APOLLODORO

Ecuba partorì un primo figlio, Ettore. Ma quando stava per avere un secondo bambino, ebbe un sogno, in cui le parve di partorire una fiaccola accesa, e questa fiaccola appiccava il fuoco a tutta la città e la bruciava. Ecuba raccontò il suo sogno a Priamo, e questi lo diede da interpretare a suo figlio Esaco, che aveva imparato l'arte di spiegare i sogni da suo nonno Meropo. Esaco disse che il bambino che stava per nascere sarebbe diventato la rovina della città, e ordinò di esporlo. Priamo allora, quando il bambino nacque, lo affidò a un servo, perché lo esponesse sul monte Ida: questo servo si chiamava Agelao. Per cinque giorni il bambino esposto fu allattato da un'orsa; quando Agelao ritornò e lo trovò sano e salvo, lo tenne con sé in campagna e lo allevò come figlio suo, dandogli il nome di Paride. Quando diventò un giovanotto, Paride si distingueva fra tutti per la sua bellezza e la sua forza, tanto che venne chiamato Alessandro, perché un giorno riuscì a salvare il bestiame (aléxo: difendo) mettendo in fuga i ladri. E poco tempo dopo scoprì i suoi veri genitori (Apollodoro, Biblioteca, III, 12, Trad. Marina Cavalli)

Giorgione, Paride ritrovato
Padova, Museo Civico


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