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      Panoramica della Rocca Malatestiana  
 
 Ruderi della Rocca Vecchia  
 Corte della Rocca, la femmina. Il maschio e la femmina all'interno del circuito delle mura 
 I camminamenti esterni della Rocca. 
 Il maschio. 
 Particolare della femmina. | La Rocca Malatestiana
      di Cesena, con la sua imponente mole che domina la città, è certamente
      una delle più grandi e meglio conservate della Romagna, costruita sul
      monte Sterlino, nel cuore storico dell'antico abitato, a controllo
      dell'imboccatura della vallata del Savio e del territorio circostante.  
 
 L'esistenza di una Rocca
      cosiddetta vecchia, spostata più
      verso sud-est, di cui restano oggi poche sopravvivenze ( i paramenti
      murari compresi fra la spianata del cosiddetto gioco
      del pallone e l'arco di Porta
      Montanara, sulla via Malatesta Novello) e fra queste i due archi
      comunemente denominati occhi di
      civetta, è attestata fin dal sec. XII.  
 
 In seguito vi
      soggiornarono pure gli imperatori Federico Barbarossa e Federico II, a cui
      in particolare sono da attribuire restauri e ampliamenti; nuove
      fortificazioni venivano apprestate ancora verso il 1350. Non sappiamo
      invece dove sorgesse il fortilizio tardo-antico ed altomedioevale, pure
      citato dalle fonti, anche se possiamo supporre che si trovasse
      probabilmente nello stesso sito poi occupato dalla rocca premalatestiana.  
 
 La Rocca cosiddetta nuova, cioè la “Rocca Malatestiana”, venne costruita a partire dal 1380, dopo la sconfitta di Cia degli Ordelaffi da parte del cardinal Albornoz e dopo i sanguinosi fatti del "sacco dei Bretoni", che avevano quasi distrutto la città e le sue antiche fortificazioni. 
 I Malatesti si dedicarono con tenacia alla costruzione della nuova fortezza: dapprima Galeotto Malatesta, poi dal 1385 il figlio Andrea, dal 1416 Carlo e Pandolfo Malatesta da Rimini, e infine Domenico Malatesta Novello, che si avvalse pure delle consulenze di Brunelleschi e quindi di Matteo Nuti. 
 
      Ma al ritorno del governo pontificio l'opera non era ancora stata
      completata. Infatti con la comparsa in Italia delle armi da fuoco, a
      partire dal 1450, si resero urgenti e necessarie delle modifiche
      sostanziali attorno al fortilizio, che doveva adeguarsi al collocamento in
      batteria delle "bocche da fuoco" e doveva saper reggere
      l'assalto delle "bombarde".  
 
 La nuova rocca dunque, situata più a valle rispetto a quella precedente, venne completata dal governatore pontificio Lorenzo Zane nel 1480, avvalendosi dei progetti di Matteo Nuti; infine fu rafforzata nel 1503 dal duca Valentino che vi tenne prigioniera per un certo periodo la famosa Caterina Sforza. 
  Già a partire
      dal  sec. XVI, restaurato lo
      stato pontificio, la fortezza di Cesena, ormai resa inespugnabile, assunse
      sempre più il ruolo di baluardo interno e di deterrente contro chiunque
      volesse contrastare i poteri costituiti.  
 
 Ha una pianta
      pentagonale ed una cinta perimetrale con bastioni messi tra loro in
      comunicazione attraverso un corridoio continuo, che prende luce da una
      fitta rete di feritoie; sul lato sud era munita di un fossato con ponte
      levatoio; dal lato della Piazza il camminamento della "loggetta
      veneziana" la collegava col palazzo del Governatore.  
 
 L'ampia corte interna
      è dominata dalle due torri: il maschio,
      alto e squadrato e la femmina
      rettangolare e più tozza.   
 
 Dall'età napoleonica,
      tramontata la sua funzione preminentemente militare, la rocca fu
      utilizzata come carcere (nel maschio
      oggi si possono visitare le celle che hanno ospitato decine di detenuti),
      funzione che perdurò fino agli anni Sessanta.  
 
 Solo di recente dunque
      è stata restaurata e restituita alla città, destinata ad attività
      culturali (Museo dell'agricoltura,
      esposizioni artistiche, spettacoli musicali, manifestazioni di cultura e
      folclore locale), ed essa stessa Museo.
       
 Le fa da corona il Parco della Rimembranza, uno dei polmoni verdi più suggestivi della città. I lavori di realizzazione del Parco, con la costruzione del muro di contenimento compreso fra v.le Mazzoni e la Piazza ( in cui nel 1944 furono ricavati anche rifugi antiaerei con gli ingressi protetti da archi rampanti ancor oggi ben visibili), furono avviati nel 1921, in seguito alla costruzione del sacrario ai Caduti della I^ Guerra Mondiale inaugurato nel 1924. 
 
 
 
 Dall'interno della femmina: particolare. 
 Un torrione visto dal Parco della Rimembranza. 
   
     
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