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Il sogno-programma di Wassily Kandinsky era la sintesi delle arti, ossia quell'opera d'arte totale di cui Wagner nel secolo precedente aveva ipotizzato e realizzato le linee guida nei suoi Melodrammi. Dopo aver assistito al "Lohengrin" disse che l'opera "aveva impresso un sigillo alla mia intera esistenza, scuotendomi allora nel più profondo". La concezione wagneriana portava a considerare le varie arti (poesia, pittura, musica) come componenti di un unico mondo espressivo, che nella sinergia delle sue componenti trovava l'efficacia comunicativa. Tutte le correnti di avanguardia del 1900 avevano percorso questa strada, ma Kandinsky andò oltre, vedendo nella musica l'arte-guida con una convinzione in più, cioè che essa è "l'arte che comporta il massimo dell'astrazione". La reale possibilità di interazione delle arti è oggi dato assodato, grazie anche alla tecnologia che permette ambienti di sintesi, come il cinema e la multimedialità, dove la percezione avviene a livello multisensoriale, ribaltando la normale prassi dei sensi: si ascolta con gli occhi, si guarda con le orecchie.
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Si ringrazia per la collaborazione Luisanna Fiorini