Il pittore nasce a Bologna nel 1575 e muore nel 1655. È a Bologna dunque nella stagione che vede fiorire i Carracci e poi la grande figura di Guido Reni. La nostra tela è opera tarda del pittore, purtroppo molto sciupata nella gamma cromatica, soprattutto la figura della Vergine.
Il dipinto si caratterizza per il perfetto equilibrio compositivo, concluso in alto dai tre angeli che si chiudono attorno al Cristo, quasi a proteggerlo e a custodirlo, accarezzati dalla luce che illumina poi il più alto dei tre, quello che chiude questa incredibile guglia di un improbabile arco gotico i cui sguinci sono costituiti dagli altri due angeli che fiancheggiano, sfiorandolo appena con le mani, il corpo del Cristo, abbandonato nel sonno della morte.
Tutta la composizione si offre nitida alla vista avvolta nella magica calda luce di un crepuscolo dorato. Una luce che trasferisce l’immagine in una realtà diversa da quella apparente e che trova il contrappunto più alto nel dialogo silenzioso dell’Addolorata in ginocchio e del Cristo ancora palpitante pur nell’abbandono della morte.
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