L'ANTIPSICHIATRIA
La psichiatria come falso scientifico


ALLE RADICI DELLA VIOLENZA PSICHIATRICA: L’ESPERIENZA NEGATA

L’inganno, la menzogna, la repressione

La psichiatria, sia ben chiaro, non cura le malattie del cervello e del sistema nervoso (cosa di competenza invece della neurologia, una scienza piuttosto seria), ma delle fantomatiche “malattie della mente” che però, non si sa come, pretende di curare con dei farmaci che agiscono proprio sulle connessioni nervose alterando il funzionamento cerebrale con quegli stessi psicofarmaci di cui i tossicodipendenti vanno alla ricerca quando non riescono a procurarsi l’eroina o altre sostanze stupefacenti di cui sono soliti fare uso.

E' noto d’altronde che nei paesi dell’est gli oppositori del regime venivano rinchiusi negli ospedali psichiatrici e drogati con farmaci che inebetivano le loro menti.

E' meno noto invece che mentre in occidente si protestava contro questi crimini i cosiddetti “malati di mente” nostrani venivano “curati” esattamente con le stesse medicine che servivano a torturare i dissidenti dell’est, mentre è scomparso dai libri di storia il ruolo avuto dalla psichiatria nell’olocausto di 6 milioni di ebrei e di alcune centinaia di migliaia di degenti psichiatrici.

Meno che mai nessuno parla di quegli italiani (anarchici per lo più, ma non solo) rinchiusi nei reparti psichiatrici per la loro attività di opposizione politica come Carlo Sabbattini (consigliere comunale dei Verdi a Modena) o del caso ancora più recente caso di un ragazzo che ha subito un ricovero coatto di tre settimane perché renitente alla leva.

Ma dallo psichiatra d’altra parte non si va in genere perché ci si sente male, bensì ci si viene portati a forza o con l’inganno perché si viene considerati strani, diversi, ossia perché ci si comporta in una maniera che dà fastidio alla gente “normale” e che urta il “comune buon senso”.

E lo psichiatra “analizza” il comportamento del “malato”, gli fa alcune domande, magari osserva le espressioni del suo volto e tira fuori la sua diagnosi in una maniera così svincolata da ogni criterio di scientificità da fare veramente paura.

E la diagnosi nove volte su dieci è “schizofrenia”, che significa tutto e niente: basta consultare un paio di libri di psichiatria per leggere le definizioni più disparate di questa “malattia” che finiscono per comprendere come schizofrenico qualsiasi comportamento umano.

D’altronde la parola stessa significa comportamento contraddittorio: c’è da chiedersi veramente se questi “luminari della scienza” pensino realmente che l’uomo non provi mai sentimenti, emozioni, che sia sempre freddo e razionale e mai in contraddizione con sé stesso.

E' poi così difficile capire che quello che è contraddittorio per loro può non esserlo per altre persone? O pensano forse che gli uomini debbano ragionare tutti nella medesima maniera?

Ma la psichiatria ragiona per etichette, e così ti dicono che soffri di “depressione” se sei triste e angosciato, se vedi tutto nero; e ti dicono che questa è una malattia, che in una società di automi alienati che pensano solo alle apparenze, in una società come la nostra dove regnano solo il denaro, il conformismo, l’arrivismo, il consumismo, in cui ognuno pensa per sé e tu sei solo contro tutti, loro hanno pure il coraggio di dire che chi si sente depresso è malato.

Eppure uno psicologo qualche anno fa ha asserito che gli uomini migliori in questa nostra società sono proprio quelli che stanno male, che sono depressi, perché sono gli unici che guardano in faccia la realtà e che magari provano a cambiarla; come la mettiamo allora?

C’è da chiedersi sicuramente se sia più pazzo chi non si adegua agli schemi sociali imperanti in questa società malata (come la definisce il famoso psicanalista Erich Fromm) oppure chi si ostina a ritenere folli le persone che in questa società non riescono ad essere felici: basta cambiare il punto di vista e i ruoli si scambiano.

La psichiatria del resto è sempre stata funzionale a chi detiene il potere, nella Germania nazista, nella Russia comunista, nelle nostre democrazie occidentali, mentre i cosiddetti “pazzi” sono spesso elementi scomodi per il potere e per la struttura sociale sulla quale il potere è fondata; la psichiatria serve a mascherare il fatto che il disagio psichico non dipende dal singolo individuo che “impazzisce” ma da una società alienante che lo porta alla follia.


a cura di Corrado Penna
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foto di Claire Fasulo
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Aggiornamento: 26/04/2015