SUL CONCETTO DI PERVERSIONE

Se la perversione dell'uomo si spinge oltre i limiti etici supposti come invalicabili, il destino dell'umanità può anche essere segnato dall'autodistruzione.

Noi possiamo anche ipotizzare che a fronte della perversione più acuta si possa comunque porre una qualche forma di riparo, ma non possiamo essere sicuri che gli effetti di tale perversione ci diano il tempo sufficiente per porvi rimedio.

Il tempo è una determinazione fondamentale dell'esserci. Se vengono meno le condizioni in cui è possibile vivere il tempo, qualunque tentativo di opporsi alla perversione è destinato a fallire. Non si può prescindere dalle condizioni formali di vivibilità.

E comunque un concetto più traslato di perversione, come d'altra parte quello di prostituzione, non può certo applicarsi soltanto alla sfera sessuale. E' perverso chiunque rifiuti pervicacemente l'evidenza, chiunque si ostini a negare ogni forma di autocritica, come d'altra parte si prostituisce chiunque per convenienza neghi se stesso.

IL TURISMO SESSUALE

Sono migliaia gli occidentali che ogni anno prenotano alberghi nei Paesi del Sudest asiatico (specie Thailandia) o in Brasile con l’obiettivo del turismo sessuale con adolescenti. In Brasile gli italiani sono al 2° posto dopo i tedeschi.

Nel ‘94 a Hong Kong 69.000 italiani hanno scelto mete sessuali; in Thailandia erano 136.000. In Thailandia (Patpong) vige il detto: "A 10 anni sei giovani, a 20 sei vecchia, a 30 sei morta".

Sono almeno 2 milioni (dati 2004) i bambini e gli adolescenti che in tutto il mondo vengono sfruttati a scopi sessuali.

Business annuale per agenzie turistiche che favoriscono questo commercio: 5 miliardi di dollari.

Bambini/e dagli 8 ai 16 anni coinvolti ogni anno: un milione [Brasile: 500.000, India: 300.000, Thailandia: 300.000, Cina: 200.000, Filippine: 60.000, Taiwan: 40.000, Vietnam: 40.000, Pakistan: 40.000, Giappone: 30.000, Nepal: 30.000, Sri Lanka: 15.000, Bangladesh: 10.000, Cambogia: 2.000]. In Brasile il costo di una nottata con una minorenne costa dai 15 ai 30 euro.

Video porno in circolazione ogni anno nel mondo: 250 mil.

Tre modi per fare turismo sessuale:
A) si chiede “tutto” all’agenzia italiana;
B) ci si affida a mediatori del Paese straniero, che nelle spiagge più frequentate distribuiscono volantini che pubblicizzano locali notturni e bar per soli uomini (chiamati “coccodrilli” a Bangkok);
C) a Bangkok sono gli stessi night club e discoteche che presentano al “cliente” una specie di “menu” che propone foto di ragazzine nude con a fianco il relativo prezzo. Il turista sceglie, paga, lascia il nome dell’albergo e il numero della camera. Può rischiare una multa, ma non sarà mai salatissima, anche perché le autorità, pur di avere il “turismo”, non le fanno.

Reclutamento-tipo del minorenne in Thailandia, dove è permesso prostituirsi verso i 15 anni. Alla famiglia, per ottenere la ragazzina, occorre pagare una tantum circa mezzo mil., più altri soldi durante l’anno. Per una notte il turista in media paga circa 50.000. se si volesse comprare la ragazza per portarla in un altro Paese: 10.000 $. Alla famiglia vanno 5.000 $. Se la polizia scopre lo sfruttamento la multa è di circa 2 mil. a poliziotto. Se il cliente vuol tenere la ragazza per una settimana, paga sempre 50.000 al giorno. La ragazza viene controllata a livello medico ogni 3 giorni. Normalmente le ragazze sono o drogate (droghe leggere) o ubriache. Normalmente, quando non sono più richieste, finiscono drogate (droghe pesanti) o suicide.

