ferrara: ‘Ho il diabete, ho la fibrillazione, sono obeso. Nel 1952 (ndr: l’anno in cui è stato un embrione) mi avrebbero cancellato’, ha declamato al dibattito con Fassino. Qui il trucco è talmente evidente che suona perfino scandaloso come l’oratore non sia stato sommerso da un coro di fischi e pernacchie. Si può infatti ‘cancellare’ una cosa o una persona che c’è, non una cosa o una persona che non c’è. Anche un cretino capisce che Giuliano Ferrara quando era solo un embrione non aveva infatti né il diabete né la fibrillazione né era obeso. Sarà stato anche ‘un individuo completo’ fin da embrione, come sostengono da Sgreccia a Pera passando per Fallaci, ma in ogni caso non era un embrione afflitto da quei guai. Quelli sono arrivati dopo, quando non si trattava più né di zigote né di morula né di embrione né di feto, bensì di Giulianone già nato, cresciuto e vissuto per un bel pezzo.


Se l'ovulo fecondato muore dove va la sua anima? E perché non proibire le mestruazioni?

La posizione dei ’difensori della vita’ nei confronti dell’ovulo fecondato, ‘già individuo completo’ non appena raggiunto dallo spermatozoo, è ormai stranota: ma il chiasso provocato dalla sussiegosa grancassa dei suoi sostenitori è direttamente proporzionale all’assurdità della loro tesi. Che resta tesi assurda anche se in suo favore milita un fronte composito, che va dalla gerarchia cattolica fino ai politici genuflessori alla Marcello Pera e fino agli intellettuali supini, già stanchi di appena due secoli di libertà di pensiero. Un fronte che annovera urlatori amanti della guerra ‘preventiva’ come Giuliano Ferrara e cattolici pacifisti convinti, proprio quelli che lo stesso Ferrara derideva e deride tuttora per il loro pacifismo anti guerra irachena. Si badi bene che a dimostrare che la tesi di lor signori è solo una sciocchezza, anzi una autentica corbelleria, non sono io, bensì la stessa dottrina della Chiesa: quella in vigore da duemila anni, e non improvvisata sull’onda di questo o quel papa o di una qualche suggestione massmediatica.

Poniamo infatti che abbia una qualche base, se non scientifica almeno culturale, la pretesa che l’ovulo appena fecondato sia un ‘individuo già completo’, cioè un essere umano come noi: ma allora la Chiesa avrebbe provveduto da secoli a battezzarlo! Non si è invece mai visto né sentito nulla di simile. E nessuno – dentro e fuori Vaticano - l’ha mai immaginato neppure per scherzo. Nei primi secoli di cristianesimo il battesimo era un sacramento per gli adulti. Ci si battezzava il più tardi possibile, meglio se in punto di morte, perché si credeva che quel sacramento cancellasse tutti i peccati e aprisse quindi automaticamente ai moribondi le porte del paradiso. In seguito è invalso l’uso opposto, quello del battesimo sin da neonati onde evitare che questi in caso di morte prematura anziché in paradiso finissero nel limbo. Da qualche anno però, altro cambio di certezze: si può andare in paradiso anche se non battezzati. Ma in questi 20 secoli, pur essendo cambiate almeno tre volte le ‘certezze’ riguardanti il battesimo – per moribondi, per adulti, per neonati - nessuno s’è mai sognato di porsi il problema dell’eventuale battesimo per nascituri, feti, morule, zigoti e ovuli freschi di fecondazione. Anzi, se qualcuno si fosse azzardato a battezzare in un grembo materno una morula, o anche un feto più sviluppato, sarebbe incorso nei fulmini dei guardiani dell’ortodossia della fede, della dottrina e della tradizione.

Ai monsignori Elio Sgreccia e Camillo Ruini poniamo una sola e semplice domanda: dove va, in paradiso, in purgatorio, nel limbo, o dove ancora, l’anima del feto se la gravidanza muore? Smentendo perfino S. Tommaso, Sgreccia e Ruini affermano a gran voce che, in quanto ‘individuo già completo’, l’ovulo di fatto è dotato di anima non appena fecondato, quasi che a portargliela sia lo spermatozoo. Bene. Spieghino, per cortesia, dove vanno le anime degli ovuli, degli zigoti e quelle delle morule, cioè degli stati successivi del feto, in caso di morte nel grembo materno e in caso di morte della madre prima della loro venuta al mondo. E spieghino come mai santa romana Chiesa non s’è mai posta prima il problema. Problema che, a ben vedere, non si sono mai posti neppure gli ortodossi dopo lo scisma con Bisanzio né i protestanti dopo lo scisma luterano. Anzi, per essere precisi, non se l’è mai posto nessuna religione e nessuna cultura da quando il mondo esiste. Ci volevano Sgreccia, Ruini e Ferrara per colmare una così grave lacuna...

Se l’ovulo appena fecondato ha già diritto - perfino giuridico! – di svilupparsi completamente e di venire al mondo, eventualmente anche contro la volontà della madre - ridotta, as usual, a mero contenitore sotto comando altrui - per quale motivo un ovulo qualsiasi non invece ha il diritto di essere fecondato? Dove fa a finire il ‘diritto alla vita’? Perché si permette anche alle donne sposate che venga espulso con le mestruazioni? Il portatore del diritto alla vita e del diritto giuridico, oltre che portatore della stessa anima, è forse lo spermatozoo? Siamo curiosi, siamo tutt’orecchi in attesa di ascoltare le spiegazioni – che sicuramente arriveranno e saranno dotte – di un Ruini o di uno Sgreccia o di un Ferrara.

Ci permettiamo di suggerire a tutti costoro una nuova grande battaglia ‘in difesa della vita’: la messa fuori legge delle mestruazioni. A Ferrara però diamo un suggerimento aggiuntivo: eviti di fumare, lui che ama il sigaro, e si dia anzi da fare per la totale messa fuori legge del fumo, sia in pubblico che in privato. E’ infatti ormai scientificamente assodato che il fumo fa male anche al feto, sia che la aspirante mamma fumi e sia che respiri il fumo altrui. La ‘difesa della vita’ da parte di questi fumatori e venditori di fumo dove va a finire? In fumo anch’essa?

Quando si è anche incoerenti, oltre che ignoranti della Storia, è più facile che la propria ipocrisia e il proprio opportunismo vengano smascherati. Anche se ammantati di scientismo. O nascosti dalle cortine fumogene dei sigari e di altre supponenze.

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09 giugno 2005 - contatto

Un mio commento al testo di Nicotri

Embrioni e ricerca - Esito del referendum


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Uomo-Donna
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Aggiornamento: 14/12/2018