L’UMANISMO CHARTRENSE
Questa idea-guida è comune a tanti maestri impegnati in diversi campi del sapere. Essi rifiutano l’antica idea di San Gregorio e di moltissimi monaci, secondo la quale l’uomo non era inizialmente previsto nei piani della creazione e che questi fu creato fortuitamente da Dio dopo la rivolta degli angeli, come loro sostituto. Al contrario, per questi maestri l’uomo non è un "ripiego" della creazione, ma sin dal principio è nei piani di Dio come scopo del mondo, che Dio crea per lui.Gli scultori gotici, anche nell’adornare la cattedrale di Chartres, s'ispirano, come ovunque, a questo nuovo modello, che è l’uomo stesso. |
Il centro del mondo è l’uomo, non il bruto; è l’essere che usa effettivamente la ragione, non quello che la rifiuta, preferendo solo sradicare foreste. Ora la ragione è anzitutto brama di sapere. In questa ansia di sapere i maestri sono stati preceduti dagli antichi: essi sono il grandioso punto di partenza puramente umano dal quale il dotto può prendere il volo.
"Noi siamo", diceva Bernardo di Chartres, iniziatore della scuola, "come nani seduti sulle spalle dei giganti". I giganti sono i filosofi, i grandi remoti antenati del chierico-maestro, che ricomincia daccapo a far cultura.
Questi antichi sono grandi figure, nei quali saggezza e curiosità fan tutt’uno: il saggio Salomone, Alessandro spinto ad esplorare (non a conquistare) il mondo dalla brama di "sapere" e non di potere, infine Virgilio, l’esploratore di ciò che sta al di là della vita, il regno stesso dei defunti. Con questi antichi l’idea stessa di Auctoritas cambia accento: da imperioso e misterioso comando, diventa modello da imitare per andare oltre. |
Dunque, anche nella cultura, come nella nuova città, il compito è quello di costruire, più che non quello di ricostruire. Le basi esistono.
La nascita della cattedrale. Chartres
Burckhardt Titus, 1998, Arkeios
![]() |