Il futurismo è stato un fenomeno europeo, tipicamente d'avanguardia, in quanto ha scardinato le fondamenta del romanticismo letterario e politico, l'impressionismo pittorico e il tardo neoclassicismo architettonico. E ha posto le fondamenta dello sperimentalismo letterario, della pittura astratta, della musica dodecafonica e del teatro dell'assurdo.

Il futurismo è stato il tentativo artistico più significativo del Novecento di farla finita col passato culturale pre-borghese o non radicalmente borghese. La sua istanza infatti è quella di fondare una nuova coerenza tra la prassi borghese e un nuovo sentire individualistico, che traesse da quella stessa prassi le ragioni del proprio agire, le motivazioni del proprio essere.

Per "prassi borghese" s'intende, in particolare, quella emersa con la seconda rivoluzione industriale di fine Ottocento, che ha reso irreversibile, grazie alla rivoluzione tecnico-scientifica e al crescente militarismo, il processo economico capitalistico su scala mondiale, trasformandolo in imperialismo.

Il futurismo sfruttò i successi economici della seconda rivoluzione industriale e cercò di porre le basi culturali per ulteriori successi della borghesia industriale. In questo senso si può dire che il futurismo sia stato l'espressione di una borghesia ottimistica, fiduciosa in se stessa, nella propria carica emancipativa, nella propria idea di illimitato progresso in nome della scienza, della tecnica e soprattutto in nome di una forsennata industrializzazione e privatizzazione della proprietà e dei profitti.

La storia tuttavia s'è preoccupata di dimostrare che il tanto decantato "progresso borghese" non era altro che una cornice barocca di un quadro a tinte fosche. Infatti, tra i successi della seconda metà dell'Ottocento e quelli degli anni '50 del XX secolo, il futurismo è incappato in due guerre mondiali (ivi incluso il crollo borsistico del '29) che l'hanno completamente sconvolto, facendolo uscire, senza tanti complimenti, dal paradiso delle proprie illusioni, tanto che ancora oggi la critica stenta a rivalutare un fenomeno artistico e culturale come questo, che pur ha dato molto alla cultura italiana ed europea.

Il futurismo ha giocato un ruolo progressista nei suoi primi 10 anni, dal 1909 (anno di fondazione) al 1919, poiché sino alla I guerra mondiale si poteva pensare a una sorta di provocazione culturale rigeneratrice, nei cui confronti la curiosità, l'interesse per la novità potevano anche starci.

Il futurismo poteva avere una sua ragion d'essere entro il processo emancipativo borghese, forse storicamente necessario, se messo a confronto con la vetusta cultura cattolica, con la statica e immobile cultura idealistica e romantica, legate a un passato rurale incapace di riformarsi, incapace di rinunciare, nei livelli dirigenziali, ai privilegi parafeudali.

Non a caso nella sua fase critica di tipo anti-istituzionale, anti-accademica, anti-passatista, il futurismo riuscì a trovare degli alleati anche nelle forze di sinistra, persino nella Russia bolscevica.

Ma dopo la I guerra mondiale il futurismo poteva ancora rivendicare l'ingenua fede nel progresso ad oltranza? Non è forse stata proprio la guerra, "sola igiene del mondo", a smascherare i futuristi per quello che erano, e cioè degli irresponsabili avventurieri?

In tal senso si può forse sostenere che il futurismo avesse già in sé, a prescindere dal disastro delle guerre mondiali, tutte le condizioni della propria ingloriosa fine. Il fatto di volere un progresso a tutti i costi, che violasse qualunque condizionamento passato, che si ponesse esplicitamente al servizio di un'unica classe sociale: la borghesia più radicale, più insofferente, meno disposta ad accettare le crisi sociali, inevitabilmente poneva tale movimento al di fuori della storia. In nome di una concezione falsata di progresso, il futurismo è rimasto cieco nei confronti degli orrori del nazi-fascismo.

