F.T. MARINETTI
Nella nostra lotta contro la
passione professorale del passato, noi rinneghiamo violentemente l'ideale e la
dottrina di Nietzsche.
Mi preme dimostrare qui che la critica si è assolutamente ingannata, nel
considerarci come dei nuovi nietzschiani. Vi basterà infatti considerare la
parte costruttiva dell'opera del grande filosofo tedesco, per convincervi che il
suo Superuomo, generato nel culto filosofico della tragedia greca, suppone in
suo padre un ritorno appassionato verso il paganesimo e la mitologia. Nietzsche
resterà, malgrado tutti i suoi slanci verso l'avvenire, uno dei più accaniti
difensori della grandezza e della bellezza antiche.
E' un passatista che cammina sulle cime dei monti tessalici, coi piedi
disgraziatamente impacciati da lunghi testi greci.
Il suo Superuomo è un prodotto dell'immaginazione ellenica, costruito coi tre
grandi cadaveri putrefatti di Apollo, di Marte e di Bacco. E' un miscuglio della
Bellezza elegante, della forza guerresca e dell'ebbrezza dionisiaca, quali ci
sono rivelate dalla grande arte classica.Noi opponiamo a questo Superuomo greco,
nato nella polvere delle biblioteche, l'Uomo moltiplicato per opera propria,
nemico del libro, amico dell'esperienza personale, allievo della Macchina,
coltivatore accanito della propria volontà, lucido nel lampo della sua
ispirazione, munito di fiuto felino di fulminei calcoli, d'istinto selvaggio,
d'intuizione, di astuzia e di temerità.
I figli della generazione attuale, che vivono fra il cosmopolitismo, la marea
sindacalista e il volo degli aviatori sono come abbozzi dell'uomo moltiplicato
che noi prepariamo.
Per occuparci di lui, noi abbandonammo Nietzsche, una sera di dicembre, sulla
soglia di una biblioteca che inghiottì il filosofo fra i suoi battenti di calore
dotto e comodo.
Nietzsche non avrebbe certo vomitato come noi, di disgusto, leggendo sulle
facciate dei Musei, delle Accademie, delle Biblioteche e delle Università questi
principi infami, scritti col gesso dell'imbecillità:
VOI N0N PENSERETE PIÚ!
VOI N0N DIPINGERETE PIÚ!
VOI N0N COSTRUIRETE PIÚ!
NESSUN0 P0TRÁ MAI SUPERARE I MAESTRI!
QUALSIASI ORIGINALITÁ É VIETATA!
BAND0 ALLE F0LLIE E ALLE STRAVAGANZE! BIS0GNA C0PIARE COPIARE C0PIARE!
PER C0NQUISTARE IL PARADIS0 DELL'ARTE, BISOGNA IMITARE LA VITA DEI NOSTRI SANTI.
Ma noi non abbiamo ascoltato
i consigli prudenti che Nietzsche ci avrebbe dati e abbiamo contemplato con
orrore la gioventù italiana che colava, tristemente canalizzata, verso quelle
grandi fogne dell'intellettualità.
Non dormimmo, quella notte, e all'alba ci arrampicammo fin sopra alle porte
delle Accademie, dei Musei, delle Biblioteche e delle Università, per scrivervi
col carbone eroico delle officine questa dedica, che è anche una risposta al
Superuomo classico di Nietzsche:
AL TERREMOTO,
LORO UNICO ALLEATO
I FUTURISTI DEDICANO
QUESTE ROVINE DI ROMA E DI ATENE.
Quel giorno le vecchie muraglie dotte furono scosse dal nostro grido inaspettato:
Guai a chi si lascia afferrare dal dèmone dell'ammirazione! Guai a chi ammira ed imita il passato! Guai a chi vende il suo genio!
Voi dovete combattere con
accanimento questi tre nemici irriducibili e corruttori dell'Arte: l'Imitazione,
la Prudenza e il Denaro, che si riducono a uno solo: la Viltà.
Viltà contro gli esempi ammirabili e contro le formole acquisite. Viltà contro
il bisogno d'amore e contro la paura della miseria che minacciano la vita
necessariamente eroica dell'artista!...
Poeti, pittori, scultori, musicisti, dovete lottare, dovunque lottare dentro e
fuori di voi, come avete lottato stamane, nel lasciare il vostro letto, contro
un principio di inerzia e di sonno. Poiché il mondo ha bisogno soltanto di
eroismo, scusate con noi il gesto d'indisciplina sanguinaria dello studente
palermitano Lidonni, il quale si vendicò, a dispetto delle leggi, di un
professore tirannico.
I professori passatisti sono i soli responsabili di questo assassinio: i
professori passatisti, che vogliono soffocare in fetidi canali sotterranei
l'indomabile energia della gioventù italiana.
Quando, quando si finirà di castrare gli spiriti che devono creare l'avvenire?
Quando si finirà d'insegnare l'abbrutente adorazione di un passato insuperabile,
ai ragazzi che si vogliono ridurre ad altrettanti piccoli cortigiani sgobboni?
Affrettiamoci a rifare ogni cosa! - Bisogna andare controcorrente.
Presto verrà il momento in cui noi non potremo più accontentarci di difendere le
nostre idee con degli schiaffi e dei pugni, e dovremo allora inaugurare
l'attentato in nome del pensiero, l'attentato artistico, l'attentato letterario,
contro la crosta glorificata e contro il professore tirannico.
Ma la viltà dei nostri nemici ci eviterà forse il lusso di ucciderli.
Non sono paradossi, questi, credetemi! Bisogna ad ogni costo trar fuori l'Italia
da questa crisi di vigliaccheria passatista.
Che ne dite, per esempio, di quel progetto futurista che consiste
nell'introdurre in tutte le scuole un corso regolare di rischi e di pericoli
fisici? I ragazzi sarebbero sottoposti, indipendentemente dalla loro volontà,
alla necessità di affrontare continuamente una serie di pericoli sempre
imprevisti come: l'incendio, l'annegamento, il crollo d'un soffitto o altri
simili disastri...
Ora, il coraggio è precisamente la materia prima perché, secondo la grande
speranza futurista, tutte le autorità, tutti i diritti e tutti i poteri siano
brutalmente strappati ai morti e ai moribondi e dati ai giovani fra i venti e i
quarant'anni.
Mentre aspettiamo la guerra con l'Austria, che invochiamo, noi oggi non troviamo
altro d'interessante, sulla terra, che le belle morti, continue e disinvolte,
degli aviatori.
Blériot ebbe ragione di gridare: "Occorrono ancora molti e molti cadaveri, al
progresso!..."
Non amiamo il sangue se non quando sia sprizzato dalle arterie, e tutto il resto
è vigliaccheria.
Devo aggiungere che per tutte queste buone ragioni noi non siamo amati dai
magistrati. I poliziotti ci sorvegliano, i preti si ritraggono al nostro
passare, e i socialisti ci odiano cordialmente.
Noi rendiamo a tutti costoro quest'odio e questo disprezzo, poiché in essi
disprezziamo dei rappresentanti indegni di idee pure e non terrestri, quali la
Giustizia, la Divinità, l'Uguaglianza e la Libertà.
Siccome queste idee pure e assolute sono più d'ogni altra suscettibili
d'insudiciarsi, esse non possono, assolutamente, essere maneggiate dai
passatisti.