Associazioni che lottano contro il turisex: Fiavet e End Child Prostitution Asian Tourism - Italia [tel di ECPAT: 06-4819183, 485534. Per contributi: ccp 28257004 intestato a: Ass. Terra Nuova, Centro per il Volontariato, v. Urbana, 56 - 00184 ROMA. Nella causale specifica: Campagna ECPAT].

Possibilità di punire chi compie il reato una volta tornato in patria: Francia, Germania, Norvegia, Belgio, Svezia, Danimarca, Australia, Nuova Zelanda. Il possesso di materiale porno è considerato reato in: Inghilterra, Germania, Norvegia, USA e Canada.

In Italia esiste la legge 269/1998 che chiede di adottare leggi europee: essa prevede multe fino a 150 mila euro. E carcere da 6 fino a 12 anni. Lo sfruttamento sessuale dei minori non è previsto come reato a sé nei nostri codici.

In Italia le violenze sessuali, ora che è passata la legge antistupro, costituiscono un reato contro la persona e non solo contro la morale.

Libro consigliato: Schiavi o bambini? Storie di prostituzione infantile e turismo sessuale in Asia, ed. Gruppo Abele, Torino 1995.

LA CULTURA DELLO STUPRO

Non basta una legge per fermare il maschilismo imperante. Occorre modificare lo stile di vita. Se le sanzioni diventano più pesanti, senza che nel contempo nulla si faccia per modificare lo stile di vita, cambieranno solo le forme dello stupro, non la sostanza.

Lo stupro ormai è diventato un modo di affermare la propria mascolinità, intesa in senso culturale, come valore di vita. Il maschio è colui che domina, che distrugge, che uccide. I siti pornografici hanno enormemente accentuato questa tendenza.

I soggetti più colpiti da questa cultura sono i più deboli, i più indifesi... L'antagonismo sociale del capitale si sta sempre più insinuando nelle pieghe dei rapporti interpersonali. Nella crisi della propria identità, il maschio diventa sempre più stupratore, cioè devastatore di quanto lo circonda.

Manca totalmente una riflessione sociale e culturale sui fattori che determinano il formarsi di questa mentalità. Si chiamano in causa gli istinti o il degrado generale dei valori, ma in realtà è il nostro stesso modello di vita che va ripensato. Un modello che anche le donne contribuiscono a riprodurre.

Ciò che la donna deve imparare a temere di più è la cultura che genera stupratori. La legge può fare giustizia del singolo violentatore (oggi si propone anche la castrazione chimica), ma può fare ben poco nei confronti dei disvalori che generano atteggiamenti del genere. Non è forse colpevole anche la donna quando di fronte all'uso commerciale del suo sesso non sa reagire con la dovuta fermezza?

Noi non possiamo reagire alla violenza solo quando sono coinvolti i nostri amici o parenti, anche perché, in questi casi, spesso si compiono ulteriori crimini, aggiungendo violenza a violenza.

Non dimentichiamo che fino a non molto tempo fa lo stupro era considerato dagli uomini di potere un semplice delitto contro la morale non contro la persona. E si comportavano così senza poi rendersi conto che un qualunque reato contro la morale dovrebbe essere sanzionato molto più gravemente di quelli contro la persona. Si può stuprare fisicamente ma si può farlo anche "moralmente", con conseguenze ancora più devastanti (anche chi molesta, chi importuna, chi si comporta come uno stalker è in un certo senso uno stupratore).

Lo stupro andrebbe considerato non solo come una mancanza di rispetto nei confronti della persona e della sua morale, ma anche come un tentativo di sopprimerla. Fra uno stupro e un omicidio non vi dovrebbe essere molta differenza, anzi, considerando la priorità delle istanze etiche su quelle biologiche, lo stupro dovrebbe essere sanzionato più pesantemente. A volte la morte morale è così tragica che quella fisica può apparire persino liberatoria.


Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Uomo-Donna
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Aggiornamento: 14/12/2018