E ciò non tanto perché si voleva far primeggiare l'istinto primordiale, l'immediatezza dei sensi sulla ragione e sul compromesso, quanto perché, sin dall'inizio, si voleva dare alla propria svolta una caratterizzazione ideologica ben marcata: la volontà di potenza della cultura borghese su quella rurale e operaia, che poi si traduceva, a livello internazionale, nel primato della razza bianca su tutte le altre, e nel contesto familiare, nel primato dell'uomo sulla donna (quando, nel 1912, le donne futuriste redigono il loro Manifesto, il modello che perseguono è quello della donna lussuriosa, particolarmente caro al maschio futurista, che in nome della critica ai prototipi dannunziani e fogazzariani, arrivò ad elogiare la prostituzione, lo stupro delle africane e a invocare il divorzio come mera libertà maschile).

Basta citare alcuni eloquenti esempi per rendersi conto di quanto stretto fosse il rapporto tra futurismo e fascismo:

  1. il programma del partito politico futurista del 1918 anticipa molti punti del programma dei Fasci italiani di combattimento (1919);
  2. molti futuristi parteciparono ad azioni squadristiche;
  3. alcuni loro fogli: Roma futurista, I nemici d'Italia, Testa di ferro... sostengono esplicitamente il movimento fascista;
  4. Balla, Depero, Tato, Forlin, Thayaht... dipingono e scolpiscono Mussolini, le squadre d'azione, i legionari;
  5. alcune opere futuriste sono un chiaro inno alle imprese fasciste:
    Aeropoema futurista dei legionari in Spagna (1941),
    Carlinga di aeropoeti futuristi di guerra (1941),
    Canzoniere futurista amoroso guerriero (1943).

Marinetti voleva una rivoluzione politica seguendo un'ispirazione artistico-letteraria, senza saper nulla di economia e di rapporti tra classi sociali, senza conoscere le esigenze della tattica e della strategia politica, in cui invece il suo conterraneo Lenin era maestro. Egli esprime da un lato la carica creativa ed innovativa dello spirito artistico italiano, e dall'altro la limitatezza delle concezioni politiche borghesi, viziate, al fondo, da aspirazioni di dominio sociale e culturale.

In quanto artista e critico d'arte, Marinetti fu senza dubbio un grande innovatore: cosa che gli fu riconosciuta anche da Gramsci e da Lunaciarsky. Ma come politico ebbe posizioni sempre molto discutibili: non solo perché s'illuse sull'effettiva carica rivoluzionaria del fascismo, ma anche perché accettò di convivere pacificamente con la faccia reazionaria dello stesso fascismo.

Marinetti entrò in conflitto con Mussolini quando questi, dopo la sconfitta nelle elezioni del 1919, iniziò a cercare intese col Vaticano, con gli agrari e coi monarchici. E si riappacificò col duce nel '29, quando -lui che era stato antiaccademico per definizione- accettò la dirigenza dell'Accademia d'Italia, e proprio mentre il duce aveva già scelto, come poeta vate del Fascio, quel D'Annunzio tanto odiato dai futuristi.

Nella sua esasperata creatività à tous prix, Marinetti si arruolò volontario durante l'invasione d'Etiopia e poi nella campagna di Russia, a 60 anni suonati, forse nella speranza di finire "martire", eroe della patria, come durante la I guerra mondiale Boccioni e Sant'Elia.

Scrisse opere dichiaratamente fasciste, come Il poema africano della divisione "28 Ottobre" (1936, Canto uomini e macchine della guerra mussoliniana (1942) e Quarto d'ora di poesia della X Mas, ove canta le lodi della più infame delle Brigate Nere. Gli ultimi anni della sua vita li passò nella Repubblica di Salò, a Bellagio.

Già si è detto che con questo non si vuole misconoscere il valore artistico di questo movimento culturale e neppure la grande capacità che Marinetti aveva di utilizzare i mass-media, la pubblicità ecc. Purtroppo i nessi tra futurismo e fascismo hanno portato la critica italiana, imbevuta di cattolicesimo e di spiritualismo neo-hegeliano, ma anche di un gramscismo manierato, a fare grossolane esemplificazioni, impedendo a se stessa di valorizzare quanto di meglio, sul piano artistico-culturale, aveva prodotto il futurismo. Si pensi solo al design, alle moderne espressioni artistiche come architettura, pittura, teatro, danza, decorazione, fino alla pubblicità e alla moda.


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Arte
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Aggiornamento: 09/09/2014