Aboliamo il Concordato

IDEE PER UN DIRITTO DEMOCRATICO
La laicità e la democrazia come valori universali


Aboliamo il Concordato

Petizione lanciata da Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti

Ai Deputati e Senatori

I Patti Lateranensi con la Santa Sede furono sottoscritti nel 1929 da Benito Mussolini e sono ancora oggi citati nella Costituzione, all’articolo 7, pur essendo stato siglato nel 1984 da Bettino Craxi il cosiddetto “nuovo concordato”.

È una presenza che è motivo di imbarazzo. Perché rappresenta un retaggio del regime fascista. Perché il panorama religioso è assai cambiato, dal 1929: l’Italia è ora un paese assai più variegato, dal punto di vista della fede, ed esiste ormai una forte presenza di cittadini atei e agnostici. Ma, soprattutto, perché costituisce la base di privilegi ormai inaccettabili.

L’articolo 3 della nostra Costituzione riconosce che «tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di religione». Ma la stessa Costituzione cita poi soltanto una confessione religiosa, quella cattolica. Come direbbe Orwell: qualcuno è più uguale degli altri?

Il Concordato riconosce alla Chiesa ampi ed esclusivi privilegi: dall’insegnamento della propria dottrina nelle scuole della Repubblica (con docenti scelti dai vescovi ma pagati da tutti i contribuenti) al regime speciale per il matrimonio religioso, dalle esenzioni fiscali e doganali agli obblighi, in capo al nostro Stato, di garantire la sicurezza tra le mura del Vaticano. L’elenco potrebbe continuare ancora a lungo.

In totale, i costi pubblici della Chiesa superano i sei miliardi. Da solo, il costo diretto e indiretto del Concordato grava sui contribuenti italiani per circa tre miliardi di euro ogni anno, oltre un miliardo a causa del solo Otto per Mille. Una spesa ingiustificata, a maggior ragione in tempi di gravissima crisi economica. È ormai tempo di intervenire e di superare una situazione di palese violazione di principi fondamentali della nostra Repubblica, quali la libertà, la giustizia, l’eguaglianza, la laicità.

È per questo motivo che vi chiediamo:

• di denunciare unilateralmente il Concordato

• di sostituire gli articoli 7 e 8 della Costituzione con l’affermazione esplicita del principio di laicità dello Stato

• di approvare una legge generale sulla libertà di coscienza che superi la normativa fascista sui “culti ammessi” e che riconosca a credenti e non credenti uguali diritti e doveri.

ABOLIAMO IL CONCORDATO

di Raffaele Carcano

Trent’anni fa veniva siglato il “nuovo” Concordato. Fu ratificato con una percentuale bulgara, superiore al 90% dei parlamentari. Anche il Pci votò a favore. Pochi anni dopo, però, una mozione congressuale che ne chiedeva l’abolizione raccolse a sorpresa intorno al 40% dei consensi. Il dissenso esisteva, dunque, ed era anche esteso. Ma non era riuscito a venire a galla.

Trent’anni dopo il Pci non esiste più, da tempo. Il “nuovo” Concordato sì, purtroppo, e da fin troppo tempo. Il dissenso continua a non venire a galla: in questa legislatura, nessun parlamentare ha ancora proposto di superarlo o di rivedere l’articolo 7. Oggi come allora, però, il dissenso esiste, e ancora una volta si deve trovare il modo per farlo emergere. L’Uaar ci sta provando con una petizione online rivolta a tutti i parlamentari, che ha già superato le ventimila sottoscrizioni. Non male, per un’iniziativa ignota ai più.

Perché di abolire il Concordato proprio non se ne scrive e non se ne parla. Un argomento tabù. I mezzi di informazione constatano che la società italiana è sempre più secolarizzata, celebrano il pluralismo religioso, ma non hanno il coraggio di prendere atto del fatto che, in un panorama così mutato, un istituto medievale qual è il Concordato non ha più alcuna ragion d’essere. Come si può seriamente affermare che è giusto che una confessione religiosa goda di privilegi unici? Infatti nessuno lo afferma: troppo imbarazzante, meglio far finta di niente.

E dire che gli effetti nefasti dovrebbero essere sotto gli occhi di tutti. Dai matrimoni “annullati” per ateismo o addirittura mammismo con sentenze ecclesiastiche ratificate dai tribunali civili alla vastità delle esenzioni fiscali di cui, anche in tempi di crisi, godono gli enti ecclesiastici. Non ci sono fondi per assumere medici o infermieri, ma gli ospedali non riducono i costi pubblici dei cappellani cattolici. Le dirigenze scolastiche invitano i genitori a comprare la carta igienica per i loro figli, ma non si pensa di tagliare gli stipendi degli insegnanti di religione, scelti dai vescovi ma stipendiati dai contribuenti. Per un totale di oltre un miliardo di euro ogni anno.

Tutte situazioni ritenute intoccabili perché figlie del Concordato. Ma un Concordato non è per sempre. Se si vuole cambiare questo paese, non si può pensare di farlo senza intervenire su privilegi anacronistici assolutamente ingiustificati. Uno stato laico per ora non c’è, e non ci verrà certo graziosamente regalato da qualche dio. Va invece conquistato con l’impegno quotidiano. I laici sono tanti, e hanno mille buone ragioni dalla loro parte: devono solo trovare il modo di tradurle in pratica. Le ventimila firme raccolte e consegnate in parlamento vogliono soltanto essere l’inizio di un percorso. Devono soltanto essere l’inizio di un percorso.

(18 febbraio 2014)

Revisione o abolizione del Concordato


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Diritto
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Aggiornamento: 11/12/2018