ARTE ANTICA MODERNA CONTEMPORANEA


COMMENTO ALLA CANZONE "SE TELEFONANDO" DI MINA

di G. De Chiara - M. Costanzo - E. Morricone
Ed. BMG Ricordi - Roma

Lo stupore della notte
spalancata sul mar
ci sorprese che eravamo
sconosciuti
io e te.
Poi nel buio le tue mani
d'improvviso
sulle mie,
è cresciuto troppo in fretta
questo nostro amor.
Se telefonando
io potessi dirti addio
ti chiamerei,
se io rivedendoti
fossi certa che non soffri
ti rivedrei.
Se guardandoti negli occhi
sapessi dirti basta
ti guarderei,
ma non so spiegarti
che il nostro amore
appena nato
è già finito.

COMMENTO

Nell'analizzare il testo di questa canzone si vorrebbe poter dimostrare ch'esso è stato adattato per un'interpretazione femminile e che in realtà il soggetto principale dell'azione è un uomo, il cui comportamento appare come marcatamente visibile, mentre quello della donna resta in secondo piano, pur rappresentando uno degli elementi che condizionano l'azione dell'uomo stesso, indirettamente e comunque non in maniera prevalente.

La vicenda, come si può facilmente dedurre dal testo, si svolge in un luogo di mare, di notte, probabilmente in un tempo estivo. Si tratta di un rapporto sessuale occasionale, tipico del tempo-spazio in cui si svolge. E' forte la delicatezza allegorica delle mani sulle mani.

L'uomo sembra avere consapevolezza che per la donna questo rapporto può essere apparso egoistico, in quanto appunto occasionale, e in tale frangente -come dice il testo- vissuto frettolosamente. Cioè egli si rende conto d'aver cercato nella donna qualcosa di diverso, di inferiore, rispetto a quello che la donna può aver cercato in lui.

Ma il clou emotivo del testo è tutto racchiuso nel ritornello, che in parte è anche titolo della canzone: "se telefonando potessi dirti addio, lo farei". Frase sibillina, questa, in quanto lascia intendere che l'uomo sa bene - e il suo non è un semplice sospetto - che se telefona alla donna non potrà dirle "addio". Cioè egli intuisce che se usasse il telefono per cercarla, lei potrebbe pensare che il rapporto, pur essendo stato improvvisato, edonistico, può anche evolvere verso qualcosa di più significativo, e allora lui non riuscirebbe a dirle "addio" o comunque non riuscirebbe a farlo facilmente.

L'uomo presagisce che se telefonasse alla donna, casualmente incontrata e "usata" per un fine di piacere, rischierebbe di sentirsi indotto a rivederla e quindi a dare al rapporto occasionale una veste indesiderata di serietà morale.

Se rivedendola lui fosse certo che lei non soffrirebbe, sarebbe disposto a incontrarla. Ma per dirle cosa? Per dirle appunto che il rapporto non può continuare, che al sesso non può far seguito l'amore. L'uomo sa bene che se dicesse questa cosa alla donna che ha incontrato, lei ne soffrirebbe, proprio in quanto donna, cioè soggetto abituato a svolgere un ruolo etico nella società più significativo di quello dell'uomo.

E allora preferisce farla soffrire in altro modo: ignorandola, dimenticandola, sperando d'essere presto, a sua volta, dimenticato. Non le telefonerà semplicemente per poter stare sul sicuro. Farà violenza ai propri sentimenti, o meglio, al rischio ch'essi possano emergere dalla sua coscienza.

La bellezza di questa canzone sta nel crescendo continuo dell'ansia dell'uomo, un'ansia che deve progressivamente negare ciò che andrebbe naturalmente fatto, ma che la coscienza egocentrica, al fondo strumentale, non può permettersi. E' un'ansia che parte dal rifiuto della telefonata, passando attraverso il rifiuto d'incontrare la donna non solo fisicamente ma anche esistenzialmente, e che si conclude con la negazione dello sguardo reciproco. E' una sorta di atto sessuale rovesciato, qui trattato in maniera intellettuale, in cui la possibilità di avere una relazione d'amore vero e proprio appare tanto più intensa quanto meno la si desidera nella realtà.

Quest'uomo in effetti ha solo bisogno di autogiustificarsi, in quanto deve reprimere il sorgere d'un relativo senso di colpa, quello d'aver abusato della buona fede o dell'ingenuità della donna, quello d'aver ceduto alla forza dei propri istinti.

Ques'uomo, tipicamente borghese, ma di una classe che non si è staccata da molto tempo dai valori pre-borghesi, non ha il coraggio di dichiarare alla donna, che sa di avere circuito, che il loro rapporto, appena iniziato, non era destinato a proseguire.

E la donna, che conservava un legame più forte coi valori pre-borghesi, esce sconfitta da questo rapporto, e con essa gli stessi valori in cui credeva, e con essi viene sconfitta un'intera società, quella che il paese post-bellico s'era già materialmente lasciato alle spalle, per poter abbracciare, anche culturalmente, uno stile di vita americanizzato, coi suoi valori edonistici e consumistici, qui poeticamente espressi in relazione a un incontro fortuito, svoltosi in maniera esclusivamente sessuale, in cui si conservano tracce di un passato sempre più remoto.

Il fatto che il testo sia stato cantato da una donna costituisce il lato mistificatorio della canzone, in quanto si vuol presentare l'uomo come vittima. Ma l'inganno sta anche nella dolcezza della musica, nella profondità del testo, nella sublime interpretazione della cantante, che presumono di rendere più accettabile la sconfitta del valore umano.


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Arte
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Aggiornamento: 09/02/2019